Il Roma Jazz Festival prende il via con Holland e Barron
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Il Roma Jazz Festival prende il via con Holland e Barron

La kermesse ospiterà all'Auditorium Parco della Musica i grandi nomi del jazz italiano e internazionale


Stasera entra nel vivo la trentottesima edizione del Roma Jazz Festival, la manifestazione diretta da Mario Ciampà che quest'anno avrà come tema Swing & New Deal, con il primo dei concerti ospitati all’Auditorium Parco della Musica.

Il palco della Sala Petrassi vedrà duettare alle 21 Dave Holland e Kenny Barron, due nomi che sono una garanzia di qualità. Sessant’anni di carriera per Barron, cinquanta per Holland, numeri che, da soli, rendono eccezionale questo incontro tra due giganti del jazz. Pianista, compositore, arrangiatore e docente americano, Barron ha fatto dell’eleganza e della cantabilità la sua cifra stilistica, senza rinunciare a improvvise cavalcate ritmiche. Il contrabbassista inglese Dave Holland, fortemente voluto da Miles Davis nei suoi primi dischi jazz-rock, è tornato successivamente a privilegiare le atmosfere acustiche, aggiudicandosi numerosi Grammy con il suo Dave Holland Quintet.


Il 15 novembre sarà di scena la Us Naval Force Europe Jazz Ensemble, la banda ufficiale della Marina degli Stati Uniti in Europa, che catapulterà gli spettatori nelle atmosfere degli anni Trenta e Quaranta con i brani che hanno reso celebri le big band di Duke Ellington e di Count Basie.

Il jazz è per sua natura aperto alle contaminazioni, soprattutto con altri generi afroamericani come il soul, il blues e l’hip hop. Il 17 novembre l’Auditorium ospiterà due pianisti del calibro di Robert Glasper e Jason Moran che, partendo dalla tradizione, hanno proiettato il jazz nel futuro con i loro innovativi progetti.

Il giorno dopo spazio a un duo stellare, quello formato da Joe Lovano e Dave Douglas, due fuoriclasse del sax e della tromba, accompagnati da Lawrence Fields al piano, da  Linda Oh al contrabbasso e da Joey Baron alla batteria. Il quintetto presenterà un affascinante tributo a Wayne Shorter, tra riletture del suo repertorio e brani originali.

Il quartetto di Fabrizio Bosso, alfiere dell’hard-bop, e la Bim Orchestra diretta da Paolo Silvestri renderanno omaggio il 19 novembre a Duke Ellington con il progetto Swinging Duke. Edward Kennedy Ellington, detto «Duke», è stato il più autorevole direttore di big band dagli anni Venti fino al 1970, anno in cui si è ritirato dalle scene.


Il 20 novembre spazio a Enrico Rava , decano del nostro jazz e trombettista di fama internazionale, che reinterpreterà il suo vasto repertorio insieme ai giovani e talentuosi musicisti dell’ ensemble Parco della Musica Jazz Lab.

Confermata anche quest’anno la Carta Bianca a Franco D’Andrea, in occasione dell’importante traguardo dei cinquant’anni di carriera, ricchi di album, di collaborazioni e di riconoscimenti. Il 24 novembre il grande pianista proporrà il progetto Traditions Today, accompagnato dal clarinetto di Daniele D’Agaro e dal trombone di  Mauro Ottolini.

Se amate le grandi voci black femminili, non potete perdere, il 25 novembre, il concerto di Dee Dee Bridgewater, che nel corso della sua lunga e fortunata carriera ha dimostrato di essere la vera erede di signore del jazz come Ella Fitzgerald, Sarah Vaughan e Dinah Washington. La Bridgewater ha vinto recentemente un meritato Grammy Award per l’album Eleanora Fagan: To Billie with love from Dee Dee Bridgewater,  dove  rende omaggio in modo personale alle canzoni più famose di Billie Holiday.


Classe '78, romano, Piji, protagonista del concerto del 26 novembre all’Auditorium con il suo gruppo,  è risultato vincitore quattordici volte di importanti rassegne dedicate alla canzone italiana, tanto da meritare l’appellativo di “cantautore emergente più premiato d’Italia”. La sua musica è un’ispirata fusione tra la canzone d'autore e l'electro-swing, esaltata da un approccio live teatrale, nel solco della tradizione del teatro-canzone di Giorgio Gaber. La sue versione swing di C’è chi dice no è stata apprezzata dallo stesso Vasco Rossie da Fiorello, che l’ha proposta diverse volte nella sua Edicola Fiore.

Gli amanti delle sonorità  manouche di Django Reinhardt, uno dei più grandi innovatori della chitarra jazz, troveranno pane per i loro denti nel concerto del 27 novembre del musicista gitano Biréli Lagrène, accompagnato dal Gispy Project.

Dopo gli exploit degli anni passati di Michael Bublè e di Jamie Cullum, ora è la volta di Antohny Strong, che si esibirà il 28 novembre. Inglese di Croydon, trent’ anni, look impeccabile,  Strong è stato descritto da Rod Stewart “assolutamente strabiliante” per le sue doti di cantante, pianista e arrangiatore. Dopo due dischi autoprodotti, Guaranteed!  del 2009 e Delovely del 2011, l’artista è stato messo sotto contratto dalla Naïve per la realizzazione del suo primo album realizzato con l’orchestra, l’eccellente Stepping out.


Chiudono il programma all’Auditorium i concerti dello Sweet Life Society del 29 novembre e dell’Orchestra Operaia diretta da Massimo Nunziil 30 novembre.


Ricco anche il programma del Fringe Festival, che coinvolgerà alcune delle principali realtà romane come il Cotton Club, il Tram Jazz, il Gregory’s Jazz Club, L’ Asino che vola, l’Elegance Cafè e il Charity Cafè.

Imperdibile, per gli amanti del ballo swing, il party che il Lian Club, suggestivo barcone ormeggiato sotto Ponte Cavour, ospiterà la sera del 22 novembre. La serata danzante sarà animata da una jam session che coinvolgerà i principali esponenti dello swing romano, guidati da Giorgio Cuscito, Carlo Capobianchi e Renato Gattone.

Segnaliamo, infine,due matinées domenicali nella splendida cornice del Teatro Torlonia, con i concerti di Bix Big Band(16 novembre ore 11) e Swing Valley Band(23 novembre ore 11). Il programma completo della manifestazione è consultabile su www.romajazzfestival.it.



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Gabriele Antonucci