Western Union: meno soldi alle famiglie d’origine, è crisi anche per gli immigrati in Italia
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Economia

Western Union: meno soldi alle famiglie d’origine, è crisi anche per gli immigrati in Italia

Dopo 5 anni di crescita, calano le rimesse degli stranieri nel nostro Paese. È quanto emerge dai dati della Banca d’Italia elaborati da un'analisi dell'azienda di money transfer. Ma la ripresa potrebbe arrivare già entro quest'anno

La crisi colpisce tutti, anche gli immigrati. La conferma arriva, seppur in maniera indiretta, dai dati rilasciati dalla Banca d’Italia sul mercato del money transfer. Nel 2012, rileva la nostra Banca Centrale sulla base di un proiezione calcolata sui primi 9 mesi dell’anno, l’ammontare complessivo dei trasferimenti di denaro degli stranieri che vivono nel nostro Paese verso i paesi di origine è stato di circa 6,8 miliardi di euro, in diminuzione di circa l’8% rispetto al 2011.

È la prima volta, che si registra un dato negativo negli ultimi 5 anni, un passivo che si spiega naturalmente con la diminuzione dell’occupazione fra gli immigrati nella Penisola. Che nel biennio 2010-2011, ci dice l’Ocse, è stata di circa il 3,3%, quasi il triplo rispetto all’1,2% dei “nativi locali”. Trascurabile, invece, l’influenza del decreto Salva Italia del Governo Monti che come noto ha introdotto la limitazione dell’uso dei contanti a 1000 euro per ragioni di tracciabilità: "Prima della manovra, solo il 2% delle transazioni superava la soglia dei 1000 euro", spiega Gabriel Sorbo, Regional Director di Western Union, società che anche in Italia è punto di riferimento per molti immigrati che trasferiscono somme di denaro verso i propri Paesi d’origine.

Quanto al futuro, le previsioni per il 2013 della Banca Mondiale parlano di una possibile ripresa delle rimesse in Italia come negli altri Paesi Europei. “Nonostante il calo nel 2012”, continua Sorbo,”il money transfer rimane molto popolare in Italia.

Merito di una forte presenza di immigrati (6 milioni, secondo l’Istat), che di fatto consente al nostro Paese di piazzarsi al secondo posto (secondo solo alla Francia) fra i 27 dell’Unione Europea per valore delle rimesse: 7,4 miliardi di euro (fonte Eurostat), pari a quasi il 20% del totale nel Vecchio Continente.  

A livello globale, a beneficiare dei flussi di denaro sono soprattutto i Paesi in via di sviluppo: l’India, innanzitutto, che nel 2012 (dati Banca Mondiale) ha ricevuto 53,6 miliardi di euro dai suoi connazionali all'estero, seguita dalla Cina (50,5 miliardi), dalle Filippine (18,4 miliardi), dal Messico (18,4 miliardi) e dalla Nigeria (16,1 miliardi). Ma è il Tagikistan il Paese che dipende maggiormente dai flussi benefici del money transfer: nel 2011 quasi la metà del suo prodotto interno lordo (il 47% per esattezza) è arrivato infatti dal denaro spedito dall’estero.

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Roberto Catania

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