Gheim finisc for iu. L'inglese maccheronico della Rai
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Gheim finisc for iu. L'inglese maccheronico della Rai

Avviso ai genitori: allontanate i vostri figli dal piccolo  schermo. Ci sono programmi che potrebbero nuocere ai bambini. Come Pechino Express

Avviso ai genitori: allontanate i vostri figli dal piccolo  schermo. Non tanto per le solite scene di violenza o di sesso, ma per un  terzo altrettanto  validissimo motivo: l’inglese. Se siete tra quelli  che puntano a insegnare ai bambini una seconda lingua sappiate che  certi programmi  rischiano di essere altamente diseducativi. Prendiamo  Pechino Express, dove le coppie di concorrenti devono attraversare  India, Nepal e Cina avvelendosi di passaggi e ospitalità degli indigeni.

A parte Costantino Della Gherardesca e suo nipote Barù che  sfoggiano un inglese impeccabile, gli altri si distinguono per un  angloitaliano (o anglocampano nel caso della coppia padre -figlio di  Avellino, che perfidamente ribattezzati «i pizza» dai rivali, chiedono  ai conducenti dei bus se «is possìbol a passage?», con l’accento sulla i  e quel «passage» al posto di «lift»).  Le campionesse del genere sono  però le ex veline Costanza Caracciolo e Federica Nargi, che eliminate  dal gioco nell’ultima puntata si sono congedate scusandosi «per il  pessimo inglese», spiegando quindi al nepalese che stava dando loro un  passaggio: «game finish for we».  «Us»  è proprio sconosciuto alla  Caracciolo visto che al nepalese che reclamava soldi aveva  risposto  «pay other person for we». Nargi ha pure aggiunto che tornata in Italia,  si sarebbe iscritta a un corso di inglese. Non le farà male: per  spiegare la strada  al conducente si sbracciava indicando : «Right,  left» (e fin qui ci siamo ndr) ma non conoscendo la parola straight  stendeva le mani avanti e gridava «dritto!».  Si rivolge in italiano  agli indiani anche Deborah Villa, se la cava appena un po’ meglio il suo  partner Alessandro Sanpaoli. Ma quello di Raidue è un «adventure game» e  l’inglese storpiato in fondo strappa anche qualche sorriso. Sono peggio  le performance dell’inviata sportiva Rai Stella Bruno in Formula 1, con  le sue interviste sbeffeggiate sul web («punch»che significa cazzotto  anziché «puncture», foratura). E su Raitre non eccelle neanche Fabio Volo, (capadura nonostante le lunghe trasferte a New York) non  esattamente impeccabile nell’intervista a E.L. James, l’autrice di 50  sfumature di grigio.
Per sentire un buon inglese bisogna puntare su  Cielo e sul «The apprentice» di Flavio Briatore. Solo che lui esagera e  inglesizza tutto, pure il latino. Ego l’ha fatto diventare «igo»  accusando un concorrente troppo autoriferito di aver avuto un «igo  trip».

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Antonella Piperno