Imposta di bollo, così Monti tartassa i risparmi
Economia

Imposta di bollo, così Monti tartassa i risparmi

Entro fine anno verrà applicata la mini-patrimoniale del governo sugli investimenti finanziari: una tassa iniqua che fa pagare di più a chi ha di meno

Chi ha meno soldi da parte, pagherà più tasse. E' la logica un po' assurda con cui funziona la nuova imposta di bollo sui prodotti finanziari, cioè la mini-patrimoniale del governo Monti, che rischia di rovinare le prossime feste natalizie a non pochi risparmiatori.

TUTTE LE TASSE SUL RISPARMIO

Si tratta di un prelievo fiscale un po' pasticciato, che è stato introdotto  con il decreto Salva-Italia del 2011 ma che verrà riscosso per la prima volta dalle banche e dagli intermediari entro il prossimo 31 dicembre. Di per sé, il meccanismo di applicazione della tassa è abbastanza semplice: chi ha dei risparmi investiti in qualche strumento finanziario (conti di deposito, fondi comuni d'investimento, conti-titoli e alcune categorie di polizze sulla vita) dovrà versare al fisco un balzello pari allo 0,1% del capitale nel 2012, che salirà allo 0,15% nel 2013.

IL SALASSO.

Fin qui nulla di male, o quasi. C'è però un  particolare che rischia di trasformarsi in un vero e proprio salasso per i piccoli risparmiatori. Per l'imposta di bollo, infatti, è previsto quest'anno un importo minimo di 34,2 euro all'anno e un importo massimo di 1.200 euro. Nel 2013, scomparirà la soglia massima e rimarrà invece soltanto il prelievo minimo. A prima vista, sembrano dettagli irrilevanti ma, a ben guardare, sono quelli che fanno la differenza: la soglia minima d'imposta, infatti, peserà come un macigno sulle tasche dei risparmiatori meno ricchi.

IL GOVERNO MONTI E LA PATRIMONIALE

Ecco alcuni esempi: chi ha una somma di appena 1.000 euro investita in un prodotto finanziario, pagherà una tassa di 34,2 euro (cioè la soglia minima) corrispondente al 3,42% del capitale posseduto. Andrà ancora peggio a chi, per ipotesi, ha investito 500 euro e dovrà sempre sborsare un'imposta di 34,2 euro, pari al 6,84% del capitale. Chi invece detiene una somma  astronomica, nell'ordine di 10 milioni di euro, nel 2012 pagherà un bollo di 1.200 euro (la soglia massima), che equivale ad appena lo 0,012% del patrimonio. Nel 2013, la tassa salirà a 15mila euro ma sarà comunque pari a non più dello 0,15% del capitale. Più grande è la ricchezza, dunque, minore è l'incidenza del prelievo.

CHI SI SALVA DALLA STANGATA.

Come se non bastasse, la nuova imposta di bollo contiene un'altra polpetta avvelenata per i risparmiatori. Ci sono infatti alcuni prodotti finanziari che sono stati letteralmente graziati dal governo e verranno assoggettati al bollo in maniera indolore: è il caso dei buoni fruttiferi postali, delle polizze vita del ramo I (che investono prevalentemente in titoli di stato) e dei normali conti correnti bancari, che  ormai rendono poco o niente d'interessi. Per tutti questi strumenti, l'imposta avrà sempre un importo fisso di 34,2 euro indipendentemente dall'entità del capitale e verrà applicata soltanto se la somma investita supera i 5mila euro. Dunque, per assurdo, chi ha 10milioni investiti in buoni postali o depositati su un conto infruttifero pagherà una tassa di poche decine di euro, molto meno di quanto deve sborsare invece che ha un piccolo gruzzoletto di risparmi impiegato nei fondi comuni.

Infine, ciliegina sulla torta, l'imposta di bollo penalizzerà pure chi, con molta accortezza, è abituato a diversificare bene il portafoglio, cioè ad acquistare tanti strumenti finanziari diversi. Se, per esempio, un risparmiatore ha un capitale di 5mila euro, impiegato in 5 diversi fondi d'investimento, dovrà versare per ciascuno una tassa di 34,2 euro, per un totale di 171 euro, il quintuplo di quella pagata da chi possiede invece un conto corrente milionario.

Per rimediare a questo pasticcio, i soci della Banca Popolare Etica hanno avviato una petizione online che ha già ottenuto 7mila adesioni,  per chiedere al Parlamento di modificare l'imposta di bollo prima che venga applicata a fine anno. Peccato, però, che il tempo a disposizione sia ormai davvero ben poco.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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