Le 6 tasse del 2015
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Le 6 tasse del 2015

Dalla Tasi all’Imu, dall’Iva all’Ires, passando per canone tv e Irap, carrellata di annunci e promesse del governo, a volte mantenute a volte no

È stato certamente un anno intenso il 2015 per quel che concerne le novità sulle tasse che hanno riguardato contribuenti e imprese. Un anno vissuto sul filo delle promesse di un governo e di un presidente del Consiglio che ora, in fase di definizione della legge di stabilità, devono fare i conti con la classica coperta sempre troppo corta. Eppure, non si può negare che ad esempio l’abolizione della Tasi sulla prima casa abbia tenuto banco per mesi, monopolizzando l’agenda politica del nostro Paese. A conferma che il tema delle tasse resta senza dubbio uno dei più sensibili in Italia. Andiamo a vedere allora quali sono state le imposte di cui più si è chiacchierato in questo 2015 che volge al termine e quali sono poi le reali novità con cui i cittadini cominceranno, al netto di annunci e promesse, davvero ad avere a che fare dal prossimo anno.

1 - Tasi

L’abolizione della Tasi sulla prima casa è stato senza dubbio uno dei cavalli di battaglia, economica e politica, del premier Renzi. Una battaglia che il presidente del Consiglio è riuscito a portare a compimento nonostante i tanti ostacoli frapposti nel corso dell’approvazione della legge di stabilità. Ci sarà una perdita di gettito stimabile in circa 3,5 miliardi di euro. Da ricordare che case di lusso e castelli continueranno però a pagare l’imposta, mentre essa è stata abolita anche per gli inquilini che hanno la residenza nell’abitazione presa in affitto.

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2 - Imu

Anche in questo caso è stata mantenuta la promessa della sua abolizione sulla maggioranza dei terreni agricoli, e sui cosiddetti imbullonati, ossia i macchinari utilizzati dalle aziende per le attività produttive che sono ancorati al suolo o ai capannoni e ai quali è assegnata una categoria ed una rendita catastale ben precisa, proprio come nel caso degli immobili. Si continuerà invece a pagare l’Imu sulle seconda case.   

3 - Iva

Per quanto riguarda l’imposta sul valore aggiunto, l’impegno più importante è stato quello legato alla sterilizzazione degli effetti che precedenti Finanziarie avevano posto sugli anni a venire. In particolare sono stati aboliti gli aumenti dell’Iva automatici previsti per l’anno prossimo, che sarebbero scattati come clausola di salvaguardia in caso di sforamento degli indici di bilancio previsti dall’Unione europea. Gli effetti in questione in pratica sono stati, per il momento, rimandati al 2017. L'anno prossimo però si presenterà lo stesso problema, con aumenti già previsti al 13% dell'aliquota attualmente al 10% e al 24% di quella che è ora al 22%. Insomma, il pericolo è stato per il momento allontanato, ma non del tutto scongiurato.

4 - Ires

In questo caso invece c’è da segnalare un passo indietro del governo a fronte della promessa di portare fin dal 2016 l’aliquota dell’Ires al 24%. Per il momento infatti essa resterà al 27,5% proprio per le già citate inderogabili esigenze di bilancio che non hanno reso possibile il taglio annunciato.

5 - Irap

Insieme al taglio dell’Imu, l’agricoltura, e anche la pesca, potranno usufruire dal prossimo anno del taglio completo dell’Irap. Un provvedimento quanto mai atteso dalle imprese di un settore che cerca in questo modo di trovare nuovo ossigeno per rilanciarsi.

6 - Canone tv

È stata una delle decisioni che più ha fatto discutere. Alla fine però si è deciso di cambiare sistema di pagamento per combattere il fenomeno dell’evasione e dal prossimo anno, l’imposta per il possesso della tv, ossia il cosiddetto canone Rai, sarà pagato in dieci rate nella bolletta della corrente elettrica.   

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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