Negrita: "Déjà Vu". La guida all'album
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Negrita: "Déjà Vu". La guida all'album

Tutte le informazioni sul nuovo doppio cd dei Negrita, sono qui

I Negrita sono tornati. Dopo 8 album di inediti, tre dischi live e due raccolte, tornano con un prodotto nuovissimo. Dopo l'esperienza del tour nei teatri (che riprenderà a ottobre) pubblicano "Déjà Vu", un disco che sembrava dover essere un live e invece è diventato un disco registrato interamente in studio, sempre in dimensione semi-acustica. 26 brani raccolti in due cd con due inediti, "La tua canzone", lanciata in radio questa estate e "Anima Lieve"

Il progetto, prodotto da Fabrizio Barbacci è stato registrato alle Officine Meccaniche di Milano tra il 9 e il 12 aprile 2013 con integrazioni dallo studio Wander di Arezzo e sempre vicino ad Arezzo il doppio cd è stato mixato, precisamente nel Garage Studio di Civitella. L'artwork e la grafica sono di Paolo De Francesco per Moltimedia mentre le foto interne del disco sono Alessio Pizzicanella, tranne una al centro della confezione del cd che è invece di Paolo De Francesco.

Il libretto fotografico contenuto all'interno della confezione (non di plastica, ma di cartone) è di 10 pagine e contiene i testi dei due inediti più i crediti di tutte le canzoni inserite nell'album. Nelle 26 tracce, "La tua canzone" è presente sia in formato acustico che radio edit.

A parte i tre brani del loro primo album "Negrita" risalente al 1994, la selezione sposta molto l'attenzione sui brani che vanno dal 2005 in poi, concentrandosi quindi sui brani di maggior successo che corrispondono anche al repertorio più recente della band. Non capita spesso di ascoltare un greatest dove i brani di maggior respiro, non sono i più vecchi.

Ecco ora gran parte delle dichiarazioni raccolte durante l'incontro con i Negrita, dalle voci di Pau, Mac e Drigo:

La scelta di un doppio cd live in studio
"Dèjà Vu è un prodotto ibrido tra il live e un nuovo lavoro da studio, lo abbiamo voluto fortemente perché fosse appetibile per i nostri fan. È il risultato di mesi di live nei teatri, ci siamo resi conto di quanto certe canzoni possano funzionare e diventare ancora più potenti in un contesto chiuso e raccolto come questo".

In progetto, un nuovo album
"Stiamo già pensando, e abbiamo fatto alcune riunioni in merito, al nuovo disco di inediti. C'è ancora molto da lavorare, faremo un po' di viaggi in giro per l'Europa per alcune settimane. Abbiamo bisogno di nuovi stimoli e di qualcosa che possa solleticare la nostra fantasia. Staccare la spina ci apre la testa. Ormai con iPad puoi fare qualsiasi cosa. Musica, testi, riff, tutto viene creato contemporaneamente dal giorno alla notte. Non abbiamo tempo di dedicarci del tutto a cose nuove, abbiamo le ultime tappe del tour unplugged da finire ma quello che sentirete sarà un album molto a fuoco. Più concept di altri fatti nella nostra carriera. Almeno così lo stiamo pensando, oggi".

Lavorare con altri artisti
"Una volta, qui in Italia, ognuno coltivava il proprio orticello. I duetti fanno bene alla musica. In Brasile moltissimi album sono fatti interamente di duetti. Per fortuna non c'è più quell'atteggiamento geloso e arrogante verso la musica".

Il successo del rap
"Era ora! Veniamo dalla generazione degli anni 90 in cui il rap cominciava ad apparire in personaggi come Neffa, ad esempio. Oggi il rap ha una posizione credibile e non sarà una moda a tempo. È un fenomeno trasversale che attraversa tutte le nazioni e vive con le proprie gambe da decenni. Di certo la fantasia che c'è nel rap non si trova nei talent e nel pop italiano. Perché il pop italiano, si dice di farlo ma non si fa".

La tua canzone
"È un brano nato chitarra e voce e poi è esplosa in tutte le classifiche radiofoniche. È un brano che ha risvegliato un herpes sotto pelle che avevamo a 20 anni. Alla fine abbiamo sempre un po' cura di non ripeterci, arriviamo alla fine di ogni nostro lavoro e non ci riconosciamo più. Pensavamo fosse una debolezza e invece oggi crediamo sia un punto di forza. Diamo sterzate notevoli, ma le nostre radici no cambiano mai".

I social network
"Noi usiamo i social per dare informazioni importanti. La dimensione "social" può diventare ingombrante. I social network li lasciamo a chi ha carenze affettive. Alla fine non siamo malati di riflettori addosso, siamo come molti altri artisti rimasti dove siamo nati, ad Arezzo".

Ritorno a Sanremo
"Abbiamo dato, basta. Sanremo non ci ha aggiunto nulla, avevamo pure un pezzo brutto e non abbiamo mai fatto ascoltare un pezzo bello e consapevolmente importante come Magnolia. Non l'abbiamo fatta sentire al capo della Universal e nemmeno a Pippo Baudo. Non volevamo presentarci con un brano molto pop come quello. Lo abbiamo lanciato e abbiamo azzerato tutte le classifiche sanremesi. Non ci siamo nemmeno trovati bene con l'orchestra di allora, non puoi prenderti cura del suono come vorresti".

Un bilancio dopo 20 anni di carriera
"Ci siamo lasciati andare, ci siamo resi consapevoli che cercare la hit è ciò che ti permette di fare un album quello che vuoi. Raggiungere tante persone è la dimensione che ti permette di dare dimensione al tuo lavoro e al tuo impegno. Non abbiamo pudore di sentirci pop o rock".

Tanti viaggi, tanti progetti. E la famiglia?
"Ogni tanto si fanno sentire i morsi della coscienza, ma cerchiamo di fare tutto senza strafare. Peraltro siamo persone che non riescono a stare per molto tempo fermi. Preferiamo essere padri e uomini soddisfatti e risolti che frustrati, credo che questo faccia molto bene anche ai ragazzi che cresciamo. Portiamo avanti un progetto lavorativo, coltiviamo il valore dell'amicizia e crediamo nei nostri sogni. È fondamentale".

Il valore di Déjà Vu
"Tornare ai brani per come sono nati, nella loro versione acustica, riporta un po' tutto all'impronta nativa di quei pezzi. Dedicarci solo alle musiche, noi che siamo più una band del suono più che dei testi, ci ha riempito di gioia e soddisfazioni. Non abbiamo avuto alcun "blocco", il lavoro è stato immediato e naturale. Ci piacerebbe lavorare sempre in questo modo".

 

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Alessandro Alicandri