Conti correnti, ecco come il fisco spierà i nostri risparmi
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Conti correnti, ecco come il fisco spierà i nostri risparmi

L’Agenzia delle entrate ha comunicato le scadenze entro cui le banche dovranno fornire tutti i dati sui nostri saldi contabili

Entra nel vivo il programma di controllo dei risparmi dei contribuenti da parte del fisco che mira a combattere in questo modo in maniera più efficace i fenomeni di evasione fiscale. Un obiettivo condivisibile che però nel caso specifico comporta una forte intromissione in quella che potremmo chiamare “privacy finanziaria” di ciascun cittadino. Sotto osservazione infatti finiranno tutte le forme di risparmio, dai conti correnti ai titoli azionari fino ai buoni fruttiferi postali. Nulla sfuggirà al grande occhio dell’erario che in questo modo potrà rilevare in maniera puntuale qualsiasi discrepanza significativa tra quanto incassato e quanto speso, smascherando così casi di evasione fiscale.

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Ma vediamo nel dettaglio quali saranno le informazioni che banche, uffici postali e più in generale tutti gli intermediari finanziari, dovranno comunicare all’Agenzia delle entrate e quale sarà il calendario fissato per tali adempimenti. Per quanto riguarda i conti correnti innanzitutto, quattro saranno i dati sensibili che dovranno fluire verso i cervelloni informatici del fisco: saldo contabile a inizio e a fine anno, importo totale degli accrediti effettuati e quello degli addebiti nello stesso anno. Per quanto concerne le scadenze, le informazioni sul 2013 dovranno essere comunicate entro il 2 marzo, mentre quelle sul 2014 entro il 29 maggio. È importante segnalare poi che a partire dai dati sul 2015, che dovranno giungere all’Agenzia delle entrate entro il 15 febbraio del 2016, oltre ai quattro dati sopra citati, se ne aggiungerà un quinto, ovvero la giacenza media, come previsto da una misura approvata nell’ultima legge di stabilità.

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Altro dato che dovrà essere acquisito dalle banche dati del fisco è quello riguardante il controvalore dei conti deposito di titoli e obbligazioni che tutti gli intermediari finanziari dovranno comunicare con riferimento sempre a inizio e a fine 2013 e 2014. Inoltre si dovrà segnalare l’importo totale sia degli acquisti, esclusi i rinnovi, che dei disinvestimenti di titoli, fondi e altro effettuati sempre nei due anni di riferimento. Proseguendo nell’elenco di dati finanziari da comunicare al fisco, si arriva alle carte di credito e debito. L’Agenzia delle entrate dovrà essere informata  sull'utilizzo del plafond di spesa a inizio e a fine anno e sull'importo totale degli acquisti effettuati sempre nell'anno. Se si è in possesso di una prepagata ricaricabile, il fisco conoscerà l'importo totale delle ricariche effettuate nel 2013 e 2014 mentre per le non ricaricabili verrà a conoscenza dell'importo totale del valore delle carte acquistate nell'anno.

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Ovviamente tra i dati sensibili non potevano mancare quelli riguardanti le cassette di sicurezza e le cosiddette operazioni extra conto. In particolare, per quanto concerne le cassette di sicurezza gli intermediari finanziari dovranno comunicare il numero totale degli accessi effettuati nell'anno. E all’appello, in questo vero e proprio screening finanziario dei risparmiatori, dovranno esserci, sempre con riferimento agli anni 2013 e 2014, anche le operazioni di compravendita di oro e metalli preziosi, le operazioni su contratti derivati e le informazioni su certificati di deposito e buoni fruttiferi. Infine, concluderanno la lista di informazioni sensibili, i dati riguardanti i saldi tra inizio e fine anno, sempre per 2013 e 2014, dei rapporti di gestione collettiva del risparmio e delle cosiddette gestioni patrimoniali.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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