David Garrett incontra Niccolò Paganini
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David Garrett incontra Niccolò Paganini

Un cd e un film dedicati al violinista più famoso della storia: la rockstar dell'archetto parla del doppio progetto

Giacca sartoriale e jeans strappati, camicia rigorosa e anfibi pesanti, capelli disciplinati in uno chignon e anelli metal: si presenta così all’intervista David Garrett, il "Brad Pitt del classic rock" (definizione di Madonna). Un mix perfetto tra tradizione e modernità, proprio come la musica che interpreta. Perché l’archetto più veloce del pianeta – ha eseguito Il volo del calabrone in 1 minuto e 6,56 secondi, 13 note al secondo, record registrato nel Guinness dei primati – è il profeta del crossover. Sulle note di Mozart conquista i teatri con le orchestre e i direttori più prestigiosi; allo stesso tempo, insieme alla sua band riempie i palazzetti al ritmo dei Led Zeppelin. In tour perenne, il 33enne violinista tedesco – Bongartz all’anagrafe, il cognome d’arte l’ha ereditato dalla madre americana – con un talento prodigioso (ha firmato il primo contratto discografico a 12 anni) e un passato da modello su Vogue (per pagarsi l’affitto a New York mentre studiava alla Juilliard School, proprio quella di Saranno Famosi) svela il progetto più ambizioso della sua già straordinaria carriera.
Dal palco al set cinematografico de Il violinista del diavolo: ci racconti questa nuova avventura.

"Parto dal titolo: era il soprannome del violinista Niccolò Paganini, vera rockstar dell’Ottocento, talmente geniale ed eccentrico da far sorgere sospetti di un patto con Satana. Mancava un film dove la storia autentica prevalesse sulla leggenda e l’ho realizzato io".

In che senso?

"L’ho prodotto, ho steso il copione con il regista Bernard Rose e ho recitato".

In effetti, chi meglio di lei avrebbe potuto interpretare il protagonista?

"Con i capelli scuri, però! Alla tinta è seguìto un enorme lavoro di documentazione e studio: nei confronti di Paganini ho un’ammirazione sconfinata perché ha rivoluzionato il modo di suonare il violino, naturale che dessi tutto me stesso".

Ricordi particolari delle riprese?
"La noia, bisogna aspettare ore per recitare due righe di copione - mi sono comunque divertito a entrare in questo nuovo mondo - e il pensiero fisso al mio Stradivari (del valore di 3 milioni di dollari, ndr), da cui mi separavo prima dei ciak".

Perché?

"Semplice, Paganini suonava un violino costruito da Giuseppe Guarneri nel 1743. Lo chiamava cannone per la sua potenza sonora. Siccome lo strumento è conservato a Genova, città natale del maestro, ho adoperato una copia fedele dell’originale".

Si è occupato anche della colonna sonora?

"Come avrei potuto evitarlo? Insieme a Franck van der Heijden ho riarrangiato i brani che eseguo nella pellicola".

Sono gli stessi del nuovo cd Garrett vs Paganini (Decca, ndr)?

"Sì, i pezzi di Paganini sono sei, ai quali ho aggiunto opere di Scarlatti e Tartini, suoi compositori di riferimento, e Rachmaninoff e Čajkovskij, che a lui si ispiravano. Più gli inediti Io ti penso amore, cantata da Nicole Scherzinger e Ma dove sei, con la voce sensazionale di Andrea Bocelli. Scrivere per il vostro tenore è stato un onore immenso: chissà che presto non riusciremo a duettare dal vivo!".

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