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ANSA/LUCA ZENNARO
Economia

Autostrade, ecco perché gestirle è un affare

Nel 2016 i ricavi derivanti da pedaggio sono aumentati del 4,1%, mentre a carico delle concessionarie sono calati investimenti e spese di manutenzione

La gestione delle autostrade italiane da parte delle società in concessione continua da essere un vero affare. A testimoniarlo ci sono i dati relativi al 2016 pubblicati in questi giorni dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nella Relazione annuale sull'attività del settore autostradale in concessione.

Tra i vari dati resi pubblici, spicca infatti quello del fatturato complessivo, pari a 6,896 miliardi di euro, dei quali più dell’80%, ossia 5,71 miliardi di euro,  derivanti dai pedaggi. Ed è proprio questa la voce che fa segnare il balzo in avanti più consistente, ossia del 4,1% rispetto al 2015, un fenomeno questo che con regolarità si ripete ormai da anni.

Pedaggi, avanti tutta

Scorrendo infatti le tabelle del ministero si scopre che dal 2010, con la sola eccezione del 2012, i proventi derivanti dai pedaggi sono sempre aumentati a favore delle società in concessione. In particolare si segnala il 2014, quando i ricavi da questa voce si impennarono del 5,4%.

Nel 2015 ci fu un aumento del 4,9%, e nel 2016, come già accennato, la voce pedaggi ha fatto segnare un nuovo brillante +4,1%. Certo, molto dipende anche dall’aumento del traffico e dei mezzi circolanti, ma resta il fatto che proprio dalle tasche degli automobilisti esce la parte più cospicua del fatturato delle nostre autostrade.

Investimenti e manutenzione: voci in calo

Ma quel che sorprende ulteriormente è che proprio nel 2016, a fronte degli aumenti dei ricavi da pedaggio sopra evidenziati, le società concessionarie hanno potuto contenere in maniera significativa tanto gli investimenti che le spese di manutenzione per i tratti autostradali di propria competenza.

Anche in questo senso i numeri del ministero sono emblematici: nel 2016 ci sono stati infatti investimenti per 1,064 miliardi di euro con un crollo drastico di questa voce del 23,9%. Una tendenza, che come detto, si è confermata anche per la manutenzione, i cui costi nel 2016 hanno assorbito risorse per soli 646 milioni di euro, in calo del 7,3% rispetto al 2015.

Criticità: le concessionarie

Un sistema che pare dunque funzionare a meraviglia per le concessionarie, un po’ meno per gli utenti automobilistici se si pensa al problema dei pedaggi. E in questo senso una delle cause della scarsa economicità della nostra pur ottima rete autostradale è da ricercarsi, secondo lo stesso ministero dei Trasporti, nell’alto numero delle società concessionarie e nella loro frammentazione: in tutto sono attivi infatti ben 25 rapporti di concessione.

Da un confronto con la rete europea di autostrade e strade emerge poi un altro elemento molto peculiare: la presenza di un solo concessionario, rappresentato da Autostrade per l'Italia, che gestisce oltre la metà dell'intera rete con 2.857,5 chilometri.

La seconda concessionaria per estensione di tratta gestita risulta l'Autostrada del Brennero (314 km), mentre la minore risulta essere Sitmb (Societa' Italiana Traforo del Monte Bianco) con appena 5,8 chilometri. In Europa, invece, come evidenzia lo stesso rapporto del ministero, si registra mediamente un numero di gestori inferiore con un maggiore sviluppo delle tratte in concessione.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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