Pollinator Blondie
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Blondie: "Pollinator" è un ponte tra passato e futuro - Recensione

L’undicesimo album della band di Debbie Harry, ricco di ospiti, rinfresca la formula vincente del gruppo newyorkese

Esce oggi nei negozi fisici e digitali Pollinator, undicesimo album in studio dei Blondie, gruppo icona della new wave newyorkese capitanati dalla carismatica Debbie Harry, da loro descritto come "il coronamento di una carriera lunga 40 anni".  

Pollinator esce a due anni di distanza dal precedente Ghosts of Download, lavoro che faceva parte del progetto comprendente la raccolta Blondie 4(0) Ever.

Per gli appassionati di vinile, il disco sarà pubblicato in una versione limitata, in versione rossa e bianca, la prima acquistabile on line e la seconda da selezionati retailer.

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Pollinator è stato registrato nei Magic Shop di New York, studi che già hanno visto artisti del calibro di David Bowie, qui ha registrato i suoi due ultimi album, e Lou Reed, ed è prodotto da John Congleton, già collaboratore di John Grant e St.Vincent.

Shepard Fairey aka Obey, noto illustratore e artista americano tra i maggiori esponenti della street art contemporanea, ha disegnato la cover del disco.

Il primo singolo estratto dell’album è Fun, un brano tutto da ballare scritto in collaborazione con David Sitek componente dei Tv on the radio, che richiama le eccitanti atmosfere disco dello Studio 54.

Long time, scritta con il talentuoso Dev Hynes dei Blood Orange, è un gioiello pop che strizza l’occhio all’iconica Heart of glass, candidandosi a diventare un nuovo classico del loro repertorio.

Di grande suggestione Fragments, cover della canzone di An Unkindness uscita nel 2010, un brano che passa dalla malinconia all’energia punk della seconda parte, scelto come chiusura di Pollinator.

Provoca un sottile brivido di piacere ascoltare l’inconfondibile suono della  chitarra di Jonny Marr, leggendario chitarrista degli Smiths, in My Monster, brano di cui è anche autore.

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Sono solo due le canzoni composte direttamente dal duo Chris Stein e Debbie Harry, Doom Or Destiny e Love Level, non a caso due dei brani più travolgenti dell’album.

La voce di Debbie Harris, nonostante le 71 primavere, non solo è ancora estesa ed emozionante, ma anche più ricca di sfumature rispetto agli anni Ottanta.

Alla buona riuscita dell’album, in perfetto equilibrio tra passato e futuro, hanno collaborato ospiti di prestigio come Sia, Charli XCX, Laurie Anderson, Joan Jett e Nick Valensi degli Strokes.

L’album sarà presentato in un lungo tour attraverso Stati Uniti,Nuova Zelanda, Australia ed Europa,  dove farà tappa solo in Francia e Gran Bretagna. Al momento non è prevista alcuna esibizione dei Blondie nel nostro paese, dove si sono esibiti nel 2014 in un trionfale concerto a  Segrate. 

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Alexander Thompson
I Blondie oggi

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Gabriele Antonucci