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Economia

Cause civili, sconto fiscale per chi non va in tribunale

Previsto un credito d’imposta di 250 euro per i soggetti che sceglieranno la conciliazione assistita da avvocati o l’arbitrato

I cittadini che si troveranno coinvolti in una causa civile o commerciale e decideranno di utilizzare forme di conciliazione assistita alternative al tribunale, potranno ottenere un bonus fiscale pari a 250 euro. È questo il significativo provvedimento che si appresta ad approvare la Camera con un voto di fiducia che appare praticamente scontato. La misura, come altre introdotte negli ultimi anni, ha l’obiettivo preciso di diminuire il carico di pendenze giudiziarie che grava come un macigno sui nostri tribunali civili. Un problema questo che rappresenta un vero e proprio handicap per la nostra economia, se si pensa che molte aziende straniere annullano investimenti programmati nel nostro Paese quando scoprono che per la risoluzione di una controversia civile e commerciale ci possono volere mediamente 7-8 anni.

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Dunque alleggerire il calendario di cause che intasa i nostri tribunali non rappresenta solo una soluzione di carattere giudiziario, ma come, detto potrebbe trasformarsi in un vero e proprio volano economico. Nello specifico, tornando alla misura che sarà approvata nelle prossime ore dal Parlamento, essa prevede che nel caso di conciliazione assistita con avvocati, il cittadino abbia diritto di scaricare le spese sostenute per un totale di 250 euro, che si trasformeranno in un credito d’imposta. È il caso di ricordare che attualmente la conciliazione è prevista per legge, ed è tra l’altro obbligatoria, solo per gli incidenti stradali e per cause civili fino a un massimo di 50mila euro. Per gli altri casi era facoltativa e inoltre non prevedeva nessuno sconto fiscale. Ora si è cercato di rimediare, prevedendo anche negli altri casi una sorta di incentivo alla risoluzione alternativa di controversie civili. Dunque, nel caso di conciliazione, come accennato, le spese sostenute ad esempio per il proprio avvocato, potranno nella misura di 250 euro essere recuperate sottoforma di bonus fiscale.

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Ma le novità non finiscono qui. Lo stesso beneficio tributario sarà infatti introdotto anche per i soggetti che, sempre in alternativa ai tribunali, sceglieranno l’arbitrato. Ricordiamo che questo istituto giuridico prevede l'affidamento di un apposito incarico a un soggetto terzo rispetto alla controversia, detto appunto arbitro, o a più soggetti terzi, che formano il cosiddetto collegio arbitrale, i quali giudicano sulla materia e producono una loro pronuncia, detta lodo arbitrale, che contiene la soluzione ritenuta più appropriata. Come si vede dunque ancora una volta l’intento è quello di evitare che dispute tra privati si trasformino in cause civili che vadano a intasare le già fin troppo affollate aule dei nostri tribunali. Ora bisognerà attendere qualche tempo per verificare se effettivamente l’aver introdotto forme di incentivazione fiscale, possa rappresentare uno stimolo sufficiente a fare in modo che, in un Paese fin troppo litigioso come il nostro, almeno si scelgano forme di conciliazione alternative, lasciando più spazio ai giudici civili di occuparsi di controversie commerciali più significative.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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