Service tax, chi ci perde e chi ci guadagna
iStockphoto
Economia

Service tax, chi ci perde e chi ci guadagna

Gli inquilini sono sul piede di guerra mentre proprietari di case in affitto e costruttori brindano

Era inevitabile che le prime indiscrezioni circolate su quella che dovrebbe essere la nuova service tax, l’imposta che sostituirà l’Imu e accorperà la Tares, la tassa sui rifiuti, facessero scattare subito le polemiche. E i toni sono nettamente discordanti, perché per il momento, così come abbozzata, la nuova tassa locale sugli immobili decreta inevitabilmente dei vincitori e dei vinti. Nel senso che già sembra chiaro che alcune categorie di contribuenti potrebbero avvantaggiarsi della nuova disciplina fiscale sulle abitazioni, mentre altre invece potrebbero esserne pesantemente colpite.

SERVICE TAX, L'IMPOSTA CHE SCATTERA' NEL 2014

Il governo si è dato comunque tempo fino al 15 ottobre per definire i dettagli della nuova service tax, e allora i vari attori in campo avranno tempo per fare sentire le proprie ragioni. Ma vediamo per il momento come si delineano le varie posizioni:

Inquilini, i più tartassati
I più preoccupati allo stato dell’arte sono gli inquilini. La nuova tax infatti rischia di trasformarsi per loro in un vero salasso. Al momento infatti, la legge prevede che il proprietario di casa paghi l’Imu e l’affittuario, giustamente, occupando materialmente l’abitazione, si accolli la spesa della tassa sui rifiuti. La bozza di nuova imposta invece prevede che la Tari, ossia la componente della service tax che copre la raccolta e la gestione dei rifiuti, così come accade ora, resti in capo agli inquilini, ma che questi ultimi debbano partecipare anche al pagamento della seconda componente, quella Tasi che invece copre i cosiddetti servizi indivisibili, ossia la manutenzione delle strade o la gestione dell’illuminazione pubblica. In questo scenario appare dunque evidente che un affittuario, al netto dell’imposta sulla spazzatura, per il 2014 dovrà attendersi un aumento della propria pressione fiscale locale, dovuta proprio alla parte di propria competenza della Tasi. Una prospettiva contro cui le associazioni degli inquilini hanno già cominciato ad alzare le barricate.

ADDIO IMU, LA TASSA CHE NESSUNO RIMPIANGERA'

Proprietari di case in affitto
Per qualcuno che piange però ci sarà ovviamente qualcun altro che potrà sorridere. E sono proprio quei proprietari di abitazioni locate, che vedranno presumibilmente la propria fetta di tasse locali scendere. Come appena accennato infatti, essi pagheranno la componente Tasi di propria competenza, non più da soli, ma insieme agli inquilini. E’ indubbio dunque che in questo modo la pressione fiscale che grava su di loro scenderà.

Proprietari di case sfitte
A rimetterci invece, in questa sorte di sali e scendi tra vincitori e vinti, saranno quei proprietari che decideranno di non affittare la propria casa, e di lasciarla invece vuota. Salta infatti il beneficio, previsto con la legislazione dell’Imu, che prevedeva in pratica l’abbuono dell’Irpef. Con la nuova service tax infatti, ci sarà non solo l’aggravio dell’Irpef, che si tornerà a pagare, ma anche delle relative addizionali locali, che andranno ad incidere sul 50% del reddito prodotto dall’immobile.

TASSE LOCALI, UN SALASSO PER LE IMPRESE

Costruttori
Ritornando infine nel campo dei soddisfatti, un salto di gioia l’avranno compiuto senza dubbio i costruttori. Con la nuova disciplina fiscale sulla casa infatti, le imprese edili che realizzeranno abitazioni che non riusciranno a vendere subito, godranno del beneficio del mancato versamento dell’imposta sugli immobili per almeno tre anni dalla data di ultimazione della costruzione. Una vera e propria boccata d’ossigeno in un periodo di crisi in cui il mercato della casa arranca più di ogni altro.

I più letti

avatar-icon

Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

Read More