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Pamela Moore
Economia

Imprenditori 2.0, il successo dipende dalle start-up

Per sfruttare al meglio globalizzazione e nuove tecnologie servono aziende snelle, dinamiche, flessibili e poco costose in termini di gestione

Essere imprenditori nel Terzo Millennio non è facile. O almeno di questo è convinto The Economist, che ha appena pubblicato una lista di suggerimenti per chi vuole fare business in tempi in cui tutto deve funzionare alla perfezione, costare poco, essere disponibile 24/7 ad ogni angolo del globo e, soprattutto, rimanere al passo coi tempi.

Secondo gli opinionisti del settimanale inglese, la più grande difficoltà per chi vuole lanciarsi in un'attività imprenditoriale oggi è quella di essere in grado di reinventare il concetto stesso di business per far fronte alle sfide che dipendono dall'interazione in mondo tecnologicamente avanzato e profondamente globalizzato.

Oggi non sono più i grandi conglomerati pubblici e le multinazionali ad andare per la maggiore, ma le start-up. Certo, The Economist è il primo ad ammettere che le aziende di questo tipo, oltre ad essere ancora considerate un'eccezione più che la normalità, sono ancora molto vulnerabili. E che pur avendo ampliato molto il proprio raggio di azione sia dal punto di vista geografico sia da quello delle attività e servizi offerti, in alcuni settori non sono ancora pronte per funzionare. Tuttavia, dati e risultati alla mano, non è difficile sostenere che le start-up sono le uniche aziende in grado di sfruttare al massimo le potenzialità di internet e di interiorizzare i passi avanti che la rivoluzione tecnologica attualmente in atto può permettere di fare.

Continueranno a fallire, a ritrovarsi senza fondi, a essere guidate da manager non all'altezza del loro (difficile) compito, ma sono le aziende del futuro. Sono flessibili, possono permettersi di acquistare od acquisire quello che vogliono nel momento in cui ne hanno effettivamente bisogno, sono in grado di contenere le spese anche quando ambiscono a consolidare la propria posizione su scala globale, e sono spesso in attivo. Ecco perché, secondo The Economist, per avere successo nel Terzo Millennio li imprenditori devono adottare il modello della start-up. E' rischioso, certo, ma finanziariamente gestibile. E basta una buona idea per trasformare un sogno in una realtà estremamente redditizia.

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Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

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