Lauryn Hill live
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Musica

Lauryn Hill conquista Rock in Roma con il suo rap-soul - Recensione e scaletta

L'ex voce dei Fugees ha incantato con le nuove versioni dei brani di "The Miseducation of Lauryn Hill" e alcune intense cover

Alla compianta Amy Winehouse sono bastati due soli album di inediti, Frank e Back to black, per entrare di diritto nella storia della musica soul, e non solo. Lauryn Hill ha fatto perfino di meglio, grazie al solo capolavoro The Miseducation of Lauryn Hill del 1998, vincitore di 5 Grammy Awards con 18 milioni di copie vendute nel mondo, a meno di non calcolare anche l'intenso live Mtv Unplugged No. 2.0., che però era un disco basato su cover in chiave acustica.

La cantante di East Orange ha fama di personaggio dal carattere assai difficile e problematico, non si contano le volte in cui ha annullato concerti all'ultimo momento per non meglio precisati "motivi di salute", mentre nessuno mette in dubbio le sue straordinarie doti di interprete, in grado di eccellere sia nel cantato che nel rap.

Nella recensione del suo concerto di due anni fa all'Auditorium - Parco della Musica di Roma avevamo scritto che "è stato bello, ma poteva essere indimenticabile". L'ex Fugees, apparsa troppo nervosa e scostante, si era quasi nascosta per un'ora dietro alla chitarra acustica prima di mostrare tutte le sue qualità di entertainer.

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E' andata decisamente meglio ieri sera al Postepay Sound Rock in Roma, dove Lauryn Hill, nonostante il ritardo di quasi un'ora rispetto alle 21.30 schedulate, è apparsa di buon umore, sorridente e ricca di energia, anche se non sono mancati i consueti siparietti con i musicisti e con il povero tecnico del suono, richiamato dopo ogni brano perché la cantante non era soddisfatta (a ragione, va detto) dei settaggi, con il basso e la batteria che coprivano spesso le voci e gli altri strumenti.

Chi si aspettava una fedele riproposizione dei brani di The Miseducation of Lauryn Hill così come si trovano sul cd, potrebbe essere rimasto deluso, ma per chi(come noi) si aspetta qualcosa di diverso e di più ricco da un concerto è stato piacevolmente colpito dalle nuove versioni dei brani, stravolti nella loro struttura originale in una nuova chiave da jam band, resa possibile dalle eccellenti doti tecniche del suo numeroso gruppo e dalle potenti voci soul delle tre coriste, bravissime nel contrappuntare il cantato di Lauryn.

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L'inizio è scoppiettante con Everything is everything, riarrangiata in chiave electro funk, che fornisce subito le coordinate della serata, ricca di groove, di blackness e di coinvolgimento emotivo.

Forgive them father assume un andamento reggaeggiante ed è impreziosita da un rap rabbioso, che conferma le sue doti fuori dal comune di rapper, seconda per flow, forse, solo a Missy Elliot.

Ex factor, lontanissima dalla sua dolcezza originaria, è ora minimale, scandita da ritmi spezzati e attraversata da un filo di elettronica, con dei cori gospel ossessivi che richiamano alla memoria quelli di Chain of fools della sua amica e collega Aretha Franklin.

Arriva il momento più squisitamente rap, annunciato dalla domanda retorica della cantante "Abbiamo dei fan dei Fugees qui a Roma?", con un poker di brani tutti da ballare: la sua sincopata Lost Ones e How Many Mics, Fu-Gee-La e Ready or Not dei Fugees, il supergruppo formato insieme a Wyclef Jean e Pras di cui mai come oggi, in tempi di trap plastificata e senz'anima, si sente la mancanza.

Killing Me Softly, cavallo di battaglia di Roberta Flack, è stata riproposta in una versione più funky e ricca di groove di quella dell'album del 1996, ma gustosissima.

Lauryn mostra tutta la sua eleganza e sensibilità di interprete nelle cover Your love is king e Sweetest taboo di Sade, prima di intraprendere la scoppiettante cavalcata finale con le magnifiche reinterpretazioni di Can't Take My Eyes Off You di Frankie Valli, Turn Your Lights Down Low di Bob Marley & The Wailers e Feeling Good di Nina Simone, artista con la quale condivide numerose affinità e a cui ha dedicato ben 5 brani nell'imperdibile album-tributo Nina Revisited…A Tribute to Nina Simone del 2015.

Gran finale con Doo Wop (That Thing), che scatena un'ondata di incontenibile energia all'Ippodromo delle Capannelle grazie alla sua sapiente alternanza di soul,doo woop e rap, con fiati scintillanti a la Memphis Horns.

Lauryn Hill si è confermata ieri sera una cantante che, se riesce a far pace con i fantasmi del suo turbolento passato, non ha rivali per voce, songwriting, intensità ed esplosività dal vivo.

La scaletta del concerto di Lauryn Hill al Postepay Sound Rock in Roma del 9 luglio 2017

Intro
Everything Is Everything
Forgive Them Father
Ex-Factor
Final Hour
Lost Ones
How Many Mics (Fugees)
Fu-Gee-La(Fugees)
Ready or Not (Fugees)
Killing Me Softly (Fugees)
Your Love Is King (Sade)
The Sweetest Taboo (Sade)
Can't Take My Eyes Off You (Frankie Valli)
Turn Your Lights Down Low (Bob Marley & The Wailers)
To Zion
Feeling Good (Nina Simone)
Doo Wop (That Thing)

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Gabriele Antonucci