Open Panorama intervista Marco Lucchini
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Open Panorama intervista Marco Lucchini

Guido Castellano di Panorama ha incontrato Marco Lucchini, presidente del Banco Alimentare, presso il Mondadori Multicenter di c.so Vittorio Emanuele a Milano

Nel marzo del 1988, Marco Lucchini ricevette una telefonata da Giorgio Vittadini, allora presidente della Compagnia delle Opere. Gli chiedeva di andare a Barcellona a vedere di persona che cos’era il “Banco de Alimentos”, un’opera sociale che recuperava alimenti e beni di prima necessità dalle imprese e li distribuiva ai poveri della città. Lucchini andò e rimase nella città catalana un paio di giorni. Al ritorno decise di replicare quello che aveva visto anche a Milano. Buona idea, ma intantio non poteva lasciare il suo lavoro in una piccola catena di supermercati e, d’altra parte, l’impresa non era affatto semplice. Il principale problema era che mancavano le persone che, come lui, fossero state affascinate da quello che aveva visto e poi mancavano le aziende disposte a consegnare i loro prodotti. Ciò che non mancava erano i poveri per i quali Lucchini riuscì a recuperare, come prima donazione, solo un’immensa fornitura di Fernet. Aveva il digestivo, mancava il cibo.

La svolta avviene nel 1989 quando, grazie ad un amico, Lucchini incontra Danilo Fossati, nome mitico dell’imprenditoria alimentare italiana, l’uomo che ha fondato e presieduto la Star. Fossati conosceva il “Banco de Alimentos” perché la sua controllata spagnola, la Starlux, le donava già i prodotti invenduti, ma non sapeva che Lucchini si era messo in testa di replicare quell’esperienza in Italia. Glielo aveva detto Monsignor Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione, il movimento ecclesiastico dove Lucchini aveva conosciuto tutti gli amici che poi, piano piano, si sono aggregati nella costruzione di quell’opera.

Fossati rimase affascinato e decise di staccare un assegno di 50 milioni di lire prelevandoli dal suo conto personale più altri 15 milioni per le prime spese che l’associazione doveva sostenere e, infine, la Star divenne la prima grande impresa a donare al Banco Alimentare i suoi prodotti invenduti ma perfettamente in regola con le norme igeniche.

Con quei soldi il Banco Alimentare trovò finalmente una sede: un capannone alle porte di Milano, a Meda. Lucchini chiamò tre amici: Alberto Bertazzi, che divenne presidente, Giuseppe Costa, nominato vicepresidente, e Gianni Formenti, che, da pensionato, si occupava della gestione operativa. Nel 1991 il Banco riuscì a farsi dare gratuitamente da imprese alimentari, 50 bancali tra conserva di pomodoro, legumi, pasta. Il problema era portare tutto quel cibo a casa delle persone che non potevano permettersi di comprarlo. E qui entra in scena Davide Cavanna, imprenditore nel settore dei traslochi, che mise a disposizione i suoi camion. Cominciava a diventare una cosa seria. Talmente seria che nel 1991 uno studente della Bocconi scrisse la sua tesi di laurea sull’esperienza di Lucchini e del Banco Alimentare. Un testo che sollecitò l’interesse anche del mondo accademico: alcuni docenti, in pensione o in procinto di andarci, invece di studiare il Banco Alimentare decisero di lavorarci.

Oggi il banco Alimentare è diventata una realtà che nessuno avrebbe mai potuto immaginare: le associazioni in Italia che fanno riferimento alla Fondazione Banco Alimentare Onlus sono 21 che hanno appena 117 dipendenti e che contano su una rete di 1.398 volontari stabili che salgono a oltre 100mila in occasione della Giornata Nazionale della Colletta Alimentare. Le strutture dove i beni alimentari vengono stoccati per poi essere distribuiti ai più bisognosi occupano complessivamente una superficie di 36.941 metri quadrati mentre il cibo viene portato a destinazione da 66 tra camion, furgoni e furgoncini, senza contare i mezzi messi a disposizione dei privati. Nel 2010 sono state recuperate qualcosa come 75.718 tonnellate di alimenti che sono stati distribuiti gratuitamente a  8.159 associazioni ed enti caritativi.

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