Paola & Chiara, "Giungla", la recensione
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Paola & Chiara, "Giungla", la recensione

Il nuovo album del primo duo femminile italiano ha tutti i gusti del (buon) pop. L'unico che manca, è quello dell'addio. Le sorelle Iezzi hanno tutta l'aria di chi non ha nessuna intenzione di mollare

Abbiamo molte cose da chiarire, ma affrontiamo l'argomento un punto per volta. Paola & Chiara hanno lanciato l'11 giugno 2013, alle porte dell'estate, il loro nono album. Si chiama "Giungla" ed è stato lanciato il 3 giugno su Spotify, anticipato dal singolo "Divertiamoci (Perché c'è feeling)". Quindi lo avete ascoltato, forse lo conoscete anche meglio di chi vi sta scrivendo ora. Pur avendolo ascoltato, iTunes alla mano, più 14 volte e in situazioni diverse. Poi vi spiego perché.

Certamente condividerete che questo disco è l'espressione più genuina del pop che arriva dall'estero, quello che molti di noi ascoltano in un modo o nell'altro tutti i giorni (alla radio, sul web) e che tocca anche il più attuale rap, in una miscela di sound che parte dagli Anni 80 e arriva a oggi e non si dimentica mai di essere un disco italiano, fatto da voci italiane.

Le prime tre tracce di «Giungla», compresa «Tu devi essere pazzo» con la partecipazione di Moreno sono tre enormi sorprese, perfette nel loro genere. Se avete provato lo stesso brivido sulla schiena che ho provato al primo ascolto, vuol dire che che allora è successo a molti e che in questo album non c'è solo l'intenzione, ma anche l'emozione, la voglia di esserci e di provarci ancora. Di sentire il pubblico cantare le loro canzoni. Ma siamo al punto che bisogna vergognarsi nel dirlo? Paola e Chiara Iezzi , oggi più di ieri, sono clamorosamente brave.

In loro forse è subentrata la frustrazione, quel disagio che si genera quando si parla con forza e non vieni ascoltato. Poi lo sfogo su Facebook, la diffusione di notizie distorte sul loro destino. La verità è che Paola & Chiara con questo disco hanno evidentemente chiuso un ciclo. E se mai ci sarà un album successivo (ce lo auguriamo) seguirà probabilmente percorsi nuovi, diversi, inesplorati. Anche se "Giungla", formalmente, non ha niente che non va. Dovunque lo si ascolti. Senza arrendersi al richiamo del neomelodico urlato.

La verità forse è che nella top 100 degli album più venduti oggi (nei giorni precedenti all'ingresso di Paola & Chiara) di donne ce ne sono 17 e di italiane solo 10. Se da questo numero togli tutte quelle artiste che hanno avuto una forte esposizione televisiva per un talent show ne sono rimaste non più di 5 e nessuna di loro copre oggi le posizioni più alte della chart. E se tra le italiane andiamo a selezionare quelle che per qualche motivo si distinguono (anche) per attenzione alle mode e alla moda, bhé, forse ci basta un dito.

Sarà il mercato, ma un certo punto della carriera di un artista sembra ci si dimentichi cosa hanno fatto queste persone per la musica (con il loro passato) e quello che ancora potrebbero fare (nel presente) con il loro lavoro, che puntualmente è inascoltato, ignorato, messo in un angolo. E la cosa ancora più curiosa è che questo processo di isolamento non arriva addosso a delle "vecchie bacucche" fuori dal tempo e dallo spazio, ma a delle ragazze che per stile, immagine e argomenti (culturali, musicali, personali) hanno ancora tutto da dire e da insegnare. E questo disco ne è una piena dimostrazione.

Altro che addio. Le sorelle Iezzi hanno tutta l'aria (artisticamente parlando) di chi non ha nessuna intenzione di mollare.

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Alessandro Alicandri