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Frida Giannini e l'effetto shuffle

«Mi piace la canzone imprevista, quella che spunta a sorpresa dalla radio, non la storia già scritta in una playlist»: un dialogo in esclusiva per Flair tra il direttore creativo di Gucci Frida Giannini e il dj internazionale Matteo Ceccarini intorno a moda, estetica e vita rock and roll. L'intervista completa sul numero 10 di Flair in edicola con Panorama giovedì 27 marzo .

MATTEO CECCARINI Iniziamo liberi e leggeri, come una ouverture rossiniana. Cosa vuoi comunicare di te attraverso la tua passione per la musica?

FRIDA GIANNINI Soprattutto amore e rispetto per il passato. E la curiosità del contemporaneo e del futuro. La musica è una mia grande passione, che continuo a coltivare anche con il lavoro. È come lo specchio, il riflesso di quello che faccio come designer. Nella moda ho forti riferimenti al passato, icone che cerco sempre di reinterpretare in chiave contemporanea, guardando al domani. Stessa cosa mi succede con la musica: faccio riferimento a figure importanti, a memorie fondamentali. Ma per il mio lavoro, per esempio negli eventi, nelle sfilate, devo cercare anche un gruppo o delle sonorità nuove. Per questo ogni tre mesi mi siedo con alcuni collaboratori e ricavo aggiornamenti, suggestioni. Non ho più il tempo di scaricare e fare scouting di musicisti da sola, quindi mi appoggio a suggeritori.

M.C. Come nasce questa passione?

F.G. In famiglia. Mio zio Daniele negli Anni 80 era un dj molto bravo e ascoltava sempre musica con i suoi amici. A me divertiva passare le giornate con loro, ero curiosa e affascinata da questi dj e dai loro vinili. Così mi sono abituata subito a vivere la musica. Nell’88 purtroppo mio zio è venuto a mancare, molto giovane, per un incidente. Subito ho chiesto di avere i suoi dischi per custodirli: li avevo vissuti, ci ero cresciuta, erano parte di me. All’epoca, a 17 anni, mi sono comprata i piatti Technics 1200 e ho iniziato a seguire attivamente la musica.

M.C. A quei tempi in che genere ti identificavi?

F.G. Ero pop. Ascoltatavo Duran Duran, Spandau Ballet, Madonna, però allo stesso tempo avevo passioni anche per i Talk Talk, Frankie Goes to Hollywood, Mark Almond. Non ero rock, quello è venuto dopo, maturando; anche se ero cresciuta con i Led Zeppelin, David Bowie, Rolling Stones, la mia parte rock è emersa più tardi. All’epoca andavo in discoteca al Veleno e c’era Jovanotti che metteva i dischi il sabato pomeriggio. Ballavo tantissimo.

M.C. Com’è cambiato oggi il tuo gusto?

F.G. Credo di aver raggiunto un gusto poliedrico, non do privilegio a un genere specifico, spazio a 360 gradi, e questo è il bello della musica. Anzi: adoro l’effetto sorpresa, metto l’iPod in shuffle, mi piace la canzone imprevista che senti alla radio, invece di pianificare la playlist sapendo che dopo quel brano viene quell’altro. Amo molto anche la classica, Chopin in particolare.

M.C. Hai qualche avversione ?

F.G. Sì certo, l’Heavy Metal non mi prende, le Boy Band non mi sono mai piaciute. Preferisco quando si sciolgono ed esce fuori un Robbie Williams della situazione.

M.C. In una sfilata, come si costruisce il legame tra la collezione e la musica?

F.G. Nei miei moodboards c’è quasi sempre un’icona che arriva da questo mondo. Nell’ultima sfilata donna avevo tutta una serie di scatti rubati degli Anni 60 di Mick Jagger e Marianne Faithfull, mi interessava il look di lei ma anche l’androginia di lui. Al momento
di scegliere la colonna sonora della sfilata ho specificato che m’interessava quel mood musicale ma non quel sound datato, mi serviva qualcosa di contemporaneo con beat o accenni Anni 60, non musica Anni 60 vera e propria. Abbiamo usato brani della band Warpaint per i look giorno e un classico remixato – Hey Joedi Jimi Hendrix – cantato da Charlotte Gainsbourg nella sera, quindi con l’ultima parte dello show molto suggestiva, drammatica. (…)

Il dialogo tra Frida Giannini e Matteo Ceccarini si può leggere integralmente sul numero 10 di Flair in edicola con Panorama giovedì 27 marzo .

Portrait Courtesy of Mert and Marcus

La creative director di Gucci Frida Giannini.

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