Filippo Sugar: “Ecco come la Siae aiuterà i giovani autori”
Ufficio stampa Siae
Musica

Filippo Sugar: “Ecco come la Siae aiuterà i giovani autori”

Azzerate le quote associative fino ai 31 anni, esibirsi il mercoledì sera in un locale costerà solo 25 euro

"Il diritto d'autore non va vissuto come una tassa, ma come uno strumento che da un lato garantisce la libertà e l'indipendenza degli artisti, dall'altro sostiene quelle stesse opere che migliorano quotidianamente la loro e la nostra vita". Ha le idee chiare Filippo Sugar, presidente della Siae, il più giovane della storia dell’ente, ma con alle spalle già una ventennale esperienza nel mondo della musica e un approccio più moderno alle sfide del futuro, sempre più digitale. Sugar ci ha raccontato le iniziative della Siae per rilanciare il mercato della musica dal vivo in Italia, con una particolare attenzione rivolta ai giovani autori.

Ultimamente, tra Bari, Milano e Firenze, la Siae è in prima linea nel sostegno ai giovani cantautori. E’ possibile emergere, per un artista, anche al di fuori di un talent show?

“Oggi è più difficile per i ragazzi presentare la loro musica, per questo i giovani autori sono una delle priorità del mio mandato. Stiamo facendo tre cose per aiutarli. La prima è sostenere sul territorio una serie di manifestazioni e di iniziative per dare loro visibilità. Lo  facciamo da molto tempo e  ora abbiamo aumentato i fondi per le attività di promozione culturale e di sostegno. Poi vogliamo fare un’ iniziativa forte ogni anno, quest'anno è stata quella di azzerare le quote associative per giovani autori ed editori fino ai 31 anni. E' stato un grosso successo, perché abbiamo avuto quasi  3.000 nuovi associati utilizzando questa formula, inoltre anche chi ha già pagato negli anni scorsi le quote associative, ma è sotto a quella soglia di età, non paga nulla fino a 31 anni. La terza iniziativa è una sperimentazione che parte dal 1 marzo dalla Puglia  e da Firenze per incentivare i locali pubblici che volessero ospitare il mercoledì sera i concerti di cantautori o di band di età inferiore ai 30 anni che scrivono la loro musica. Quella sera  potranno suonare tutta la musica che vogliono e il costo del diritto d'autore sarà solo di 25 euro, il gestore potrà richiedere il permesso online e la Siae non tratterrà nessuna provvigione. In una sezione separata del sito della Siae faremo incontrare domanda dei gestori e offerta degli artisti".

Se questa iniziativa dovesse funzionare, pensate di renderla stabile?

"Vediamo se questo test ci darà risultati, vorremo aumentare i locali che fanno musica in Italia, come le librerie, i parrucchieri, i bar, tutti i luoghi pubblici che potrebbero essere interessati a questa iniziativa. Al tempo stesso vogliamo offrire ai giovani una musica scritta e pensata dai loro coetanei, creando un collegamento generazionale tra pubblico e autori e al tempo stesso facendo comprendere l’importanza del diritto d’autore. Se questo test, come speriamo, darà risultati importanti, allora penseremo a una formula stabile per ampliarne l'efficacia".

Il 14 dicembre si terrà un grande evento al Teatro dell’Opera di Firenze, che ospiterà una giornata dedicata alla musica dal vivo in cui  verranno lanciate le nuove tariffe. Può spiegarci meglio in cosa consiste questa iniziativa?

“Questo evento è organizzato dal Comune di Firenze, noi lo sosteniamo perché il sindaco Nardella è sempre stato molto attento al tema del diritto d’autore, anche perché lui stesso è un ottimo musicista. Come Siae abbiamo un rapporto speciale con Firenze perché è una città disposta a percorrere le nostre stesse strade, come incentivare la musica live e rendere più semplici i permessi e le autorizzazioni. Una strada che ricalca quello che abbiamo fatto con il Comune di Milano per Expo in città, cerchiamo rapporti privilegiati con i comuni per far aumentare l'offerta culturale all'interno di essi, nel rispetto dei diritti d'autore".

La tariffa promozionale lanciata in occasione del Medimex di Bari e già sottoscritta da Firenze è la strada maestra per risollevare il mercato musicale?

“In realtà sono tanti gli ingredienti che servono. Noi dobbiamo far emergere una nuova creatività e nuovi autori, abbiamo un passato straordinario, ma oggi il mondo della musica, digitale e globale, è più complicato, la vera sfida è quella di avere uno spazio, un futuro per la loro identità nazionale all'interno di un mercato globale. Abbiamo bisogno di grandi autori ed è sempre più difficile nel momento in cui i talent, basati prevalentemente sugli esecutori, occupano molti spazi televisivi. Dobbiamo fare emerge i nostri nuovi grandi artisti, per avere un futuro che sia all'altezza del nostro passato in un mondo più competitivo".

Lo streaming audio è sempre più diffuso, ma i guadagni sono ancora molto bassi, soprattutto per gli artisti emergenti. Che cosa si può fare per riequilibrare la situazione?

“La musica è stato il settore industriale investito per primo dalla rivoluzione digitale, che ha avuto un impatto devastante sulla discografia. Il mercato si è adeguato e oggi, dopo anni di sofferenze, è tornato a crescere e a intravedere nuove opportunità. Esiste uno squilibrio tra ciò che i contenuti creativi generano a livello economico e ciò che viene restituito agli autori, che è una minima parte di ciò che va agli intermediari della rete. E' un tema che va risolto".

Negli ultimi tempi stiamo assistendo a un trionfale ritorno del vinile, ma anche le vendite dei cd sono in crescita nell'ultimo anno. Come se lo spiega?

 "Il vinile cresce in modo strutturale in tutti i paesi, il cd a seconda dei periodi, due anni fa in Giappone, quest'anno in Italia. La verità è che i numeri sono ancora talmente bassi che basta un buon calendario di uscite di artisti con un pubblico più adulto per modificare in modo sensibile il dato di mercato. Il fenomeno degli instore funziona  non solo per gli emergenti, ma anche grazie agli artisti che una volta erano meno disponibili, mentre oggi si prestano maggiormente ad entrare in contatto con il pubblico. Il prodotto fisico rimarrà, ma l’incremento del nostro settore passerà attraverso il digitale”.

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Gabriele Antonucci