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Economia

Blockchain: il database che sfrutta le criptovalute per energia e salute

La tecnologia che sta alla base della moneta digitale e che garantisce la certezza delle informazioni e l'onestà dei partecipanti anche oltre la finanza

Prima che Tim Barners Lee creasse il www, che ha messo il controllo dei nostri dati nelle mani di facebook, youtube, amazon, twitter e instagram, internet era decentralizzato. Peer to peer: da pari a pari.

Senza il middleman, l'uomo di mezzo, ossia i grandi gestori di dati che hanno ognuno una versione (e soprattutto una copia) delle nostre vite online. Dati su cui hanno creato il loro impero economico, e che possono gestire anche in senso politico.

La terza fase di internet, quella del 3.0, decentralizzata, sottrae il controllo dei dati ai giganti del web per rimetterlo nelle mani della gente. È la lotta di classe del nuovo millennio: contrappone chi genera i dati sulle piattaforme digitali a chi invece li raccoglie, li analizza, li monetizza. Come avviene appunto per Facebook, youTube, Google, Instagram.

Questa rivoluzione, che si realizzerà tra una decina d'anni, avrà sulle nostre vite lo stesso impatto che ha avuto internet. Ci stanno investendo banche, corporation, governi. Vedere come si stanno muovendoi grandi attori dell'economia e i governi significa assistere alla creazione del futuro (che altrove è già presente).

Per questo abbiamo dedicato la prima puntata della nuova trasmissione di Raiuno Codice, su come il digitale sta cambiando le nostre vite (da venerdì 28 luglio alle 23.30 per sei puntate), alla blockchain la tecnologia alla base del bitcoin che verrà utilizzata anche per altri settori come salute, real estate, energia... e alle criptovalute (bitcoin, ether ma non solo).

Sono andata a vedere di che si tratta lì dove,a differenza che in Italia, la gente e la politica ne parlano: Giappone, Singapore, Stati Uniti, Emirati Arabi. Passando per Israele, dove all'università di Tel Aviv invitano alla prudenza e a non farsi prendere dall'entusiasmo. Il bitcoin ha decentralizzato la moneta con cui scambiare il valore. Senza stati e senza banche.

In Giappone ho incontrato i politici che hanno normato il bitcoin riconoscendogli, pochi mesi fa, il valore di moneta al pari dello yen. "Ora lei, atterrando in aeroporto, non avrà più bisogno di cambiare la valuta e potrà trasferire denaro in un quinto del tempo dal Giappone a un'altra nazione" ci ha detto Mineyuki Fukuda, a capo delle strategie IT giapponesi.

"Daremo da lavorare a politici e banchieri" ironizza Joseph Lubin, co-fondatore di Ethereum, che ho incontrato a New York. "Saremo disruptive (distruzione ed evoluzione, ndr) con Facebook e Amazon: i vari Zuckerberg stanno concentrando troppo potere nelle loro mani".

Ethereum, la blockchain finanziata da 500 aziende e 80 banche tra cui JP Morgan, Microsoft, Accenture, è già stata adottata dai governi di Singapore e Dubai, che stanno studiando applicazioni al di là del bitcoin. "Abbiamo calcolato un risparmio potenziale di 25 milioni di ore di lavoro nella burocrazia grazie alla blockchain" mi dice Aisha Bin Bishr, capo di Smart Dubai, la struttura governativa che vuole fare dell'emirato la più tecnologica città-Stato del mondo entro il 2020, data in cui ospiterà l'Expo.

La presidente del Govtech di Singapore, Jacqueline Poh, che ha già digitalizzato la moneta su piattaforma Ethereum, è più scettica: "Tutti pensano che si risparmierà tempo e sarà più economica, ma all'inizio sarà l'opposto" ha confidato. "Dobbiamo implementare il sistema. Abbiamo creato il nostro Blockchain Institute per arrivare primi e non far disegnare il nuovo sistema ad altri, dovendolo poi subire passivamente".

Va detto che l'applicazione del sistema da parte dei governi potrebbe sortire effetti di controllo opposti alle ideologie professate dagli attivisti della blockchain. Una cosa è certa: la terza fase di internet, quella del 3.0, prevede la separazione tra banche e governi. Un governo non avrà più bisogno della banca e una banca non avrà più bisogno del governo per generare valuta. L'unico vero valore è la fiducia, riposta nel sistema digitale invece che nella politica e nella finanza. E che si basa esclusivamente sulla reputazione (a sua volta non più gestita dall'algoritmo di Google).

"La blockchain avrà potere non di controllo delle informazioni ma di transazione del valore, restituendo agli individui la sovranità mediata unicamente da una tecnologia digitale sicura, che non tiene per sé copie dei dati per gestirli in futuro" dice Santiago Siri, analista di politica digitale, a capo della Democracy Earth foundation. La blockchain registrerà ogni transazione al posto di governi e banche.

Firmerà "smart contract", contratti scritti nel futuro, siglati dall'Intelligenza artificiale solo quando si saranno verificate le condizioni alla base dell'accordo. La blockchain promette di sostituire il management. E il disegno sembra nelle mani di un giovane nerd: Vitalik Buterin, russo emigrato in Canada a otto anni, che ha disegnato Ethereum, basata in Svizzera, a soli 22 anni, e che anche Putin ha voluto incontrare personalmente poche settimane fa.

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Barbara Carfagna