Bollo auto, ecco come evitare la cartella di Equitalia
Imagoeconomica
Economia

Bollo auto, ecco come evitare la cartella di Equitalia

Se entro tre anni dal mancato versamento non si riceve una notifica di pagamento, il debito si considera estinto

Una sentenza del Tribunale di Cosenza, la 1711/15, che ha fatto proprie due precedenti pronunce della Cassazione in materia, riapre la disputa intorno alla prescrizione del bollo auto, e sui tempi con i quali Equitalia possa emettere una cartella di pagamento. Ma vediamo nel dettaglio quali sono i tempi tecnici di prescrizione e come dovrebbe comportarsi l’ente di riscossione nel caso voglia far valere i propri diritti.

1 - Bollo auto, come si paga

Il bollo auto, come noto, andrebbe pagato, per non incorrere in interessi di mora e sanzioni, entro il mese successivo a quello di scadenza. Per fare un esempio pratico, un bollo auto che scade ad aprile del 2015, va rinnovato entro il 31 maggio dello stesso anno. Mentre un bollo che scade a dicembre del 2015, andrà rinnovato entro il 31 gennaio del 2016.

2 - Termini di prescrizione

In caso di mancato pagamento, ovviamente c’è il rischio che prima o poi possa arrivare una cartella esattoriale da parte di Equitalia. Esiste però una scadenza legale, trascorsa la quale, il mancato pagamento cade in prescrizione. Nel caso del bollo auto tale termine è fissato in tre anni, o meglio al 31 dicembre del terzo anno successivo a quello del mancato versamento. Anche in questo caso aiutano gli esempi pratici: per un bollo auto in scadenza ad aprile del 2015, il termine di prescrizione cadrà il 31 dicembre del 2018. Per un bollo in scadenza invece a dicembre 2014, il termine è fissato anch’esso per il 31 dicembre del 2018.

3 - Invio della cartella: tempi tecnici

Secondo quanto stabilito dalla legge quindi, in caso di mancato pagamento, se Equitalia intende rifarsi sul contribuente, ha tempo tre anni per inviare la cartella esattoriale. Riprendendo dunque gli esempi sopra proposti, in entrambi i casi, l’ente di riscossione, dovrà far pervenire agli automobilisti inadempienti un avviso di pagamento prima e non oltre il 31 dicembre 2018. Ma qui sorge un problema, che la giustizia ordinaria, nel caso di Cosenza, ha risolto a favore del cittadino: quando scattano i termini legali dei tre anni, nel caso di invio di una cartella?

4 - Scadenza: al momento della notifica o a quella della ricezione?

La disputa gira intorno al dilemma della doppia notifica, che vale un po’ per tutti gli atti giudiziari e amministrativi. Esiste infatti una data in cui ad esempio, nel caso specifico, l’addetto di Equitalia, che è il mittente, consegna il plico all’ufficiale giudiziario o all’ufficiale postale. C’è invece poi da tener conto della data in cui materialmente l’atto in questione giunge nelle mani del contribuente, che è il destinatario. Normalmente, i termini di pagamento di una cartella, ad esempio, scattano per il contribuente dal giorno della ricezione materiale. In questo senso dunque, anche i tre anni della prescrizione del bollo dovrebbero scattare da questo momento.

5 - La sentenza del Tribunale di Cosenza

Ed è proprio questa l’indicazione che è arrivata dal giudice di Cosenza. Di fronte al ricorso di un automobilista che aveva materialmente ricevuto nelle mani la cartella di pagamento trascorsi i tre anni, il Tribunale calabrese ha deciso infatti di dargli ragione. E nel caso specifico a nulla sono servite le argomentazioni di Equitalia che faceva notare di aver spedito l’atto, notifica del mittente, prima che i tre anni si concludessero. Rifacendosi infatti a due sentenze della Cassazione, il Tribunale di Cosenza ha affermato che il principio della doppia notifica vale solo per atti tributari la cui notifica è prevista a pena di decadenza e non anche per la decorrenza dei termini per la prescrizione. Una sentenza che in futuro potrebbe dunque aprire la strada a nuove contestazioni e ricorsi, sempre che Equitalia non decida a questo punto di anticipare sempre i tempi di invio delle cartelle in caso di bolli scaduti. Staremo a vedere.

I più letti

avatar-icon

Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

Read More