Gene Simmons e i Kiss: Band-Brand
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Gene Simmons e i Kiss: Band-Brand

Il suo unico dio è il denaro. Per questo ha fondato un gruppo, i Kiss, che grazie al trucco non invecchia. E per questo - come racconta a Panorama - ha cresciuto un esercito di fan fedelissimi che si comprano tutti i gadget che lui inventa. Arricchendolo

"C’è chi si commuove per il profumo di un fiore. A me succede davanti a un mucchietto di banconote". Si presenta per quello che è Gene Simmons, mente e regista geniale della band diventata brand: i Kiss. Quarant’anni di carriera, 102 milioni di album venduti, 5 mila concerti e 3.200 licenze per l’utilizzo del marchio Kiss su prodotti che vanno dal pigiamino per neonati alla bara per l’ultimo viaggio. Tutto decenni prima di Madonna e Lady Gaga. "Al patrimonio personale aggiungerei 5 mila Polaroid di fanciulle svestite". Quelle con cui dice di aver dormito in una vita da rockstar: "Dormito non è la parola esatta, ma ci siamo capiti" gigioneggia Simmons, l’uomo che ama definirsi "la miglior realizzazione del sogno americano". Lui, immigrato da Israele a 9 anni, figlio di Flora, sopravvissuta a un campo di concentramento nazista.

"A scuola, i compagni mi massacravano per l’accento. Quando uno mi rideva in faccia, io pensavo: ridi pure idiota, presto mi darai i tuoi soldi. È andata così: disegnavo fumetti di fantascienza, li fotocopiavo e poi glieli vendevo. Mi lanciavano 30 cent con disprezzo, ma io non battevo ciglio. Nel mio modo di pensare, 1 milione di dollari è fatto da tanti cent e da qualche parte bisognava pur iniziare". Il passo successivo è stata la creazione della band-brand. "Il gruppo eterno, un culto che si tramanda di padre in figlio. Nel 1972 le parole d’ordine erano peace, love, no war. La mia era cash. Sognavo un business rock basato su quattro supereroi truccati che in quanto tali non invecchiano mai. Sostenuti da un esercito non di normali fan, ma di adoratori fedeli: la Kiss Army. Allora mi hanno preso per un egomaniaco visionario e reazionario, oggi c’è 1 milione di americani che se ne va in giro con la mia faccia tatuata. Perfino sulle chiappe. Io li adoro. Come del resto mia madre, che non li ringrazierà mai abbastanza per le sue due splendide case".

Per essere il bassista-cantante di una delle rock band più popolari e longeve del mondo, Simmons parla poco e malvolentieri di musica. "Che cosa c’è da dire? Quattro accordi, tanti ritornelli e testi leggeri: sesso, party e rock’n’roll. In alcuni brani dei nostri dischi non sono nemmeno io a suonare il basso. Ho lasciato spazio a chi lo sa suonare meglio di me. Non ho un’integrità artistica da difendere, io lavoro per il progetto Kiss nel suo insieme. Anche la mia lingua lunghissima e affilata è diventata un marchio. Che fa impazzire le donne. I critici musicali? Muffa. Per loro siamo sempre stati un fenomeno da baraccone. Si sbagliavano: siamo una formidabile macchina da dollari". Forse le stroncature dei recensori nascono da strofe come "Quando la penetro è come una lama calda nel burro" (dal brano Fits like a glove, ovvero calza come un guanto). "Un po’ triviale, ma indubbiamente efficace" sostiene. "Non ci esibiamo per salvare le balene. Noi esistiamo per farvi divertire. Non ho mai difeso i tonni o l’Amazzonia nelle mie canzoni e non me ne frega niente delle rockstar decadenti e drogate. Sei bello, ricco e famoso, hai un sacco di soldi, vendi milioni di dischi, ma sei depresso? Sparati, non avrai la mia commiserazione. Se ho una lacrima da versare, me la tengo per il padre africano che non riesce a sfamare i suoi figli".

