Mutui ai giovani e ai precari, pochi vantaggi e molti ostacoli
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Mutui ai giovani e ai precari, pochi vantaggi e molti ostacoli

Come funzionano i finanziamenti garantiti dallo stato e destinati alle categorie disagiate. Per molti italiani, però, resteranno un miraggio

Quasi 28 milioni di euro in un solo mese. E' il valore dei mutui immobiliari agevolati dallo stato ed erogati a febbraio, grazie a un nuovo Fondo di Garanzia per la Casa istituito dal governo Letta e poi rinnovato dall'esecutivo guidato da Matteo Renzi. L'obiettivo di questo organismo, che ha avuto un lungo periodo di rodaggio ed è divenuto pienamente operativo da qualche settimana, è quello di favorire l'accesso al credito di alcune categorie disagiate come le giovani coppie con un lavoro precario, i single con figli minorenni e gli inquilini delle case popolari. Tutte persone che, quando vanno in banca per chiedere un finanziamento, si trovano di solito le porte sbarrate. Da quest'anno, secondo il governo, i giovani o i precari avranno meno difficoltà a ottenere un mutuo visto che potranno contare sul paracadute dello stato. Se il debitore non riuscirà a rimborsare le rate e risulterà insolvente, a coprire il 50% del finanziamento ci penserà infatti il nuovo Fondo di Garanzia.



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Tutto bello, insomma, almeno a leggere il comunicato diffuso ieri dall'Abi (associazione bancaria italiana) che ha fornito i primi dati sui mutui con la garanzia dello stato erogati finora in Italia: 27,7 milioni di euro in poche settimane. E' tanto o poco? Se confrontata agli oltre 25 miliardi di euro di nuovi mutui sottoscritti nel 2014 in Italia (in media più di 2 miliardi al mese), la cifra appare assai modesta. Eppure, l'Abi parla di un boom di richieste al Fondo di Garanzia anche se non capisce di che boom si tratti e rispetto a che cosa, visto che i nuovi prestiti agevolati sono appena partiti. Calcoli alla mano, tuttavia, i conti non tornano. Ipotizzando che ogni debitore abbia chiesto in media un finanziamento di 50 o 100mila euro, infatti, i 27,7 milioni erogati bastano in teoria per coprire appena 300-500 mutui.


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A parte questi dettagli, che andrebbero meglio chiariti, sorge spontaneo un interrogativo: quanti sono i precari, le giovani coppie o gli inquilini delle case popolari che hanno potuto davvero sottoscrivere un mutuo agevolato? In realtà potrebbero essere ben pochi. Nel decreto che regola il Fondo di Garanzia, c'è scritto infatti che la protezione statale opera a vantaggio dei debitori che possiedono una caratteristica: non sono proprietari di un altro immobile destinato ad abitazione, a meno che non si tratti di una casa ereditata da qualche amico o parente morto, che è stata poi concessa gratuitamente dall'aspirante mutuatario a un genitore o a un fratello. Inoltre, la casa acquistata non deve essere classificata al catasto come immobile di lusso o di pregio e l'importo del finanziamento non può superare i 250mila euro. A ben guardare, insomma, non si tratta di requisiti particolarmente stringenti.


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Per quale ragione, allora, si parla di mutui ai precari e alle giovani coppie? Il perché lo si capisce leggendo l'articolo 3 dello stesso decreto che regola il funzionamento del Fondo di Garanzia per la Casa e che porta le firme di tre ministri: quello dell'economia, Pier Carlo Padoan, quello del Lavoro, Giuliano Poletti e quello delle Infrastrutture, Maurizio Lupi. In presenza di domande pervenute nella stessa giornata, recita il decreto, verrà data la priorità ai mutui erogati alle giovani coppie in cui uno dei due componenti ha meno di 35 anni, agli inquilini delle case popolari, ai single con un figlio minorenne e ai giovani under 35 con un lavoro precario. Queste categorie disagiate, insomma, godono sì di una corsia preferenziale, ma soltanto rispetto alle richieste di finanziamento presentate da altri soggetti, nello stesso giorno. In altri casi, dunque, potrebbe ancora valere la vecchia regola del “chi prima arriva, meglio alloggia”. Senza dimenticare, poi, che le banche hanno comunque la libertà di rifiutare le rischieste di mutuo, se la controparte non viene giudicata affidabile. Per molti precari italiani o per le giovani coppie, insomma, avere un prestito per comprar casa rimarrà probabilmente un miraggio.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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