Start up, ora acceleriamo
Economia

Start up, ora acceleriamo

Riccardo Donadon presenta il libro bianco voluto dal ministro Passera. E aggiunge: "Sono ottimista sul suo impegno, ma devo ancora capire se ce la farà. L'economia digitale è un'opportunità per i giovani e per il Paese"

È come se Riccardo Donadon avesse in testa un tricorno. Fa parte della task force sulle startup voluta dal ministro Corrado Passera, è il padrone di casa di H-Farm dove viene presentato il rapporto del gruppo di lavoro ed è al momento il referente di ItaliaStartUp, l’associazione che organizza l’evento: ISDAY 2 (l’1 fu il 26 maggio). In 500 sono attesi a Ca Tron, provincia di Treviso, per scoprire che cosa contengono le 140 pagine del dossier, che sarà presentato dal coordinatore Alessandro Fusacchia. L’incontro sarà trasmesso in diretta sul sito italiastartup.it e il rapporto sarà disponibile on line. Ma per i partecipanti ci sarà una versione a fumetti a tiratura limitata. Roba da collezionisti.

E certamente non mancherà chi vorrà farsela autografare dal ministro Passera, che torna in Veneto 100 giorni dopo aver ascoltato le richieste dell’imprenditoria digitale e domani dovrebbe dare qualche anticipazione sulle risposte che il governo intende dare. Arriveranno già dal prossimo consiglio di ministri? "È quello che ci auguriamo tutti, perché è necessaria un’accelerazione", dice Donadon che anticipa a Panorama.it le conclusioni, le speranze e i timori della task force che ha prodotto il “libro bianco” su tutto quello che sarebbe necessario fare in Italia per sostenere e sviluppare la nuova economia digitale.

C’è da aspettarsi un decreto di 140 pagine?
Ovviamente no. Il rapporto ha un executive summary di tre pagine. Lì dentro c’è tutto.

Le tre cose da fare subito….
Tutto il rapporto è teso a una semplificazione, dall’impianto amministrativo alle questioni genericamente “fisiche”. Avendo a che fare con un incubatore, uno spazio fisico, io ho avuto un’esperienza positiva nei rapporti con le istituzioni ma supernegativa di fronte alla complessità burocratica incontrata per fare qualsiasi cosa. Va rasata a zero, altrimenti non si accelera un bel nulla e non c’è possibilità di crescita.

Al ministro Passera piace quel che c’è dentro il rapporto?
Questo ministro ci ha detto da subito: voglio fare una cosa ambiziosa. Quindi ci ha invitato a puntare in alto. Gli abbiamo presentato il lavoro il 9 luglio e lui ha alzato ancora asticella, chiedendo alcuni approfondimenti, soprattutto per avere uno sguardo più completo su quello che succede in tutto il mondo.

Quindi domani il rapporto sarà una novità anche per lui?
Si domani lo riascolta per la prima volta nella forma definitiva. I suoi uffici lo hanno già da qualche giorno ma non credo lui lo abbia già letto nella nuova versione.

Avete lavorato circa tre mesi, in 13, incontrandovi quasi tutte le settimane per un’intera giornata per confrontarvi e verificare lo stato d'avanzamento dei lavori di progettazione del mondo ideale per le start up. Adesso è ottimista sul fatto che si possa davvero realizzare?
Sono ottimista sul fatto che questo ministro ci metterà tutto l’impegno possibile per farlo. Ma sono in attesa di capire se ci riuscirà. Sappiamo in che Paese viviamo. Lui ci ha fatto lavorare sodo perché ci crede. Se poi tutto diventerà realtà, è un altro discorso. E non dipende solo da lui.

Quanto è importante andare avanti?
Se la politica non riesce a produrre questa svolta, toglie a quel 35% di giovani che oggi non trovano lavoro quel barlume di speranza che danno le start up e mette in serie pericolo lo sviluppo di tutto il Paese. Non sono tanti i settori dove poter partire con piccoli investimenti. Se decolla il digitale, ne guadagnano tutti. Ecco perché non è importante il successo della singola startup ma quello dell'intero sistema

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Giovanni Iozzia

Ho lavorato in quotidiani, settimanali e mensili prevalentemente di area economica. Sono stato direttore di Capital (RcsEditore) dal 2002 al 2005, vicedirettore di Chi dal 2005 al 2009 e condirettore di PanoramaEcomomy, il settimanale economico del gruppo Mondadori, dal 2009 al maggio 2012. Attualmente scrivo su Panorama, panorama.it, Libero e Corriere delle Comunicazioni. E rifletto sulle magnifiche sorti progressive del giornalismo e dell’editoria diffusa.  

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