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EPA/ANSA/ARMANDO BABANI
Economia

L'inflazione in ripresa, come difendere i risparmi

Fondi, Btp indicizzati all'aumento dei prezzi o etf. Ecco gli strumenti finanziari che proteggono dal carovita, in attesa che tornino i buoni postali

Attorno al 2% in Europa e all'1,6% in Italia. Leggendo gli ultimi dai dell'Istat e di Eurostat sull'aumento dei prezzi, non sembrano esserci dubbi: l'inflazione sta pian piano rialzando la testa, dopo essere finita lo scorso anno addirittura sotto zero. In molti hanno accolto con favore questa notizia perché, se il carovita risale,  significa che anche l'economia è in ripresa. Non va dimenticato però un particolare importante: l'aumento dei prezzi resta un nemico giurato dei risparmiatori perché ogni anno erode il potere d'acquisto del capitale che hanno messo da parte, spesso con fatica e sacrifici. Ecco dunque di seguito una panoramica su alcuni strumenti finanziari (fondi, etf, Btp e Buoni Postali) che aiutano a proteggere i risparmi dall'azione di rosicchiamento dell'inflazione.

Btpei

Sono titoli di stato che danno un rendimento legato all'inflazione. Nello specifico, si tratta di Buoni del Tesoro Poliennali che liquidano ogni anno un interesse fisso in termini percentuali, suddiviso in due cedole semestrali. L'interesse può arrivare fino al 2% circa per le emissioni di più lunga scadenza. Il valore nominale del titolo, invece, cresce ogni anno in base all'andamento dei prezzi al consumo nella zona Euro. Se l'inflazione cresce, aumenta anche il prezzo di rimborso del Btpei.

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Btp Italia

Da qualche anno a questa parte, il Tesoro ha emesso anche un'altra categoria di titoli con rendimenti legati all'inflazione. Si tratta del Btp Italia, che ha un funzionamento un po' diverso rispetto a quello del Btpei. Nel caso del Btp Italia, il valore nominale non dipende dall'inflazione e il titolo viene rimborsato alla scadenza allo stesso prezzo di quando è stato emesso. Ogni 6 mesi, però, gli investitori che acquistano questo Buono del Tesoro incassano un interesse semestrale che si compone di due parti: una fissa in termini percentuali (per esempio l'1 o 2%) e una variabile, pari all'inflazione italiana. Nel caso di una ripresa del carovita, dunque, anche il rendimento del Btp Italia aumenta.

Fondi inflation linked

In Italia  vengono venduti centinaia di fondi comuni di investimento obbligazionari che hanno un portafoglio composto da bond inflation-inflation linked, cioè obbligazioni con rendimento legato all'inflazione, emesse sia dai governi che da banche e società private. I titoli acquistati da questi fondi, ovviamente, hanno buone chance di apprezzarsi quando ci sono delle aspettative di una ripresa dei prezzi.

Etf inflation linked

Oltre ai tradizionali fondi comuni di investimento, alla Borsa di Milano sono quotati diversi exchange traded fund (etf) inflation-linked. Si tratta anche in questo caso di prodotti finanziari con un portafoglio composto da obbligazioni con un rendimento legato all'inflazione.  A differenza dei tradizionali fondi comuni, però, gli etf sono prodotti low cost, soggetti a commissioni più basse poiché il loro portafoglio segue passivamente le performance di un indice di riferimento composto da bond inflation linked, senza la presenza di un gestore che, ben remunerato per il lavoro che svolge, seleziona di volta in volta i titoli migliori.

Buoni fruttiferi postali (in stand by)

I titoli migliori per chi vuole proteggere i risparmi dall'inflazione sono probabilmente i Buoni Fruttiferi Postali (Bfp) indicizzati all'inflazione che tuttavia da un po' di mesi non vengono collocati più (ma non è escluso che ritornino in auge con la ripresa del carovita). Sono strumenti finanziari garantiti dallo Stato, emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti e venduti negli sportelli del gruppo Poste Italiane. Offrono ogni 12 mesi  un rendimento fisso in termini percentuali, più il tasso di inflazione registrato annualmente in Italia. I Bfp legati al carovita hanno dunque lo stesso profilo di rischio dei Btp. A differenza dei Buoni del Tesoro, i cui prezzi possono oscillare sul mercato esponendo al rischio di perdite gli investitori che vogliono rivenderli prima della scadenza, i Buoni Fruttiferi postali sono a rischio zero perché vengono sempre rimborsati al loro valore iniziale, più i rendimenti già maturati.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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