Jovanotti live
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Musica

Jovanotti a San Siro: perché ci piace così tanto

Ieri la seconda data del cantante a Milano. Più di due ore di musica dal vivo, tra i grandi classici e le nuove hit. Il racconto del concerto

Ti porto via con me. È questa la canzone che chiude il secondo live di Lorenzo Jovanotti a San Siro, tempio del calcio ma - ne abbiamo una conferma - anche della grande musica d’estate. Ti porto via con me non è solo una canzone: è una promessa. Anzi, è la promessa che Lorenzo fa ai suoi fan. Ed è il giuramento che ognuno di loro (anche ieri sera in 60.000) gli rivolge. Un atto d’amore, insomma. Come ogni vero concerto richiede. Ad entrambe le parti. 

Il “Lorenzo negli Stadi 2015”, infatti, è una scarica di adrenalina, un colpo al cuore. L’atmosfera si percepisce nelle ore che precedono l’inizio del concerto. Fuori i cancelli, tante famiglie, coppie di fidanzati, gruppi di amici, bambini, uomini e donne non proprio giovanissimi. Prima dell’inizio del live li vedi lì, che mangiano un boccone o comprano un cappellino del merchandising per godersi a pieno il concerto. C’è una grande attesa per quello che sarà. La sensazione è proprio quella: sarà un evento unico, da ricordare. 

La carica che ognuno alimenta pian piano dentro di sé esplode quando compare sul palco lui, il re di questa serata, con Penso Positivo. Jovanotti è felice di essere per la seconda notte di fila su quel palco, così rappresentativo - nella forma e nel colore - di tutto quello che è riuscito a capire di sé in questi ultimi anni. Il palco è un fulmine, coloratissimo, che rappresenta “contemporaneamente il passaggio tra il cielo e la terra, energia, elettricità, rapidità, meraviglia, velocità, luce nella notte, ma è anche una crepa che dichiara la nostra fragilità”. 


Jovanotti canta di emozioni forti, di divertimento, di volontà di vivere. Sul palco è lui, al cento per cento. Ogni dettaglio è curato alla perfezione. I vestiti (di Valentino e Costume National) ideati con Nicolò Cerioni sono un’esplosione di colori. A far compagnia a molte canzoni, poi, sul maxi schermo dietro Lorenzo, tantissime animazioni, cartoni animati e contributi video.

Le canzoni si susseguono una dopo l’altra, in una vera e propria salita emotiva. Jovanotti non parla troppo tra un brano e l’altro. Non ha bisogno di spiegare, giustificare, criticare: tutto è già dentro la sua esibizione. E questo è decisamente un punto a suo favore. 

Si inizia con Tutto Acceso, Attaccami la spina, L’alba. Poi, tra le altre, le carichissime Sabato, Il più grande spettacolo dopo il Big Bang, Ora, L’estate addosso. Jovanotti non si risparmia: corre in pochi secondi da un lato all’alto del palco (che, diciamolo, non è proprio così piccolo). Non mancano altri brani che fanno trasparire la parte più dolce e romantica del cantante: Stella cometa, Fango, Come musica. 


San Siro si trasforma. È la discoteca dove scatenarsi per tutta la notte. Poco dopo, è il letto su cui fare l’amore. È proprio per questo che ci piace (così tanto) Jovanotti dal vivo: con lui, l’emozione - felicità o nostalgia che sia - è completa, al massimo. È nel suo punto di Tensione evolutiva. 

Anche la seconda data di Jovanotti a San Siro si è conclusa con A te, Gli immortali (dal vivo di una carica emotiva sconvolgente) e Ti porto via con me. Una serata in cui si è pianto, si è riso, ci si è scatenati. Ma, soprattutto, si è tornati - tutti insieme - all’essenzialità del nostro essere. Per essere noi. Per essere io

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Giovanni Ferrari