Il caso Fedez: "Nessuno mi può censurare"
Ufficio Stampa
Musica

Il caso Fedez: "Nessuno mi può censurare"

Il rapper e giudice di X Factor replica agli attacchi del Pd che ha duramente criticato l'inno scritto dal cantante per i Cinque Stelle

Di tutto di più: non si ferma la scia di polemiche seguite allo scontro tra Fedez e il PD. 

Tutto è nato per le strofe di Io non sono partito, l'inno di Fedez per il Movimento Cinque Stelle. Il rapper è stato accusato di vilipendio al Capo dello Stato (nel brano di Fedez c' è un riferimento alla convocazione del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano come testimone al processo Stato-mafia).

Due esponenti del PD, Federico Gelli ed Ernesto Magorno, si chiedono "come sia giudicata da Sky, che ha mostrato sempre grande equilibrio ed equidistanza nel rapporto con la politica, l'affiliazione pubblica di Fedez al Movimento 5 Stelle, visto che il rapper è uno dei volti di punta di Sky come giudice di X Factor 8".



Questa la reazione di Fedez su Facebook:

"Apprendo ora che due esponenti del PD hanno fatto esplicita richiesta a SKY di prendere posizione riguardo al mio ruolo e alla mia presenza nel programma di X Factor per aver espresso un'opinione politica al di FUORI da tale contesto. Io non sono a X Factor per fare propaganda e mai l'ho fatta, ma da cittadino ho le mie idee politiche e non ho nessun motivo per tenerle nascoste, il fatto che per averle espresse si chieda la mia testa ci riporta indietro di 60 anni alla censura e al fascismo".

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Gianni Poglio