Cinque motivi per cui il denaro non porta la felicità
Economia

Cinque motivi per cui il denaro non porta la felicità

Dovremmo cercare di acquistare meno cose e più esperienze, possibilmente uniche ed irripetibili

La saggezza popolare ci aveva già insegnato che l'equazione tra soldi e felicità non funziona. Ora, a smentire il senso comune, arriva anche la scienza, attraverso gli studi di due psicologi statunitensi, Elizabeth Dunn e Michael Norton. I due hanno studiato i comportamenti delle persone nel modo in cui gestiscono il denaro che hanno e ne hanno tratto l'interessante conclusione che è il modo in cui usiamo i nostri guadagni a non essere funzionale alla nostra soddisfazione personale. La loro analisi può essere tradotta in una serie di cinque precetti, cinque regole per far sì che il denaro porti un po' di felicità.

Primo: acquistare meno cose e più esperienze. Inutile accumulare oggetti di cui non abbiamo davvero bisogno. Piuttosto, meglio spendere per invitare a cena i nostri amici: trascorreremo delle ore in allegria, che rimarranno nei nostri ricordi. Un cellulare dallo schermo più grande, invece, potrebbe non modificare il nostro umore altrettanto facilmente.

Secondo: spendere per vivere esperienze da condividere con qualcun altro. L'uomo è un animale sociale e ama la compagnia dei suoi simili. Del resto, chi preferirebbe andare in un bel locale da solo piuttosto che con la sua dolce metà? Meglio in trattoria in due (o più), che al ristorante stellato senza nessun altro con cui scambiare due chiacchere al di fuori del cameriere.

Terzo: scegliere qualcosa che rimarrà nei nostri ricordi. Una bella esperienza non esaurisce la felicità che ci regala nel momento in cui si conclude, ma può donarci un sorriso anche a distanza di mesi e di anni. Soldi ben spesi sono quelli spesi per qualcosa che rimarrà nella nostra memoria.

Quarto: pagare per vivere qualcosa che si confà alla nostra persona. Se sappiamo di essere sedentari e l'esperienza ci ha insegnato che non siamo portati per viaggi avventurosi, inutile sprecare i nostri risparmi per la vacanza in tenda lungo il Rio delle Amazzoni. Ci attrae, ma in fondo in fondo, sappiamo che alla fine non saremo davvero contenti.

Quinto: andare alla ricerca di qualcosa di unico e irripetibile. Se l'esperienza che ci accingiamo ad avere è molto simile a qualcosa che già fa parte del nostro vissuto, forse possiamo sforzarci e guardarci intorno per trovare qualcosa di nuovo. Questa regola non è in contraddizione con la precedente, perché bisogna saper bilanciare la capacità di uscire dal seminato senza forzare la propria natura. Un'esperienza nuova ci darà emozioni più forti e ricordi indelebili.

 

 

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Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

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