Non usa giri di parole l’uomo che ha messo una striscia di cocaina nel caffè scambiandola per dolcificante, come racconta nell’autobiografia best seller Kiss and make up . "Non so nulla di droghe, mi fanno schifo. Come l’alcol e le sigarette. Roba per deboli e perdenti. Comunque, quella polvere era abbandonata su uno specchietto nella sala dei tecnici in studio di registrazione".

Quando non è in tour con i Kiss, Simmons è ospite delle più prestigiose università americane, dove racconta agli studenti di economia le sottili strategie per costruire un brand vincente. "I Kiss con la loro immagine e i concerti pirotecnici sono il satellite intorno a cui ruota il resto del business. Business che si rivolge a un paio di milioni di hard fan nel mondo. Sono uomini e donne che abbiamo coccolato nei decenni. Organizzando decine e decine di convention in tutto il mondo per incontrarli e farli incontrare fra loro. Molti sono stati ospiti dei nostri leggendari 'meet and greet' prima dei concerti. Li accogliamo nei camerini, ci facciamo fotografare con loro, firmiamo i gadget. Poi assistono alle prove pomeridiane pre show. Nel pacchetto viene garantito anche un posto numerato nelle prime 10 file davanti al palco".

Un pomeriggio e una sera da kissmaniaci costano 1.250 dollari. "Con un seguito così devoto è facile allargare il giro d’affari: io ho una casa discografica, la Simmons Records, sono protagonista con la mia famiglia di un reality show chiamato Gene Simmons Family Jewels (a cui ha ceduto in esclusiva le immagini del suo matrimonio con l’ex coniglietta della Playboy Mansion, Shannon Tweed, ndr) che tutti i fan dei Kiss adorano". Tra le sue fidanzate del passato ci sono anche Diana Ross e Cher: "Per conquistare Cher ho comprato tutti i biglietti di un grande cinema di New York. In sala c’eravamo solo io e lei. Meraviglioso!".

Al di fuori del gruppo Simmons ha aperto a Los Angeles un bikini car wash: "Dieci fantastiche pin-up che ti insaponano la macchina appoggiandosi ai finestrini. Enjoy! Va forte anche il mio ranch con l’allevamento di tori. Il loro seme vale come i diamanti".

Piccole ma remunerative divagazioni rispetto al core business: i Kiss. "I nostri prodotti accompagnano i fan dalla nascita alla morte. La bara non funziona per chi desidera essere cremato? E noi abbiamo creato l’urna cineraria dei Kiss, la Kiss cremation urn a soli 650 dollari. Vuoi averci con te anche durante la doccia? Ecco le piastrelle da bagno con incise le copertine dei nostri album. Per gli intenditori c’è anche un gioco da tavolo chiamato Kissopoly, versione modificata del Monopoli". Potrebbe andare avanti per ore Gene Simmons, ossessionato com’è dall’idea che i soldi non siano mai abbastanza. "Più ne ho e più ne voglio. Non mi stanco mai di lavorare, il lavoro è la mia vacanza preferita. Non sono uno dalle 9 alle 5. Sette giorni su sette è il minimo".

L’ultimo colpo di genio è l’apertura del Kiss mini golf a Las Vegas. All’interno della struttura che ospita solo golfisti vip (uno degli aficionados è Mike Tyson) svetta la Kiss wedding chapel dove i fan più fanatici del gruppo celebrano il loro matrimonio vestiti da Kiss, davanti a un officiante mascherato. "Con la Kiss wedding chapel posso dire di avere portato il mio progetto al massimo livello. La Kiss nation è una realtà. Il marchio Kiss è parte della storia dell’entertainment americano. Per questo molti mi amano e molti mi odiano. Per gli intellettuali snob sono un miserabile, affamato di soldi e donne. Ma io so bene che sotto sotto vorrebbero essere come me. Purtroppo non è possibile: di Mr Kiss ce n’è uno solo. E ha ancora molta fame".

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Gianni Poglio