Lana Del Rey: la recensione del concerto in Italia
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Lana Del Rey: la recensione del concerto in Italia

Il "The Paradise Tour" arriva nel nostro Paese, così come il talento della più discussa artista pop americana del 2012. Ecco il racconto del primo concerto, la scaletta e le valutazioni a caldo del live.

Lana Del Rey, nata per stupire. Nella prima data italiana del 3 maggio 2013 a Torino, per poi arrivare nei prossimi giorni a Roma il 6 al Palalottomatica e il 7 a Milano al Mediolanum Forum (il live doveva essere all'Alcatraz, ma è stato spostato per la grande richiesta di biglietti), ha stregato tutti. Vi spieghiamo perché.

Non è passato molto tempo dal successo di "Born to Die" e dalla successiva riedizione "The Paradise edition", ma sembra che il pubblico meno attento se la fosse già dimenticata come una bellissima maglietta, un po' adorata e un po' sfottuta, da lasciare nell'armadio perché vecchia.

In realtà qualcuno ha trascurato che quella ragazzina dell'86 ha venduto al suo (quasi) debutto 3,4 milioni di copie nel mondo. Ha guadagnato un Brit Awards pochissimo tempo fa come miglior star femminile internazionale. E la sopresa più grande deve ancora arrivare.

Un brano nuovo, "Young and Beautiful", colonna sonora per la versione cinematografica de "Il grande Gatsby", è un piccolo capolavoro che da pochi giorni sta portando anche in tour. Dovrebbe essere la seconda volta che porta live sul palco questo pezzo è pazzesco, già molto amato.

Qui a Torino non ha fatto il pienone, va detto, ma l'artista americana è amatissima in Inghilterra e in Irlanda (così come in gran parte dell'Europa del nord). Lì sono arrivati dei sold out, che corrispondono perfettamente a quanto merita questo live. Il palco è fatto di palme, cornici, statue di leoni, corvi con rosari nel becco. Uno scenario tanto inquieto quanto suggestivo. La sua scaletta è di circa 15 brani.

Vestita con un lungo abito bianco vintage e una fascia tra i capelli di pizzo, offre fin dal primo brano "Cola" la sua natura disarmante, fatta di una voce semplice, poco articolata, ma con tratti operistici, con una presenza scenica azzerata. Eppure la sua voce si imprime in testa come un ricordo onirico, qualcosa di bello e al tempo stesso impercettibile. Un po' maga e un po' papessa. Incantevole.

A fine live, chiudendo il concerto con "National Anthem", scende alle transenne e passa circa 20 minuti a fare foto, baci e abbracci con tutti i fan. Prende i telefoni per gli autoscatti, elargisce baci sulle guance e sulle labbra, il pubblico le parla nell'orecchio e la osanna con passione. Una scelta insolita per esser considerata molto schiva. "Il concerto è finito, questa è l'ultima canzone, spero di ritrovarvi presto", dice. Poi saluta e se ne va.

È difficile spiegare quale sia l'esatto confine tra quanto sia considerata solo un'artista "di moda" e l'essere considerata invece poi un'artista "vera". Quello che è certo è che per motivi strettamente mediatici il suo alone da grande diva nei giornali più patinati al mondo ci è un po' passata sopra. La sua aria seriosa anche.

Poi la ritrovi a pochi metri dal palco e trovi non la forma, ma la sostanza. Reale. Arriva al cuore, anche nel riverbero di una voce fragile e di una personalità semplice, di una che è l'esatto contrario di un animale da palcoscenico. Ricorda quelle star, molto rare, che tra 10 anni ti ricordi ancora il loro primo live italiano come qualcosa di davvero speciale. Brava Lana Del Rey.

La scaletta

1 - Cola
2 - Body Electric
3 - Blue Jeans  
4 - Born to Die
5 - Carmen
6 - Million Dollar Man
7 - Blue Velvet (Cover di Tony Bennet)
8 - American
9 - Without You
10 - Knockin' on Heaven's Door (Cover di Bob Dylan)
11 - Young and Beautiful (Nuova traccia)
12 - Ride
13 - Summertime Sadness
14 - Burning Desire
15 - Video Games
16 - National Anthem

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Alessandro Alicandri