Tari, sei cose da sapere sulla nuova tassa sui rifiuti
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Tari, sei cose da sapere sulla nuova tassa sui rifiuti

Viene pagata da chi abita l'immobile, ed è calcolata in base al numero di occupanti e ai metri quadrati dell’abitazione

E’ proprio tempo di esordi assoluti nell’ambito delle tasse sulla casa. Nei prossimi giorni infatti, insieme alla Tasi, il nuovo tributo sui servizi indivisibili, prenderà forma anche la Tari, la nuova imposta legata allo smaltimento e alla gestione dei rifiuti. Vediamo allora di capire quali saranno le caratteristiche fondamentali di una tassa che andrà a sostituire la Tares.

Chi paga la Tari. La nuova imposta sulla spazzatura, come già si verificava per le vecchie tasse sull’immondizia, sarà dovuta da chi occupa materialmente un’abitazione. Dunque diretti proprietari o inquilini nel caso di privati cittadini. Per le imprese commerciali e industriali ovviamente il peso del tributo cade invece sui soggetti che controllano l’attività economica.

TASSE SULLA CASA, ANCORA TANTO CAOS

Come si calcola la nuova tassa. A differenza della Tia, che veniva considerata una sorta di tariffa e veniva parametrata alla quantità di rifiuti prodotti, la nuova Tari assomiglia molto di più alla vecchia Tares, tassa introdotta dal governo Monti e che in pratica è rimasta in vigore per un solo anno. In sostanza i versamenti che dovranno effettuare i contribuenti saranno calcolati sulla base dei metri quadrati dell’abitazione e dal numero degli occupanti. Da precisare tra l’altro che non verranno tassate le aree scoperte “pertinenziali”, cioè quelle superfici intorno a un immobile, quali piazzali, parcheggi o giardini, che circondano l’immobile.

Le aliquote. In questo campo il ventaglio di possibilità è davvero molto ampio, perché è stata lasciata ai Comuni ampia facoltà di decisione, soprattutto in base a quelle che saranno le risultanze catastali complessive su cui si potrà incidere. In ogni caso non ci sarà nessun nuovo obbligo di dichiarazione per i contribuenti, per i quali farà testo la dichiarazione resa per la Tares su quelli che sono i metri quadri calpestabili dell’abitazione. Inoltre, il testo di legge sulla nuova imposta, concede ai sindaci la facoltà di concedere proprio sulla Tari ampie detrazioni, in considerazione di tutta una serie di situazioni famigliari considerate economicamente a rischio.

IMPOSTE SUGLI IMMOBILI, SARA' UN SALASSO

Scadenze. Anche qui le decisioni verranno adottate su base locale dai rispettivi sindaci. In molti Comuni si è comunque deciso di optare per le due rate, la prima delle quali scadrà il 16 giugno, mentre la seconda è fissata per dicembre. E’importante sottolineare però che la legge concede ai sindaci la facoltà di spalmare il pagamento della Tari anche su quattro rate. Occhio dunque alle decisioni che verranno adottate in seno al proprio Consiglio comunale.

Come si paga. In questo caso le operazioni sono enormemente facilitate. In tutti i Comuni infatti verrà inviato direttamente a casa del contribuente il bollettino postale di pagamento relativo alla Tari. Ove però ciò non dovesse avvenire per eventuali contrattempi tecnici, sarà bene recarsi in Comune a chiedere informazioni per poter effettuare il proprio versamento con il classico modello F24.

TASSE, QUANDO ANCHE PAGARE DIVENTA UN PROBLEMA

Stangate in arrivo. Fin dall’inizio è stato chiaro che l’arrivo della nuova Tari avrebbe portato aumenti consistenti rispetto alla vecchia Tares. I soggetti più colpiti dovrebbero essere le imprese commerciali. In questo senso la Confcommercio ha stimato che il passaggio alla Tari potrebbe comportare un incremento medio dei costi per il servizio urbano dei rifiuti del 290% e per alcune tipologie di attività incrementi medi di quasi il 500%, come per la ristorazione, o addirittura superiori al 600%, come per l’ortofrutta e le discoteche.

IMPOSTE COMUNALI, SINDACI A CACCIA DI RISORSE

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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