Musica

Sanremo 2017: Mika rende omaggio a George Michael

La popstar anglo-libanese proporrà anche un medley dei suoi successi accompagnato dall'orchestra

Michael Hoolbrook Penniman Junior, meglio conosciuto come Mika, superospite della terza serata di Sanremo 2017dedicata alle cover, è uno dei cantanti più difficili da catalogare nelle tradizionali categorie musicali. Quando nel 2007 il suo primo singolo Grace Kelly è balzato in testa alle classifiche di mezzo mondo, grazie al volano del suo seguitissimo MySpace, alcuni hanno gridato al nuovo Freddie Mercury per quella voce estesa che va spesso in falsetto e per quel gusto teatrale, volutamente kitsch e sopra le righe.

Le comuni origini esotiche (Zanzibar per Mercury, Beirut per Mika) e la dichiarata omosessualità hanno rinforzato questo paragone che, tuttavia, lascia il tempo che trova. A noi ricorda più, pur con le debite differenze, un George Michael prima maniera, ancora in bilico tra la leggerezza pop degli esordi con gli Wham e la maturità di album raffinatissimi come Older e Songs of the last century. LEGGI ANCHE George Michael: i 3 album indimenticabili

Proprio George Michael, scomparso nella notte tra il 25 e il 26 dicembre del 2016, sarà omaggiato stasera da Mika con una delle sue canzoni più belle, l’emozionante Jesus to a child. La popstar anglo-libanese proporrà dal vivo anche alcuni suoi successi, accompagnato dall’Orchestra del Festival di Sanremo diretta dal Maestro Valeriano Chiaravalle, insieme al coro Troubar Clair e ai musicisti aggiunti Mauro Negri, Nadio Marenco, Alessandro Cassani e Fabio Zacco.

“Sono molto contento ed emozionato di tornare a Sanremo -ha dichiarato Mika- La prima volta è stata proprio dieci anni fa, il mio battesimo in Italia: era appena uscito il mio primo singolo, Grace Kelly. Da allora sono successe tante bellissime cose, e il mio rapporto con questo Paese è diventato molto speciale. Ho accettato con piacere l’invito di Carlo Conti, vengo per celebrare non la mia carriera, ma la Musica, e quale posto migliore per farlo se non Sanremo?”.

Nato da madre libanese e padre statunitense (rapito durante la guerra civile libanese, tanto che Mika fu costretto  vivere all’interno dell'ambasciata americana in Kuwait per ben 7 mesi), Michael lasciò il Libano da piccolo per trasferirsi per qualche tempo in Kuwait. Ha vissuto in Francia fino all’età di 9 anni, quando la sua famiglia decise di spostarsi in Inghilterra. Ha vissuto per un periodo anche negli USA.

Il cantante ha quattro fratelli (Yasmin, Zuleika, Fortuné e Paloma) e, grazie alle sue numerose esperienze all’estero, parla correttamente inglese, francese, spagnolo e ora anche italiano.  Sa parlare anche l’arabo e il cinese, che ha studiato per 9 anni.

Le copertine dei suoi primi album, Life in cartoons motion del 2007 e The booy who knews too much del 2009(che hanno venduto complessivamente 8 milioni di copie) e del recente No Place in Heaven sono una vera esplosione di colori, proprio come il contenuto. Mika vive in un mondo tutto suo: colorato, visivamente e musicalmente, con regole proprie e personaggi particolari. Un mondo riconoscibile, particolare, unico.

Nel 2010 gli è stato conferita l’onorificenza di “Cavaliere delle Arti e delle Lettere” dal governo francese per i suoi meriti musicali, diventando uno dei più giovani artisti ad averla ricevuta.

Nell'aprile 2013 ha annunciato a sorpresa la sua partecipazione alla settima edizione di X Factor Italia, divenendo così il primo giudice internazionale di un talent show italiano. Un’esperienza che Mika ripeterà anche nelle edizioni numero otto e nove, conquistando tutti con la sua naturale simpatia e umanità, con la sua notevole cultura musicale e con i suoi buffi “neologismi”. Mika ha partecipato come giudice anche nella terza e nella quarta edizione della versione francese di The Voice, mentre recentemente ha confermato le sue doti di entertainer completo nel programma Stasera Casa Mika, andato in onda su RaiDue

«Il mio messaggio è felicità, libertà e tolleranza -ha confessato l’artista anglolibanese- Più che politico, è sociale; e più che sociale, è spirituale. E parla anche di desiderio, perché tutta la musica pop è basata sul desiderio e sul piacere».

Olycom
MIKA

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Gabriele Antonucci