Le 10 tasse più odiate dagli italiani
Economia

Le 10 tasse più odiate dagli italiani

Quest'anno in media pagheremo 8.000 euro. Sono 100 i balzelli per cittadini e imprese

Trattenete il respiro, perché quest’anno in media pagheremo 8.000 euro tra tasse e imposte.

Se consideriamo anche i contributi previdenziali, il conto sale a 12.000 euro.

I calcoli sono dell'ufficio studi della Cgia di Mestre, guidato oggi da Paolo Zabeo, storico collaboratore dell'ex segretario generale Giuseppe Bortolussi (già collaboratore di Panorama, morto lo scorso 4 luglio dopo una lunga malattia).

La Cgia di Mestre ha contato in tutto 100 balzelli che pendono sul collo degli italiani nel 2015.

Le elaborazioni indicano, inoltre, una crescita del 76% negli ultimi 20 anni delle entrate tributarie pro - capite a fronte di un aumento dell’inflazione del 47%.

Ma quali sono le tasse più odiate dagli italiani? Ecco un curioso elenco stilato dall'associazione degli artigiani che ha tenuto conto del gettito generato, diffusione e altre particolarità.

Irpef

L'imposta sul reddito delle famiglie è tra le tasse quella più elevata.

Ha prodotto nel 2014 un reddito del 162 miliardi di euro, pari al 33,2% del totale delle entrate tributarie.

Iva

L’imposta sul valore aggiunto (Iva) è la tassa che paghiamo tutti i giorni.

Nel 2014 ha prodotto un gettito di quasi 100 miliardi di euro. 

Ires

Per le aziende l'imposta che pesa di più è quella sul reddito delle società (Ires): nel 2014 ha consentito all’erario di incassare 31 miliardi di euro.

La più odiata dagli imprenditori

Contestata dagli imprenditori, l'imposta regionale sulle attività produttive (Irap) ha assicurato 30 miliardi di gettito, di cui 21 miliardi in capo alle imprese e 9 miliardi circa alla Pa.

La tassa più strana

L'imposta più singolare in Italia? Quella applicata dalle Regioni sulle emissioni sonore degli aeromobili.

L'imposta col nome più lungo

Se si guarda la dicitura, quella più lunga è l'imposta sostitutiva imprenditori e lavoratori autonomi regime di vantaggio e regime forfetario agevolato.

L'imposta col nome più corto

La dicitura più corta per una tassa è il bollo auto: è un tributo locale a favore della regione di residenza che grava sul possesso di autoveicoli e motoveicoli.

L'ultima arrivata

L'ultima arrivata, con la legge di stabilità per il 2014, è la Tasi: è il tributo per i servizi indivisibili, che serve a sostenere le spese dei comuni usufruiti da tutti i cittadini residenti, come l'illuminazione pubblica, la manutenzione delle strade e la sicurezza. 

La devono pagare sia il proprietario che il detentore dell'immobile secondo le aliquote stabilite dai Comuni.

La più odiata dalle famiglie

Nata come imposta straordinaria nel 1992, l'Imu (ex Ici), l'imposta municipale che si paga sugli immobili di proprietà, è diventata una delle entrate principali per lo Stato.

Nel 2014 assieme alla Tasi ha generato un gettito di circa 25 miliardi di euro.

Le più stravaganti

Tra le tasse più stravaganti, la Cgia di Mestre ne ricorda quattro: le imposte sugli spiriti (distillazione alcolici); quelle sui gas incondensabili e sulle riserve matematiche di assicurazione (le tasse sugli accantonamenti obbligatori delle assicurazioni); la tassa annuale sulla numerazione e bollatura di libri e registri contabili; e tutte le sovraimposte di confine applicate dalla dogana sugli spiriti, sui fiammiferi, sui sacchetti di plastica non biodegradabili.

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Massimo Morici

Scrivo su ADVISOR (mensile della consulenza finanziaria), AdvisorOnline.it e Panorama.it. Ho collaborato con il settimanale Panorama Economy (pmi e management) e con l'agenzia di informazione statunitense Platts Oilgram (Gas & Power).

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