Tasi, a settembre occhio alle aliquote
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Tasi, a settembre occhio alle aliquote

Il 10 del prossimo mese i Comuni dovranno deliberare sulla nuova imposta e si annunciano rincari, soprattutto per negozi e capannoni

Il ritorno dalle vacanze, perlomeno per chi è riuscito a concedersele, sarà molto amaro per tanti italiani. Il 10 settembre scade infatti il termine entro cui i Comuni ritardatari, che sono poi la stragrande maggioranza, dovranno rendere pubbliche e ufficiali le aliquote della Tasi, la nuova imposta sugli immobili. E’ dunque una sorpresa poco piacevole quella che attende milioni di proprietari di abitazione, in particolare di prima casa, che molto probabilmente dovranno fare i conti con esborsi molto pesanti.

TASI, UN REBUS PER I CONTRIBUENTI

Una prima avvisaglia si è avuta scorrendo le aliquote rese note finora dai circa 2.200 Comuni che già hanno provveduto ha stabilire i termini di pagamento e che hanno potuto quindi già incassare l’acconto di giugno. In oltre 5.750 amministrazioni locali invece, concentrate soprattutto in Basilicata, Campania, Calabria, Molise, Puglia e Sicilia, il giorno della verità, come detto, arriverà a breve. Solo allora proprietari e inquilini, per la parte di loro competenza che, ricordiamo, potrà variare dal 10 al 30%, conosceranno le aliquote necessarie a calcolare i propri esborsi. A quel punto si tratterà di versare una prima rata entro il 16 di ottobre, oppure alla scadenza stabilita dal singolo Comune, con il saldo definitivo fissato a dicembre.

TUTTO SULLE NUOVE TASSE SULLA CASA

Nel caso poi sciagurato di amministrazioni locali che per inadempienza non dovessero riuscire a rispettare neanche la scadenza, già più volte posticipata, del 10 settembre per comunicare le aliquote, il pagamento dell’intera Tasi slitterà direttamente a fine anno con una rata unica che per tanti contribuenti potrebbe rappresentare un vero salasso. E a questo proposito una vera e propria stangata si annuncia in ogni caso per le attività commerciali che, secondo i calcoli della Cgia di Mestre, dovrebbero esser colpite duramente dal combinato disposto di Imu e Tasi.

SINDACI, TASI E ALIQUOTE

La nuova Iuc, l’imposta unica comunale che appunto assomma le due imposte precedentemente citate, infliggerà, secondo il calcolo dell’associazione di categoria degli artigiani veneti, un duro colpo ad attività produttive già duramente provate dalla crisi. Secondo infatti le stime della Cgia, l’aumento degli esborsi legati a tasse immobiliari rispetto alle cifre del 2013 è rispettivamente di circa 140 euro per i negozi (+17,1%) e addirittura di quasi 400 euro (+11,4%) per i capannoni. Dati questi che tengono conto di una pressione fiscale sugli immobili ad uso commerciale e produttivo calcolata a partire dalle nuove rendite catastali medie rilevate dall’Agenzia del Territorio e basate appunto sull’aumento delle aliquote Imu-Tasi sino alla soglia massima prevista per legge dell’11,4 per mille.

TASI, DETRAZIONI E STANGATE

Soglia che, è bene sottolinearlo, sarà certamente raggiunta in molte amministrazioni comunali capoluogo di provincia. Rincari dunque decisamente sensibili che diventano però ancora più significativi se il confronto viene fatto con le imposte del 2011: in questo caso infatti l’incremento del carico fiscale in soli tre anni sfiora l’89% per i capannoni e arriva al 133% per i negozi. Notizie dunque davvero poco consolanti, soprattutto se si pensa che secondo alcuni analisti, proprio l’aumento delle tasse sulla casa sarebbero state in Italia un freno alla ripresa economica. Una circostanza di cui il governo non potrà non tenere conto per il prossimo futuro.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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