Le peggiori banche del 2016
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Economia

Le peggiori banche del 2016

Da Monte dei Paschi alla Popolare di Vicenza, gli istituti di credito che hanno fatto parlare male di sé durante l'anno che sta per concludersi

Perdite milionarie, capitale azzerato, risparmiatori beffati. Anche il 2016 è stato un anno da dimenticare per alcune banche italiane e straniere. All'estero ha invece fatto parlare di sé Deutsche Bank, definita dagli analisti del Fondo Monetario Internazionale (Fmi) come un fattore di rischio per tutto il sistema finanziario mondiale. In Italia, invece, sotto i riflettori ci sono purtroppo le vicende del Monte dei Paschi di Siena, che verrà salvata coi soldi dello Stato. Ecco di seguito una panoramica sui peggiori istituti creditizi dell'anno che sta per concludersi (CLICCA SU AVANTI).

Deutsche Bank

“La maggiore fonte di rischi per il sistema finanziario globale”. Così nell'estate scorsa il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) ha definito Deutsche Bank nel suo Financial Sector Assessment Program, un'analisi sul rischio sistemico dei gruppi finanziari internazionali. Oggi l'istituto tedesco è alle prese con un intenso programma di ristrutturazione a opera del suo amministratore delegato, il britannico John Cryan. Augurandosi che tutto vada per il meglio, non si può certo dire che Deutsche Bank, con i suoi bilanci pieni zeppi di prodotti derivati frutto degli anni della finanza creativa, abbia fatto parlare bene di sé nel corso di tutto il 2016.

Mps

Un "posto d'onore" tra le peggiori banche del 2016 spetta di sicuro al Monte dei Paschi di Siena (Mps). Oggi l'istituto toscano è alle prese con un disperato tentativo di salvataggio, basato su una ricapitalizzazione da 8.8 miliardi di euro. L'operazione si farà nei primi mesi del 2017 e, dopo varie vicissitudini, verrà in gran parte coperta coi soldi pubblici perché è stato impossibile trovare investitori privati disposti a rischiare i propri soldi. Il futuro di Mps, insomma, resta ancora incerto.

Banca Popolare di Vicenza

Un posto d'onore tra le peggiori banche del 2016 spetta di sicuro alla Popolare di Vicenza. Dopo un aumento di capitale disastroso, sottoscritto pressoché da nessuno se non dal Fondo Atlante che forniva una garanzia sui titoli inoptati, oggi l'istituto veneto vale sulla carta poco o nulla. I vecchi soci, che in molti casi hanno acquistato le azioni dell'istituto a un prezzo di oltre 62 euro, si ritrovano con un pugno di mosche in mano, cioè con una perdita superiore al 99% e con un titolo che in teoria ha un prezzo di appena 10 centesimi. Ora, i nuovi azionisti di Atlante hanno affidato le cure della banca all'ex numero 1 del Monte dei Paschi di Siena, Fabrizio Viola, che dovrà mettere in cantiere la fusione con Veneto Banca.

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Veneto Banca

Anche l'istituto di Montebelluna è alle prese con un processo di risanamento che dovrebbe durare almeno un paio d'anni. E' finito invece in un flop l'aumento di capitale da un miliardo di euro che nell'estate scorsa doveva risanare la banca ma è stato sottoscritto soltanto per una quota di poco superiore all'1%. Come per la Popolare di Vicenza, i titoli di Veneto Banca rimasti inoptati sono andati al Fondo Atlante. Ora, per Veneto Banca il futuro è tutto da riscrivere, attraverso la fusione con la Popolare di Vicenza. 

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Banca Etruria e le altre

Hanno dato scandalo alla fine del 2015 e nel 2016 hanno continuato a far parlare di sé. Sono i 4 istituti di credito regionali falliti nel dicembre scorso: Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti e CariFerrara. Oggi sono in via di ristrutturazione, per mezzo di una complessa operazione del governo che ha separato le attività sane da quelle “marce” (confluite in una bad bank, un istituto in dissesto destinato a scomparire dalla circolazione). Gli istituti che hanno ereditato il business sano hanno trovato un compratore soltanto ora, dopo mesi di travaglio. L'acquirente è il gruppo Ubi che tuttavia rileverà solo Banca Etruria, Banca Marche e CariChieti, lasciando CariFerrara abbandonata al suo destino.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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