Adriano Celentano: le emozioni di "Rock Economy" (Seconda serata su Canale 5)
Musica

Adriano Celentano: le emozioni di "Rock Economy" (Seconda serata su Canale 5)

Scaletta e analisi del concerto all'Arena di Verona del 9 ottobre 2012

La macchina era rodata e Adriano Celentano ha dato il suo meglio. Dopo le incertezze della prima serata , quale silenzio di troppo, "Rock Economy" è arrivato alla sua degna conclusione. Ecco il concerto dal punto di vista musicale, con la scaletta e l'analisi del live brano per brano.

Il primo pezzo portato sul palco è "Mondo in Mi 7a", altro brano di incredibile attualità. Attuale nel 1976 e attuale oggi con i suoi temi di analisi sociale raffinatissima, complessa, con tratti rivoluzionari. È qui il manifesto del Clan tanto caro al Molleggiato. Un inno d'amore che non si discosta di un millimetro dalla realtà, anche cruda, della nostra società.

Secondo pezzo in scaletta è "Soli", uno dei suo brano d'amore più belli. Siamo ancora negli anni '70 (nel 1979 di preso), anni di grande ispirazione, successo e popolarità. È un vero cult (musicato da Toto Cutugno, che di frequente l'ha anche ricantata e fatta un po' sua).

Ci ha divertito molto il momento in cui si è esibito in "L'arcobaleno", un salto nel repertorio moderno (1999), un brano e singolo estratto da "Io non so parlar d'amore", altro bell'omaggio in questo album dove la collaborazione di Gianni Bella e Mogol ha creato ancora una volta qualcosa di magico. Ed è solo l'inizio.

Sedutosi al "tavolaccio", si è esibito in "Storia d'amore", una delle canzoni più vecchie del suo repertorio, poco conosciuta dai più giovani ma è una canzone che cresciuto più di una generazione, con i suoi ritmi così italiani, così melodici, così incredibilmente freschi dopo oltre 30 anni di storia alle spalle. L'assolo finale di fisarmonica è incredibile.

Dopo l'interruzione iniziale in cui ha ammesso di non leggere bene i testi sul gobbo, Adriano ha ammesso: "Dopo tutti questi anni, non mi ricordavo più i testi delle canzoni. Da quando ho deciso di venire qui a Verona, la gente mi vedeva che parlavo da solo. E a volte scambiavo un testo per un altro".

È così che mescola "Esco di radio e parlo ancora meno" (2000, album omonimo), "Si è spento il sole" (1962) e "Ringo", altro brano vecchissimo di metà anni '60, brano in salsa western che anche i più giovani ricordano perché ripresa in un noto spot pubblicitario.

Da questo momento vedremo qualche bis, criticato da alcuni ma inevitabile in un contesto live dove chi ha pagato il biglietto non può andarsene senza sentire "Il ragazzo della via Gluck". Ancora una volta, emozioni da brividi sulla schiena. Dopo la fine della prima parte, si torna con un balletto (notevole) sulla base di "Yuppi Du", pezzo estratto dalla colonna sonora del film omonimo del '75.

Altro bis con "Cammino", con lo stesso balletto e coreografia e identica carica di contenuti di profonda riflessione. Ricordiamo che il brano è dell'83 ed è contenuto in "Atmosfera". È quasi un pezzo parlato ma che ci ha riempito di inquietudine e di inevitabile contatto con la realtà.

A sorpresa, arriva una dedica a Sophia Loren con "Straordinariamente", del '69, brano contenuto nello stesso 45 giri di "Storia d'amore", cantato pochi minuti prima. Un brano di un eleganza, di una bellezza incredibile.

Dopo qualche brano più "ricercato" e meno sentito dal grande pubblico, arriva "Pregherò", anche questa replica del brano cantato a inizio spettacolo ieri. Altra colonna portante del suo immenso catalogo che non potevamo non riascoltare. Ecco allora il ritorno di Gianni Morandi, con il quale si esibirà ancora una volta per una parte del concerto.

Questa volta entra (dopo aver bussato) con "Un mondo d'amore", 1967, sigla della trasmissione "Giovani". "Non la conoscevo", ironizza Celentano, prima di un omaggio a Lucio Dalla con standing ovation.

Morandi è emozionato e decide (improvvisando) di dedicargli una delle sue canzoni più belle e conosciute nel mondo, "Un mondo d'amore". L'omaggio al cantautore bolognese continua con una dedica e "Sei rimasta sola", canzone di Adriano del 1962.

Anche qui notiamo il grande lavoro di ricerca di brani che spaziano su territori sconfinati, con una particolare attenzione per i brani meno giovani e quindi più vicini al pubblico più adulto e affezionato, per veri specialisti.

Siamo alle battute finali e davvero Adriano non ci poteva lasciare senza aver cantato almeno una volta "Una carezza in un pugno", brano del '68 che molti di voi non ricordano essere contenuto nello stesso 45 giri di Azzurro (che canterà subito dopo, anche se ha cominciato a cantarla già prima che si tornasse in onda).

Due hit enormi nello stesso disco, a pensarci oggi (anche alla luce dell'attuale mercato) la cosa ha dell'incredibile.

Insieme a Morandi canta ancora "Ti penso e cambia il mondo", terzo singolo estratto da "Facciamo finte che sia vero" e riproposto anche nella serata di ieri 8 ottobre. La chiusura arriva con il già citato "Azzurro" (scritta da Paolo Conte e successo internazionale) per poi chiudere il ciclo con "Anna parte", brano scritto e musicato per "Facciamo finta che sia vero" da Corrado e Camillo Castellari.

La chiusura è lasciata all'infinita energia di "Prisencolinensinainciusol", stesso brano della scorsa serata. La notizia, abbastanza ovvia ma sembra ormai ufficiale, è che questo doppio concerto diventerà un cd live e un dvd. Il montaggio (unito alle riprese inequivocabilmente fantastiche) permetteranno di rivivere questa esperienza televisiva eccezionale.

Complicata, difficile per un artista fermo da molti anni, ma con risultati complessivamente incredibili. Soprattutto in questo secondo live, ancora più ricco di canzoni, più lineare, più sicuro e quindi emozionante. Adriano Celentano, dopo qualche inciampo a Sanremo 2012, finalmente a Verona ritrova (mediaticamente) la rotta giusta per il suo volo.

Premesso che la sua storia, com'è ovvio, è impossibile da cancellare (anche se qualcuno ci ha provato).

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Alessandro Alicandri