Apple Pay, i tre motivi per cui non riuscirà a decollare
Justin Sullivan/Getty Images
Economia

Apple Pay, i tre motivi per cui non riuscirà a decollare

Sicurezza, praticità ed eccessiva concorrenza potrebbero rallentare la corsa di Tim Cook

A una manciata di giorni di distanza dal lancio ufficiale, lo scetticismo di chi era convinto che il fenomeno Apple Pay avrebbe seguito la scia di una una meteora più che quella di un astro nascente è stato confermato. La curiosità per il nuovo gadget messo sul mercato dalla casa di Cupertino ha spinto centinaia di migliaia di persone a scaricare la nuova app per metterla alla prova non appena ne avesse avuto l'occasione. Ma oltre che con i difetti di quest'ultima, gli americani che hanno preso in considerazione l'ipotesi di trasformarsi in utenti Apple Pay si sono dovuti scontrare con la doppia difficoltà di trovare i negozi in cui fosse effettivamente possibile completare una transazione tramite iPhone, ed evitare che le banche incaricate di gestire le transazioni addebbitassero loro l'importo più di una volta. 

Apple Pay si basa su un sistema molto semplice, che di fatto estende ai proprietari degli smartphone targati Apple la possibilità di acquistare ciò che vogliono seguendo la stessa procedura con cui fino a ieri hanno gestito i propri file musicali tramite iTunes: utilizzando le impronte digitali. Eppure, se sulla carta chi ama rapidità e praticità e ha anche un ottimo rapporto con le nuove tecnologie dovrebbe accogliere con entusiasmo l'ennesima semplificazione proposta dalla Mela morsicata, ci sono almeno tre elementi che lasciano intuire che non sarà così. 

1) L'atavica reticenza nei confronti dei pagamenti online, legata principalmente a motivi di sicurezza. Qualcosa sta cambiando da quando tante banche hanno messo a punto nuovi sistemi che, grazie all'utilizzo di codici che vegono costantemente modificati, permettono agli utenti di gestire una serie di pagamenti senza correre il rischio di essere truffati. Eppure, se si considera che, negli Stati Uniti, vale a dire nella nazione notoriamente più avanzata dal punto di vista della gestione elettronica del denaro, ai 4,9 miliardi di trasferimenti online dall'inizio del 2014 ne corrispondono 4800 di transazioni "normali", diventa evidente che quella dei pagamenti via internet è ancora oggi una piccola nicchia in un mercato che vale molto di più. E alla base di questo risultato c'è sicuramente quella sicurezza che computer, tablet e cellulari non sono ancora in grado di assicurare al cento per cento. 

2) Quando ha presentato Apple Pay Tim Cook ha ribadito che la nuova app della Mela morsicata avrebbe permesso a tutti di gestire i propri acquisti in maniera comoda e rapida. Un sistema di pagamenti, però, per avere queste caratteristiche deve poter essere utilizzato molto spesso, per non dire sempre, altrimenti non aiuta gli utenti ad acquisire quella dimestichezza necessaria per farlo entrare nella loro quotidianità, ne' può aspirare a trasformarsi nel sistema di pagamento preferito proprio sulla base della frequenza con cui viene utilizzato. Ebbene, tutto questo con Apple Pay non può succedere, essenzialmente perché per farlo funzionare serve un apposito strumento che fino ad ora pochi negozi hanno scelto di acquistare. Altro svantaggio di Apple Pay è quello di costringere gli utenti, quando la transazione è gestita tramite la app di una catena di negozi o di una compagnia che eroga servizi, a fare solo un acquisto alla volta.

3) ll terzo problema di Apple Pay è che ha già troppi concorrenti, e nessuno di loro fino ad oggi è riuscito a sfondare. Google Wallet e Startup Square non stanno andando molto bene, e persino PayPal fatica a trovare la formula giusta per affermarsi nel mercato dei telefoni intelligenti. Anche Starbucks, che ha provato a giocare la carta della "ricompensa", regalando a chi paga tramite cellulare buoni sconto e consumazioni gratuite, ha convinto solo il 15 per cento dei suoi utenti ad affidarsi in maniera esclusiva al proprio telefonino.  

Le basi della rivoluzione dei pagamenti online sono ormai state gettate, ma è possibile che ci voglia ancora molto tempo per far sì che quest'ultima possa decollare del tutto. Se così fosse, non sarà certo questa versione di Apple Pay ad affermarsi come sistema di pagamento rapido e sicuro in tutto il mondo, ma una sua versione futura, non necessariamente targata Apple. 

Apple Pay

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Apple Pay - come funziona

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Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

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