Imu e polizze vita: chi ci rimette con il taglio alle detrazioni
Economia

Imu e polizze vita: chi ci rimette con il taglio alle detrazioni

Duecento euro a testa di maggiori tasse ogni anno. Tanto pagheranno milioni di italiani con lo stop ai benefici fiscali per le assicurazioni

Per più di 6 milioni di italiani che hanno un'assicurazione nel cassetto, è appena arrivata una cattiva notizia. Da quest'anno, i premi versati nelle polizze sulla vita perdono gran parte dei loro benefici fiscali, che garantivano ai contribuenti un risparmio sulle tasse di qualche decina o centinaia di euro ogni 12 mesi.

L'ADDIO ALL'IMU

E' quanto prevede il Decreto Imu approvato dal governo Letta, che ha tolto l'imposta sulle prime case ma, per trovare le coperture finanziarie, ha chiesto agli italiani una sostanziosa contropartita. Si tratta appunto di una riduzione delle agevolazioni finora riservate alle polizze sulla vita, i cui premi possono essere detratti dall'irpef (cioè dall'imposta sui redditi delle persone fisiche) nel momento in cui viene presentata la dichiarazione dei redditi (il 730 o il modello Unico).

Sino a quest'anno, è rimasta in vigore una detrazione del 19% sui premi versati nelle polizze, per un massimo di 1.291 euro circa (corrispondenti a 2 milioni e mezzo delle vecchie lire). Tradotto in cifre, questo beneficio fiscale significa per molti risparmiatori un notevole taglio alla imposte. Una volta calcolata l'irpef lorda da versare, infatti, chi ha una polizza sulla vita e presenta la dichiarazione dei redditi può sottrarre dall'importo dovuto una cifra che arriva sino a 245 euro annui (corrispondente al 19% del tetto massimo di 1.291 euro).

VIA LE DETRAZIONI

Si tratta di un risparmio sulle tasse non trascurabile ma che, purtroppo, si assottiglierà nel giugno del 2014, cioè quando verrà presentata la dichiarazione dei redditi sul 2013. La soglia massima per le detrazioni verrà infatti ridotta a 630 euro. Ciò significa che il risparmio massimo sull'irpef scenderà a poco meno di 120 euro. Inoltre, con la dichiarazione del 2015 (relativa all'anno di imposta 2014), il tetto per le detrazioni verrà fissato ad appena 230 euro e il potenziale risparmio si ridurrà a 43,7 euro. Risultato: fra un paio di anni (a meno che il Decreto Imu non venga cambiato in Parlamento) parecchi nostri connazionali pagheranno circa 200 euro in più di irpef rispetto al 2013, mentre già nel 2014 il potenziale aggravio dell'imposta sarà di 125 euro.

I più colpiti saranno i risparmiatori che hanno un'assicurazione sulla vita sottoscritta prima dell'anno 2000 e che oggi possono detrarre dalle tasse l'intero ammontare dei premi versati (per le polizze acquistate negli ultimi 12 anni, invece, lo sconto fiscale viene riconosciuto soltanto sulla parte di premio che copre dal rischio di morte e non sulla quota che viene destinata ad attività di investimento).

COSA FARE CON LE POLIZZE PIU' VECCHIE

Chi ha nel cassetto un contratto assicurativo molto vecchio, dunque, dovrà probabilmente interrogarsi su cosa fare nei prossimi anni. Diverse polizze stipulate prima del 2000 prevedono infatti un pagamento rateale dei premi (per esempio 100 o 200 euro al mese) che parecchi assicurati stanno effettuando ancora oggi, con un piano di risparmio di lungo periodo. Purtroppo, però, questi contratti hanno un grosso difetto: spesso sono molto costosi poiché la compagnia assicurativa trattiene per sé una parte consistente dei premi accantonati, applicando un balzello (che in gergo tecnico si chiama caricamento) fino al 10 o 20% del capitale . A rendere più convenienti (o meno sconvenienti) le vecchie polizze è proprio la detrazione fiscale in vigore fino a quest'anno, che consente di recuperare pressoché integralmente i costi applicati dall'impresa assicuratrice a carico dei clienti.

Dunque, molti sottoscrittori delle vecchie polizze emesse prima del 2000 saranno probabilmente spinti a rivedere le proprie scelte d'investimento. Se il vantaggio fiscale dei versamenti viene meno ma i costi richiesti dalla compagnia restano elevati, non va infatti scartata l'ipotesi di interrompere il piano di accumulo e dirottarlo verso un altro prodotto finanziario o verso una polizza un po' più recente, che non ha dei balzelli così elevati come quelli richiesti 15 o 20 anni fa.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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