Jovanotti nel #lorenzopalasport
Ufficio Stampa/Foto di Michele Lugaresi
Musica

Jovanotti compie 50 anni: i 3 album più belli

Lorenzo ha pubblicato 13 album in studio, da "Jovanotti for president" del 1988 fino a "Lorenzo 2015 CC"

Lorenzo è stato ed è ancora un dj, prima di dischi, oggi di emozioni

Chissà in quanti avrebbero scommesso, nel 1987, su quel ragazzo dinoccolato, vestito con l’immancabile cappellino Boy, il chiodo, i jeans sdruciti e le scarpe da basket, che cantava brani leggeri come E’ qui la festa? e Gimme five. Ventinove anni dopo, Jovanotti ha lasciato spazio a Lorenzo Cherubini, oggi cinquantenne, artista e uomo maturo sposato con Francesca e con una figlia ormai grande come Teresa, che  ha trovato ha un perfetto equilibrio tra il desiderio di divertire il pubblico, la capacità di esprimere i propri sentimenti e la voglia di lanciare messaggi importanti attraverso la musica.

Lorenzo è stato ed è ancora un dj, prima di dischi, oggi di emozioni. La trasversalità del pubblico dei suoi concerti, che va dall’adolescente con la fascetta di Jova al cinquantenne con la Lacoste blue, anche se non mancano bambini entusiasti e nonni che si divertivano come e più dei loro nipoti, è il diretto riflesso della sua trasversalità musicale:  dai brani più recenti che pompano bassi e tastiere elettroniche tipicamente EDM alle romantiche ballad, dalle sonorità latinoamericane ai ritmi sincopati dell’hip hop, dal funky alla James Brown fino all’electropop anni Ottanta. Jovanotti ha realizzato in carriera tredici album in studio, da Jovanotti for president del 1988 a Lorenzo 2015 CC.

Abbiamo scelto quelli che, secondo noi, sono i tre album più belli realizzati finora dall’artista di Cortona, curiosi di assistere alla sua prossima svolta sonora. [Cliccare su Avanti]

1) Lorenzo 2015 CC (2015)

L’album Lorenzo 2015 CC, già certificato quintuplo disco di platino, rappresenta il vertice dell’eclettismo di Jovanotti. Trenta brani divisi in due cd, con il secondo caratterizzato da sonorità più sperimentali (eccellenti Me la gioco, La bohème e Il riparo), che riuniscono sotto l’alveo del pop le influenze musicali più disparate, dal funky alla dance, dal world music al pop-rock. Oltre 200 dj anno realizzato una loro personale versione del singolo apripista Sabato, un numero di remix mai visto prima d’ora. L’estate addosso è stato il tormentone del 2015  e ora la colonna sonora dell’eponimo film di Gabriele Muccino, mentre Gli immortali, dove Lorenzo mette a dura prova la sua voce “fino a strapparmi le corde vocali”, è già diventato un inno da stadio. Forse il brano musicalmente più interessante di Lorenzo 2015 CC è Musica, che coniuga in maniera magistrale elettronica, rap e afrojazz, grazie al prezioso contributo del sax di Manu Dibango. Un album-kolossal, che sarà difficile superare per quantità di stimoli e di idee.

2) Lorenzo 1994 (1994)

L’album, che porta a compimento il discorso intrapreso nel precedente Lorenzo 1992 dove affronta temi come l’Aids (Sai qual è il problema), il razzismo (Io no)e la politica (Ho perso la direzione), parte in quarta con il rap tiratissimo di Attaccami la spina, con la sincopata bellezza di Serenata rap e con il torrenziale inno Penso positivo, la summa del Jovanotti-pensiero in cui immagina “una grande chiesa che passa da Che Guevara e arriva fino a Madre Teresa”. Inserito da "Rolling Stone" tra i 100 album italiani più belli di sempre, Lorenzo 1994 è ricco di episodi felici, dal reggae marleyano di Soleluna all’emozionante Io ti cercherò, dalla rabbiosa denuncia politica di Barabba alla delicata Piove. Un classico che, nonostante i 22 anni, non risente dell’usura del tempo.

3) Ora (2011)

Ora è stato definito dallo stesso Jovanotti come «un disco in cui cerco di entrare nella modernità, di essere contemporaneo, in particolare nei suoni. Ho pensato alle canzoni da luna park, da sentire alla giostra calcinculo, roba da maranza che ti entra dentro e diventa la musica di oggi». Missione riuscita. Tutto l’amore che ho, La notte dei desideri e Il più grande spettacolo dopo il big bang, esemplificative della svolta elettronica dell’album impressa dal mago dei suoni Michele Canova, sono tre dei dei momenti più trascinanti dei suoi concerti, mentre la sensibilità e le doti cantautoriali di Lorenzo emergono nelle delicate  Le tasche piene di sassi e in Ora, di cui restano indimenticabili le frasi “non c'è montagna più alta di quella che non scalerò, non c'è scommessa più persa di quella che non giocherò”. Ora, realizzato in un periodo personale difficile(la malattia e la morte della madre dell’artista), ha portato Jovanotti a fare un ulteriore salto di qualità nella sua carriera, riempiendo gli stadi italiani con spettacoli multimediali sorprendenti e ricchi di invenzioni sceniche.

 

 

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Gabriele Antonucci