Service tax, ecco come sarà la nuova tassa
Economia

Service tax, ecco come sarà la nuova tassa

Avrà due componenti, una per i rifiuti (Tari) e l’altra per i servizi (Tasi), e a pagare saranno proprietari e affittuari

Sarà gestita direttamente dai Comuni, che ne decideranno aliquote e regolamenti, sarà pagata da proprietari di abitazioni e da affittuari, e i suoi particolari saranno meglio definiti con la Legge di stabilità che dovrebbe essere presentata il prossimo 15 ottobre. E’ questo il biglietto da visita con cui si presenta la service tax, la nuova imposta su rifiuti urbani e servizi indivisibili, che andrà a sostituire l’Imu sulla prima casa, mandata in soffitta con il decreto del governo approvato ieri. Vediamo quali sono gli elementi fondamentali di questa imposta che dovrebbe fare il suo esordio a partire dal 2014.

DECRETO, TUTTE LE MISURE ADOTTATE

Il testimone passa ai Comuni
In uno slancio di vero e proprio federalismo, la nuova service tax, come accennato, sarà gestita direttamente dai Comuni. Essi potranno innanzitutto decidere le aliquote che i propri cittadini dovranno pagare. Una libertà che verrà frenata solo dalla definizione, da parte del governo, di un limite massimo di tassazione oltre il quale non si potrà andare. In questo modo il rapporto politico, e più strettamente elettoralistico, tra contribuente locale e sindaco diventerà molto più stringente. I primi cittadini infatti verranno direttamente giudicati sia in base alla pressione fiscale che decideranno di adottare e sia in base ai risultati che otterranno dal gettito complessivo.

Una componente detta Tari…
La nuova tassa sarà costituita praticamente da due componenti. La prima di esse, detta Tari, sarà dovuta da chi occupa, a qualunque titolo, locali o aree suscettibili di produrre rifiuti urbani. Sostituirà dunque a tutti gli effetti la Tares, la tassa introdotta per lo smaltimento e la gestione dell’immondizia. Al pari della Tares, dunque, non dovrebbe essere necessaria l’effettiva formazione di rifiuti, ma la semplice predisposizione di un locale a produrne, a far scattare il pagamento. Nel caso di abitazioni private, sarà l’occupante, proprietario o affittuario, a doversi accollare il suo intero onere.

ADDIO ALL'ODIATA IMU

Le aliquote, commisurate alla superficie, saranno definite dal Comune, come detto, con ampia flessibilità, ma comunque nel rispetto del principio comunitario che “chi inquina paga”. Non è stato ancora precisato, cosa che avverrà il prossimo 15 ottobre, se la superficie presa in considerazione sarà quella calpestabile o quella catastale. A questo proposito è bene ricordare che per la Tares, la superficie assoggettabile a tassazione, è quella calpestabile fino a quando non saranno definiti i nuovi indici catastali. Al quel punto la superficie tassabile dovrebbe divenire l’80% di quella catastale. Vedremo se il governo intenderà confermare per la nuova service tax questo stesso percorso.

...e un’altra battezzata Tasi
La seconda componente servirà invece a sostenere le spese comunali per la gestione dei cosiddetti servizi indivisibili. Si va dalla manutenzione delle strade, all’illuminazione pubblica fino alla cura dei parchi verdi. Il presidente del Consiglio Enrico Letta ha spiegato il significato della Tasi, paragonandola alle spese condominiali. Così come queste ultime sono a carico di tutti i condomini e servono per pagare le spese comuni, così “la stessa cosa vale per un’abitazione all’interno del quartiere” ha sottolineato il premier. In questo caso dunque il pagamento dell’imposta sarà in parte a carico del proprietario, in quanto i beni e i servizi pubblici locali concorrono a determinare il valore commerciale dell’immobile, e in parte in quota all’eventuale affittuario che fruisce effettivamente dei beni e dei servizi suddetti. Per quanto riguarda poi il modello di tassazione, in questo secondo caso sarà data facoltà al Comune di scegliere come base imponibile la superficie calpestabile o la rendita catastale.

IMU E TARES, TEMPO DI BILANCI

Un pasticciaccio chiamato Taser
Una nota finale riguarda poi il nome che la nuova tassa dovrebbe assumere. Il decreto infatti parla genericamente ancora di service tax. In realtà una denominazione era stata trovata, ed era quella di Taser. Peccato però che i tecnici del ministero dell’Economia si siano accorti che esso identifica anche le pistole elettriche utilizzate in alcuni Paesi dalle donne contro i molestatori. E per questo che si è deciso di scartare questa sigla, visto che nessuno vuole lasciare il dubbio che con la nuova imposta sugli immobili si voglia dare una “scossa elettrica” ai contribuenti. Per il battesimo della nuova tassa dunque, tutto rimandato al 15 ottobre.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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