Banca Marche, Etruria, Carife e Carichieti: il piccolo aiuto agli obbligazionisti
Alessandro Di Meo/Ansa
Economia

Banca Marche, Etruria, Carife e Carichieti: il piccolo aiuto agli obbligazionisti

L'esecutivo sta valutando un fondo da poco più di 100 milioni per risarcire parte dei clienti che avevano sottoscritto bond subordinati

Un fondo di solidarietà da 100 milioni di euro o poco più alimentato in minima parte da risorse pubbliche e da una quota maggioritaria fornita dalle banche e dai provenienti della futura vendita di asset tossici da parte della bad bank, il veicolo in cui sono stati raccolti circa 8,5 miliardi di prestiti in sofferenza di Banca Marche, Etruria, Carife e Carichieti.

Sarebbe questa la soluzione individuata dal Governo, in accordo con il sistema bancario, per aiutare i clienti delle quattro banche salvate per decreto i quali hanno visto dal giorno alla notte azzerare il proprio capitale investito in obbligazioni subordinate emesse dai quattro istituti.

Una montagna di soldi che, assieme a quelli di 105.000 piccoli azionisti, alle quote delle Fondazioni (ex proprietarie) e agli ingenti finanziamenti messi a disposizioni da altre banche italiane (soprattutto UniCredit, Intesa Sanpaolo e UBI) sono serviti a formare i 3,6 miliardi di euro necessari per evitare la chiusura dei quattro istituti regionali.

Il provvedimento è discussione in commissione Bilancio a Montecitorio; gli emendamenti per ora sono stati accantonati e il nodo degli obbligazionisti dei quattro istituti di credito regionali non sarà riaffrontato prima dell’audizione di sabato del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan.

OBBLIGAZIONI SUBORDINATE: COSA SONO E COSA PUO' FARE CHI LE HA

Chi potrà ottenere l'indennizzo
Come si è giunti alla creazione di un fondo ad hoc per gli obbligazionisti?

Di fronte alle polemiche dei giorni scorsi alimentate dalle associazioni dei consumatori e cavalcate dall'opposizione, il governo ha pensato di mettere una pezza al meccanismo di salvataggio.

L'indennizzo però non sarà disponibile, per ovvie ragioni, per tutti.

Basta confrontare alcuni numeri per capirlo.

Le associazioni dei consumatori Adusbef e Federconsumatori hanno contato almeno 800 milioni di euro investiti nei bond subordinati (i più rischiosi) dei quattro istituti disastrati del Centro Italia.

Fonti di governo, divulgate dalla stampa, parlano di 10.500 piccoli investitori privati che avevano investito in questi strumenti per perdite complessive stimate in 300 - 350 milioni di euro. In questo caso, il ristoro complessivo non andrebbe oltre il 30% degli obbligazionisti.

Quanti clienti potranno contare sull'indennizzo? L'intervento, come ha tenuto a sottolineare il sottosegretario Enrico Morando, "deve avere a riferimento i più deboli, con confini e limiti".

L'aiuto, insomma, arriverà solo ai clienti in maggiori difficoltà e si pensa all'Isee come criterio per stabilire la graduatoria dei beneficiari.

Più lontana, invece, sembra la proposta di Scelta civica di un credito di imposta per gli obbligazionisti subordinati dei quattro istituti.

Il monito della Consob
Perché, dunque, non risarcire tutti i clienti?

Morando ha ricordato che proprio la Ue ha chiesto, per dare il via libera all'operazione, il coinvolgimento di una parte degli investitori nel salvataggio (quelli che avevano comprato i titoli più rischiosi), anche perché l’ipotesi dell’intervento con il Fondo di garanzia era stata assimilata a un aiuto di Stato.

Il soccorso alle banche disastrate, tuttavia, questa volta ha pesato di più sui bilanci degli altri istituti italiani e il numero uno dell'Abi, Antonio Patuelli, lo ha ricordato più volte.

La risposta, oltre che dal governo, è arrivata anche dall'arbitro, dalla Consob.

Il presidente Giuseppe Vegas ha sottolineato che i risparmiatori che negli scorsi anni hanno investito nei bond subordinati delle banche salvate conoscevano i rischi.  

"Da dieci anni - ha spiegato Vegas - abbiamo fatto mettere l'avviso di questo rischio nei prospetti informativi per gli investimenti sui bond subordinati: che in caso di liquidazione o procedure concorsuali, la massa fallimentare riesca a soddisfare solo i crediti che hanno priorità".

Nella pancia delle banche italiane, secondo Federconsumatori, ci sarebbero oltre 60 miliardi di bond subordinati, che nel caso di dissesti bancari dal primo gennaio rischierebbero di venire azzerati.


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Ecco perché a fine novembre la Consob ha ricordato con una comunicazione ufficiale agli intermediari di assicurarsi "che tutta la clientela - sia quella professionale sia quella retail, cioè la platea dei piccoli risparmiatori – abbia informazioni adeguate e pertanto piena consapevolezza dei rischi connessi con le proprie scelte di investimento".

In particolare, la clientela dovrà essere informata del fatto che, in caso di avvio delle procedure di gestione della crisi da parte della Banca d'Italia, "gli strumenti finanziari interessati dal bail-in (come per esempio le obbligazioni, subordinate o meno) potranno subire un abbattimento di valore fino al 100%".

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Massimo Morici

Scrivo su ADVISOR (mensile della consulenza finanziaria), AdvisorOnline.it e Panorama.it. Ho collaborato con il settimanale Panorama Economy (pmi e management) e con l'agenzia di informazione statunitense Platts Oilgram (Gas & Power).

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