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Tasi, le novità sui pagamenti 2015

Salta il preannunciato invio a casa dei bollettini precompilati, e si dovrà fare di nuovo i conti con la babele delle aliquote

Anche per questo 2015 i contribuenti dovranno districarsi tra mille difficoltà nella determinazione dell’importo da versare per la Tasi, la tassa sugli immobili entrata in vigore l’anno scorso. Dopo l’esordio del 2014 infatti, si pensava, e in realtà è anche previsto da una norma di legge, che i Comuni nell’anno in corso potessero finalmente inviare direttamente a casa dei cittadini i bollettini di versamento precompilati, evitando così l’onere di doversi affidare a un Caf o a un commercialista. E invece bisogna prendere atto con rammarico che questa procedura facilitata anche quest’anno è miseramente naufragata di fronte a oggettive difficoltà di carattere tecnico e burocratico.

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La prima ragione che impedisce a molte amministrazioni locali di effettuare in maniera preventiva i calcoli sulla Tasi è legata all’uso dell’abitazione. Come noto infatti se questa risulta locata, una parte dell’importo della Tasi, da un minimo del 10 fino a un massimo del 30% a seconda dei Comuni, deve  essere versata dall’affittuario. Ebbene, il mancato aggiornamento puntuale dei registri catastali non permette a questo punto dell’anno di appurare con certezza se un immobile risulti affittato o meno. Per poterlo sapere con certezza bisognerebbe attendere le dichiarazioni dei redditi che arriveranno con scadenza 30 giugno, ossia ben oltre il primo termine di versamento dell’acconto Tasi fissato invece per il 16 giugno.

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A rendere ancora più ingarbugliata la situazione poi, c’è il discorso legato alle aliquote. Molte amministrazioni infatti ancora non hanno provveduto a deliberare quelle nuove per il 2015, con il risultato che il primo acconto di giugno della Tasi si pagherà sulla base delle aliquote del 2014. Poi a dicembre, in sede di saldo, si effettueranno le opportune compensazioni. Resta però il fatto che ancora una volta la maggior parte dei Comuni si fa trovare impreparata all’appuntamento con aliquote, che tra l’altro restano ancora un groviglio inestricabile: a livello nazionale, tra detrazioni, esenzioni, e altri tipi di facilitazioni per specifiche categorie, si conta una vera e propria babele di 200mila aliquote diverse. Da qui dunque, come accennato, l’impossibilità pratica per la maggior parte dei sindaci di far pervenire a casa dei contribuenti bollettini precompilati della Tasi.

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Eppure, in qualche amministrazione più efficiente, i bollettini in questione si è riusciti a realizzarli e a spedirli a casa dei cittadini. In questo caso però è d’obbligo un’avvertenza: sarebbe sempre opportuno in questa fase affidarsi comunque a un Caf o un commercialista per verificare l’esattezza dell’importo calcolato. Viste infatti le difficoltà sopra menzionate, potrebbero verificarsi errori nel calcolo dell’importo che ricadrebbero sulle tasche dei contribuenti. Nel caso della Tasi infatti la responsabilità di un errato versamento è sempre in capo al cittadino anche in caso di bollettino precompilato, a differenza di quanto accade invece per la Tari, l’imposta sulla spazzatura, che giunge direttamente a casa ormai da qualche tempo, e per la quale il contribuente è responsabile solo per la dichiarazione dei dati iniziali riguardanti l’abitazione. 

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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