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ANSA/ CIRO FUSCO
Economia

Sussidi alla povertà, perché il Reddito di Inclusione non basta

Con il Def il governo stanzia 2 miliardi per dare un sostegno alle famiglie meno abbienti. Ma occorrerebbe stanziare più del doppio

Poco più di 1 miliardo quest'anno e 2 miliardi di euro nel 2018. Si tratta dei soldi che il governo Gentiloni, con l'approvazione del Documento di Economia e Finanza, ha intenzione di stanziare per il Rei (reddito d'inclusione), il nuovo sussidio destinato alla popolazione meno abbiente nato con il disegno di legge contro la povertà.


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A beneficiare di questo sostegno, che può arrivare sino a quasi 500 euro al mese, dovrebbero essere 600mila famiglie, per un totale di circa 2 milioni di persone. Purtroppo, però, i cittadini sotto la soglia di povertà in Italia sono più del doppio, circa 4,6 milioni. Per assisterli tutti, dunque, occorrerebbe stanziare quasi 5 miliardi di euro o addirittura 7 miliardi. Quest'ultima cifra era contenuta anche nelle stime che accompagnavano il progetto di istituzione su scala nazionale del Sia (sostegno per l'inclusione attiva), un sussidio molto simile a Rei, che è stato sperimentato negli anni scorsi nelle grandi città italiane.


Corsie preferenziali
Visto che i soldi a disposizione sono pochi, dunque, nell'erogare il Reddito d'Inclusione il governo dovrà usare per forza due pesi e due misure, dando la precedenza ai disoccupati con più di 55 anni di età e alle famiglie con figli minori. Nonostante questo restringimento della cerchia dei beneficiari del Rei, però, i conti continuano a non quadrare. Secondo i calcoli effettuati dall'economista Massimo Baldini, editorialista de Lavoce.info, le famiglie italiane povere e con almeno un figlio minore sono in totale 800mila, corrispondenti a quasi 3 milioni di persone. Per dare un sussidio a tutti loro, occorrerebbe stanziare almeno 2,8 miliardi di euro. Secondo Baldini, tuttavia, l'istituzione del Rei rappresenta comunque un buon inizio, poiché è un primo passo verso l'istituzione anche nel nostro Paese di un reddito minimo garantito su base universale. Resta il fatto, tuttavia, che i soldi messi sul piatto dal governo contro la povertà sono ancora pochi, almeno per adesso.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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