Adriano Celentano: le emozioni di "Rock Economy" (Prima serata su Canale 5)
Musica

Adriano Celentano: le emozioni di "Rock Economy" (Prima serata su Canale 5)

Scaletta e analisi del concerto all'Arena di Verona dell'8 ottobre 2012

Adriano Celentano è tornato a cantare. "Rock Economy" è arrivato su Canale 5 con il suo carico di successi. Abbiamo deciso di raccontarvi il concerto nella sua parte squisitamente musicale, per conoscere le scelte operate nella scaletta, brano per brano. Il Molleggiato ha fatto il suo ingresso con "Svalutation", brano del 1976 estratto dall'album omonimo.

L'intensità è se possibile ancora più forte che trent'anni fa. Quell'ironia mista a rabbia è arrivata diretta al cuore del pubblico.

Un brano perfetto per l'apertura, quindi, con la sua dose di attualità economica (tra benzina, povertà e immutabilità dell'atteggiamento dei governi). Il singolo, contenuto insieme a "La barca", è uno dei brani icona del suo repertorio. Una delle versioni del pezzo più amate (anche su Youtube) è stata quella con Piero Pelù nel programma di Raiuno "Francamente me ne infischio".

L'esibizione, che risale al 1999, è ormai storia. Dopo una breve parentesi di rock'n'roll cantata nello strampalato inglese dell'artista, Adriano si è esibito in un'altro grande classico, "Si è spento il sole". Qui facciamo un ulteriore passo indietro, andiamo al 1962. Una canzone d'amore e amarezza, un tango che racconta la fine di una relazione.

Un brano cardine per la generazione degli anni '60 entrata nel tessuto sociale italiano (e internazionale). Vinicio Capossela nel 2003 l'ha scelta come cover per l'album "L'indispensabile". Con estrema eleganza, si arriva al più recente "Facciamo finta che sia vero", cantando "La cumbia di chi cambia", singolo scritto con Jovanotti, una ballata rap contemporaneo, politico, rivoluzionario.

A fine esibizione, arriva l'omaggio a Gianni Bella e Mogol, autori di uno dei suoi brani più romantici del repertorio recente "L'emozione non ha voce" del 1999. Il primo alle musica e il secondo ai testi, hanno dato vita a una buona parte di "Io non so parlar d'amore", disco che ha venduto in tempi già critici più di due milioni di copie.

Sedutosi attorno al "tavolaccio", presenta "Io sono un uomo libero", pezzo scritto da Ivano Fossati. "Un brano difficile", dice, "più difficile degli altri. Con un piede devo segnare il levare, con il l'altro il battere. Con il ginocchio devo ricordarmi le parole". Il brano è estratto da "Esco di rado e parlo ancora meno" del 2000, un brano realizzato per Adriano su proposta dello stesso Fossati.

La scaletta dei brani, molto equilibrata, ha fatto seguire a un brano meno noto, la importantissima "Pregherò", cover di "Stand by me" di Ben E. King pubblicata da Adriano nel '62. A seguire, accompagnato da un balletto, arriva "L'artigiano", uno dei brani più attuali nel testo e nei temi del suo repertorio, nonostante abbia appena festeggiato i 30 anni di vita. Basta rileggere queste parole: "Il ministro del soldi degli altri ora sta’ parlando in tv. Dice che ancora non basta, bisogna pagare di più".

Anche qui politica e economia si mescolano sapienti in un rock soul trascinante. Eccoci al momento del monologo, bruscamente interrotto (per motivi misteriosi) e fatto seguire da "Cammino", una rarità dell'83 contenuta nell'album "Atmosfera". Sedutosi con la chitarra, intona il brano italiano forse più amato in assoluto dal grande pubblico, su un testo scritto da Luciano Beretta and Miki Del Prete, interpretata nello stesso modo con cui l'ha cantata fino agli ultimi live degli anni '90, lasciando cantare l'inizio del brano al pubblico, "Il ragazzo della Via Gluck".

Presentata nel 1966 al Festival Di Sanremo, non durò nella gara ma divenne presto un classico internazionale, uno dei brani con più cover celebri e uno dei brani maggiormente biografici della sua carriera e del suo spirito musicale, con i classici temi ecologici che da sempre lo contraddistinguono. L'ultima parte del live è stata interamente fatta con Gianni Morandi, ospite musicale unico della serata: dopo la discussione sui temi economici insieme all'economista francese Fitoussi e i giornalisti d'inchiesta Rizzo e Stella, interrompe tutto per accogliere il secondo protagonista.

Insieme cantano "Scende la pioggia", brano di Morandi di fine anni '60, cover di "Elenore" dei The Turtles, seguita poi da "La mezzaluna", il brano dell'ultimo album "Facciamo finta che sia vero" che vede la collaborazione (non nell'occasione di ieri) di Raphael Gualazzi. Nonostante un po' di confusione, la perdita della scaletta, Gianni Morandi cerca di riportare in pista lo show con i pezzi mancanti. Il primo proposto è "Ti penso e cambia il mondo", anche questo brano recente scritto da Pacifico.

È incredibile come questo album, già multiplatino, sia già diventato alle nostre orecchie, un classico. L'ultimo brano cantato insieme è "A Woman in love", brano del 1977 e cover dell'omonimo pezzo di Frankie Lane a metà degli anni '50 e portata al successo anche da Marlon Brando, Ronnie Hilton e molti altri. Il primo live si chiude con la mitica "Prisencolinesinanciusol", il brano cardine del suo canto in inglese "simulato", la vera anima rock del Molleggiato (siamo nel 1972).

Pubblico in delirio, uscita insieme ai ballerini. Fine della puntata.

Grandi momenti di musica, grande attenzione per i brani degli esordi con qualche slancio contemporaneo controllato, la classe e la bravura di un fuoriclasse che nonostante l'età, a parte le sbavature extra musicali, ha la capacità di generare incanto con interpretazioni perfette, un canto sentito e coinvolgente, una freschezza che sembrava non ci dovessimo più aspettare da lui e invece è arrivata, come un'ondata inattesa ma inevitabile, in diretta tv.

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Alessandro Alicandri