Accademia per pianisti. I talenti cinesi vogliono fuggire a Imola
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Accademia per pianisti. I talenti cinesi vogliono fuggire a Imola

L’Accademia della città romagnola attira giovani allievi da tutto il mondo. E tanti maestri illustri

In quel lembo di terra fra la Romagna e l’Emilia, all’ombra dei dolci colli di Imola, si coltivano talenti. E lo si deve alla generosità e alla straordinaria volontà di Franco Scala. Pianista, riconosciuto docente di pianoforte, nel 1981 decide di fondare un’Accademia per pianisti. Da buon romagnolo non si cura troppo della forma e va subito al sodo: la sede è casa sua. Poi pian piano la scuola si allarga, gli allievi aumentano e prosperano, corrono le voci. Da casa sua la sede viene spostata alla Rocca sforzesca della città. Iniziano ad arrivare i riconoscimenti e con essi i grandissimi della musica che passano da Imola: Riccardo Muti, Pierre Boulez, Maurizio Pollini fra tanti altri. Non solo, gli allievi dell’accademia partecipano ai vari concorsi e li vincono pure. Tanti e i più prestigiosi. Da Tel Aviv agli Stati Uniti, Monte-Carlo e Praga, Kiev e Berlino: sono più di 60 i giovani pianisti di Scala vincitori di grandi premi internazionali. Nessuna accademia pianistica ha un palmarès del genere.

Che il talento sia di casa qui lo dimostra anche l’incredibile telefonata ricevuta qualche anno fa: all’altra parte del filo c’era Erik Master, psichiatra, dottore della famosissima e vincente squadra di calcio del Chelsea. Chiedeva di poter andare a Imola perché aveva fatto dei test ai migliori calciatori del mondo e voleva effettuare gli stessi test sui pianisti di Scala, convinto che il talento, seppure in ambiti differenti, ha somiglianze e similitudini. Volò a Imola e scoprì il migliore dei pianisti. Da allora è nata una collaborazione che dura ancora oggi per scoprire la formula del genio.

Così, anno dopo anno, pianista dopo pianista, l’Accademia di Imola è diventata giustamente celebre in tutto il mondo. Tanto che le selezioni annuali per entrarvi invertono la ben nota fuga dei cervelli: qui è il contrario, sono i cervelli a voler venire a studiare in Italia. Solo quest’anno in una dozzina di città cinesi si svolgeranno le selezioni per non più di 40 posti per entrare a corte del maestro Scala. Ebbene, i giovanissimi pianisti che si sono iscritti e che si presenteranno sono più di 5 mila. Questo perché, come ha dichiarato un mito vivente del pianoforte, Vladimir Ashkenazy (che dell’Accademia è stato presidente onorario sin dal primo momento, mentre ne assumerà la direzione dal 30 luglio), Imola «esiste per dare al mondo musicisti straordinari». Come dice Nazzareno Carusi, «ambasciatore» dell’Accademia e pianista lui stesso, «basta andare in una qualsiasi serata del festival musicale che si svolge a Imola fino al prossimo 30 luglio». Chiunque potrà capire, senza bisogno di test vari, cos’è davvero il talento. E per una volta potremmo vantarci di averlo a casa nostra.

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Marco Filoni