730 precompilato, perché le spese sanitarie sono a rischio
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730 precompilato, perché le spese sanitarie sono a rischio

I commercialisti lanciano l’allarme: alcuni problemi tecnici stanno impedendo il corretto invio dei dati da parte dei medici

Alcuni problemi legati alla gestione tecnica del Sistema tessera sanitaria, stanno mettendo a rischio la correttezza acquisizione da parte dell’amministrazione tributaria delle spese mediche da inserire in automatico nel prossimo 730 precompilato. Un problema che potrebbe preoccupare non poco quei tanti contribuenti che l’anno scorso non hanno potuto accettare la prima versione della dichiarazione dei redditi precompilata, proprio perché hanno dovuto aggiungere di mano propria le spese sanitarie non ancora comprese. Per il 2015 invece il problema sembrava essersi risolto grazie proprio all’invio al fisco dei dati direttamente da parte dei medici di famiglia. Una procedura che però mostra ora una falla decisamente imbarazzante, come denunciato da Marco Cuchel, presidente dell’Associazione nazionale commercialisti.

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In una lettera aperta indirizzata al Direttore generale del dipartimento delle Finanze Fabrizia Lapecorella e al direttore dell’Agenzia delle Entrate Rossella Orlandi, Cuchel ha ricordato che entro il prossimo 31 gennaio, ovvero tra meno di 20 giorni, le strutture sanitarie e i medici devono trasmettere al Sistema tessera sanitaria i dati relativi alle spese sanitarie sostenute dai cittadini proprio ai fini della dichiarazione 730 precompilata relativa al 2015. A tale compito il medico può provvedere direttamente oppure tramite un soggetto terzo abilitato come intermediario fiscale. Ed è proprio in questo secondo caso che cominciano i grattacapi. Se il medico intende infatti avvalersi di un professionista intermediario, il Sistema Tessera Sanitaria, mediante il portale Ini-Pec, ovvero l’indice nazionale degli indirizzi di posta elettronica di professionisti ed imprese, verifica l’abbinamento tra l’indirizzo Pec dell’intermediario delegato e il relativo codice fiscale.

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“Esiste però un problema – rileva Cuchel -: se l’intermediario in questione è uno studio professionale associato, anche se trattasi di soggetto regolarmente abilitato all’attività di trasmissione Entratel, il Sistema tessera sanitaria segnala l’errore e non consente di completare la procedura di acquisizione della delega, poiché non trova corrispondenza tra il codice fiscale e l’indirizzo Pec dell’intermediario”. Considerando che sono tanti i medici che hanno preferito delegare il compito di trasmettere i propri dati a studi associati, si capisce bene che una gran quantità di 730 precompilati rischia di rimanere sprovvista proprio delle spese sanitarie, a tutto danno dei contribuenti che dovranno quindi ancora una volta inserirli in proprio.

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“Il problema – spiega ancora Cuchel - è dovuto al fatto che dall’indice nazionale Ini-Pec sono esclusi gli indirizzi Pec degli studi professionali associati, la cui gestione, infatti, non è attualmente contemplata: un’evidente anomalia operativa che necessita di essere risolta”. E anche in fretta, verrebbe da aggiungere. Come accennato infatti, il 31 gennaio, termine ultimo per l’invio delle spese mediche, è ormai alle porte, e se i tempi dovessero restringersi, per molti professionisti ci potrebbe essere il rischio ulteriore di commettere errori per la fretta, che potrebbe costare molto caro, visto che sono previste sanzioni di 100 euro per ogni comunicazione errata. Insomma, oltre al danno per i contribuenti, la beffa per i commercialisti.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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