bambini-scuola
Stock photo © bonnie jacobs
Economia

HopSkipDrive, la nuova app per portare a scuola i figli

Ideata da tre mamme americane, per ora è attiva solo a Los Angeles

Accompagnare i figli a scuola: un rituale che si ripete da generazoni, ma che i ritmi frenetici della vita moderna stanno trasformando sempre più in un onere difficile da gestire per molti genitori. E così, fioccano le idee e le soluzioni alternative, fermo restando che in Italia sono la maggioranza i papà e le mamme che lasciano perdere e spediscono i bambini a scuola da soli. Secondo uno studio del Policy Studies Institute di Londra, infatti, i bambini italiani che non vengono accompagnati sono solamente il 7% (contro il 41% degli inglesi e il 40% dei tedeschi).

Soluzioni alternative per portare i bimbi a scuola

Che fare dunque? Se ne discute tra genitori, ma anche qualche imprenditore e qualche esponente delle istituzioni hanno provato a proporre soluzioni innovative. A Genova, è stato messo a punto un sistema di car pooling dalla cooperativa Radio Taxi: con tre Euro, il bambino verrà portato, insieme ad altri, a scuola in un'auto gialla. A Roma, invece, è partito il progetto B2S, Bike To School, con gruppi di genitori in bicicletta che accompagnano a turno i piccoli studenti. A Siena, invece, complici le dimensioni più contenute della città, ci si sposta all'antica: ecco il programma Piedibus, che come il nome fa sospettare, prevede che gruppi di bambini vengano portati a scuola a piedi dai genitori, a rotazione.

La nuova app che aiuta i genitori sempre di corsa

La soluzione finale all'annoso probelma, però, potrebbe arrivare dalla rete. Ci hanno pensato tre mamme americane, Joanna Mcfarland, Carolyn Yashari Becher e Janelle Mcglothlin, che insieme totalizzano ben otto figli tra i quattro e i dodici anni. Dovnedosi dividere fra i doveri di cura familiare e gli ipegni della loro carriera professionale, hanno sempre avuto difficoltà a conciliare gli orari di lavoro e quelli delle scuole dei rispettivi figli. Insieme, hanno da poco tempo fondato HopSkipDrive, ispirandosi al modello della chiacchieratissima Uber.

Come funziona HopSkipDrive

La loro iniziativa consiste nel raccogliere attraverso una app per la rete mobile una serie di persone pronte a fare da autisti per gruppi di bambini. L'idea è partita con il piede giusto e in poco tempo HopSkipDrive ha raccolto quasi quattro milioni di dollari di finanziamenti. Per ora è operativa solamente a Los Angeles, dove può contare su undici dipendenti, un centinaio di autisti iscritti e una base di clientela di oltre un migliaio di famiglie. Il sistema è semplice: si prenota il passaggio con almeno 24 ore di anticipo e il gioco è fatto. Il pagamento avviene attraverso la app, per cui non ci sono contanti in circolazione.

I dubbi sulla sicurezza

La preoccupazione più grande arriva dalla sicurezza dei bambini, che, di fatto, vengono affidati a sconosciuti. Il profilo degli aspiranti autisti viene accuratamente verificato da una società specializzata, ma i dubbi restano: del resto, la stessa Uber non consente l'accesso al servizio da parte di minorenni. Vedremo se, grazie alla tecnologia, le tre mamme di Los Angeles hanno davvero trovato l'uovo di Colombo e se HopSkipDrive seguirà le orme di Uber diventando un fenomeno globale e se sbarcherà anche nel nostro Paese.

I più letti

avatar-icon

Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

Read More