Le 8 bellezze culturali di Reggio Calabria da non perdere secondo il Fai
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Le 8 bellezze culturali di Reggio Calabria da non perdere secondo il Fai

Non solo i Bronzi di Riace. Negli ultimi anni si è moltiplicato l'impegno del Fondo Ambiente Italiano in Calabria e il Presidente, Annalia Paravati Capogreco, illustra i siti e le opere da non mancare

Annalia Paravati Capogreco, 55 anni, è il presidente del Fondo Ambiente Italiano per la Calabria da tre anni, dopo essere stata alla guida della delegazione Fai della Locride.

Proprio nei mari di questa zona nell’agosto del 1972 sono state ritrovate le statue dei due Bronzi di Riace. Due monumenti di valore inestimabile "che hanno acceso l’attenzione del mondo verso questa terra, dove la tutela della cultura e dell’ambiente può diventare un volano per la rinascita della regione e della sua economia", spiega a Panorama.it Paravati, illustrando le opere e i monumenti curati dal Fai nella provincia di Reggio Calabria, che chi visita la regione non può mancare.

1)   I due Bronzi di Riace sono esposti a Palazzo Piacentini, il Museo Archeologico di Reggio Calabria, nell’unica sala aperta al pubblico, in attesa che si risolvano le vertenze giudiziarie relative al restauro dell’edificio. L’accesso è contingentato, dopo il passaggio in una stanza di compensazione, per evitare danni alle statue. Il Fai ha formato 25 giovani allievi delle scuole di Reggio come apprendisti ciceroni per accompagnare le scolaresche in visita al Museo.

2)   La Cattolica di Stilo, è una piccola chiesa bizantina del 10° secolo, candidata dal 2007 a patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Nel 2012, grazie a 20.000 segnalazioni, è divenuta uno dei «Luoghi del Cuore» del Fai che, grazie a una convenzione con Banca Intesa, ha ottenuto 30.000 euro per realizzare un nuovo impianto di illuminazione che esalti il senso di spiritualità del monumento.

3)   L’Arazzo di Jan Leyniers, opera della seconda metà del XVII secolo donata dal vescovo alla diocesi di Gerace, dopo essere stato restaurato a Cosenza, sarà esposto in una sala al piano terra di Palazzo Piacentini a Reggio Calabria dal 15 marzo sino alla fine del restauro del palazzo vescovile di Gerace, dove ritroverà la sua sede d’origine.

4)   Il Fai ha promosso il restauro del Drago di Kaulon, una città della Magna Grecia che oggi si chiama Monasterace. Si tratta del più antico mosaico calabrese, III secolo a.C., probabilmente la soglia di una casa nobile, che salvato da restauratori calabresi, ora è ospitato nel museo di Monasterace.

5)   La Pala d’altare di Battistello Caracciolo, un caraveggesco del 600 di scuola napoletana, dopo essere stata custodita nei locali della Soprintendenza ai Beni storico artistici e culturali a Cosenza, sarà restaurata in un cantiere aperto ai visitatori nella Chiesa di San Domenico di Stilo. L’opera rappresenta la Madonna d’Ognissanti in Paradiso, e per secoli è stata nella Chiesa Matrice di Stilo, dove tornerà quando sarà finita l’opera di restauro dell’edificio.

6)   Il Parco Archeologico di Locri , 25 chilometri quadrati sui quali si trovano i resti di templi, cinta muraria e teatro della antica Locri del VII secolo a.C. . Durante le Giornate di primavera del Fai, quest’anno il 22 e il 23 marzo, l’accesso al parco sarà gratuito e i visitatori saranno ricevuti dagli apprendisti ciceroni.

7)   La Villa romana del Naniglio, di epoca imperiale, II o III secolo d.C., è stata scoperta per caso anni fa nel territorio di Gioiosa Jonica. Si tratta di un imponente edificio “ipogeo” sotto terra e all’epoca della scoperta ci passava sopra una strada: grazie all’intervento del Fai, la strada è stata deviata e ora la villa è accessibile al pubblico in alcuni giorni.

8)   La Villa romana di Casignana, non lontano da Bianco, è un edificio del I secolo d.C. Scoperta nel 1963. Grazie al Fai è stata aperta al pubblico che può ammirare, tra altro, i resti del complesso termale e gli splendidi mosaici della zona residenziale. 

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Damiano Iovino