Innovazione: le 10 differenze tra Silicon Valley e Europa
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Economia

Innovazione: le 10 differenze tra Silicon Valley e Europa

Valori diversi alle passioni, ruoli, scambi di idee, condivisione e crescita. Cosa il vecchio continente ha da imparare dal nuovo

L’innovazione è il frutto non solo di infrastrutture, ma anche e soprattutto del modo di pensare e agire delle persone. Visto che Silicon Valley è diventata l’epicentro della rivoluzione tecnologica che sta cambiando il mondo, ci si può chiedere quali siano gli atteggiamenti che rendono questo territorio la mecca dell’innovazione. L’ha fatto, facendo il paragone con la mentalità europea, l’austriaco Mario Herger. Nato professionalmente in Germania, Herger è emigrato a San Francisco, dove ha creato un acceleratore d’impresa e fa da mentore a molte startup innovative. Secondo Mario le differenze di mentalità tra Silicon Valley ed Europa rappresentano altrettante sfide per il vecchio continente per ritrovare slancio innovativo. Ecco la sua analisi in 10 punti.

Silicon Valley non punisce l’ingenuità: quando un gruppo si riunisce, ci aspettano idee balzane e ingenue, punti di vista insoliti; si sa che da questi può scaturire la soluzione innovativa. In Europa, per contro, vince l’auto-censura. I giovani imparano presto a stare zitti anzichè dire la loro, per non essere derisi e non perdere rispettabilità.

Silicon Valley premia la passione, spesso e volentieri irrazionale, per idee e progetti. In Europa, dice Herger, guai a sembrare troppo entusiasti. Il distacco fa sembrare più intelligenti. La lode è moneta corrente nella valle del silicio, mentre nel vecchio continente prevale un rigore a volte tinto di sarcasmo.

Sulle rive del Pacifico fa premio condividere le proprie idee con chiunque voglia ascoltarle; questo permette di testarle velocemente: o si migliorano o si lasciano cadere senza perdere tempo o denaro. In Europa si teme il furto dell’idea; prevale l’approccio confidenziale. Con la conseguenza che il momento della verità arriva più tardi.

In California si premia l’assunzione immediata di responsabilità. Non ci si aspetta che lo Stato, le istituzioni o qualche altra entità superiore debba intervenire: è il singolo che si fa carico di iniziare a cambiare le cose. Di qui l’elevata propensione a creare startup. Non sarebbe così, secondo Herger, nel vecchio continente.

Per i californiani la creatività è una forma mentis che si può e si deve acquisire facendo pratica. Di qui la miriade di tecniche e metodi di crescita personale. Per gli europei, la creatività è invece il frutto del genio individuale, iscritto nel DNA. Se non te l’hanno passata i tuoi genitori, c’è poco da fare. Silicon Valley predilige le esperienze in cui le persone sperimentano sporcandosi le mani. In Europa, dice Herger in maniera poco lusinghiera per noi europei, “si parla così a lungo di quel che si deve fare o di ciò che qualcuno dovrebbe fare che alla fine si dimentica quel che si voleva fare” (sic). Con la conseguenza che Silicon Valley è fatta di fondatori d’impresa, mentre l’Europa di consulenti.

Il processo in cui s’impara a essere creativi, in Silicon Valley, si basa sulla narrazione di storie, che incoraggiano l’identificazione di chi ascolta, sollevano emozioni, creano empatia. In Europa prevale l’enucleazione di fatti e statistiche, che rafforzano il prestigio di chi le snocciola, ma non risveglia un interesse negli altri.

Silicon Valley forma le persone a presentare e confrontare pubblicamente le proprie idee. Fare il cosiddetto “pitch”, cioè illustrare il proprio progetto in pubblico, s’impara sin dalle scuole elementari. Agli adulti questa naturale inclinazione a “vendere” il proprio prodotto rende poi agevole il rapporto con clienti ed investitori. In Europa, c’è la convinzione che il prodotto parli da sé e tocchi al cliente o al potenziale finanziatore scoprirlo.

Nella fase di finanziamento dei progetti, Silicon Valley mette a disposizione denaro privato insieme alle competenze di imprenditori che ce l’hanno fatta e diventano i mentori e consiglieri degli startupper. In Europa, il finanziamento è spesso pubblico e privo di supporto imprenditoriale.

Silicon Valley corre e dà enorme valore al tempo; le interazioni si succedono con velocità e se un affare non va in porto rapidamente, si passa ad altro. In Europa, i tempi decisionali sono spesso troppo lunghi per le startup, che finiscono per esaurire le riserve di denaro.

La maggiore differenza sta forse nella percezione del fallimento. A Silicon Valley chi non ha mai fallito in un progetto, non ha rischiato abbastanza. In Europa, fallire significa macchiarsi la reputazione.

Potrà mai l’Europa cambiare l’atteggiamento verso l’innovazione? Silicon Valley insegna che anche la mentalità può cambiare, al succedersi delle generazioni, se c’è una forte spinta al travaso e al confronto di esperienze. Sono migliaia i giovani europei – tra questi molti italiani – che fanno esperienza in California. Ciascuno di questi pianta un seme di futuro anche per il nostro Continente.

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Mauro Battocchi

Sono console italiano a San Francisco. Ho alle spalle il servizio diplomatico in Germania e Israele per promuovere le nostre imprese. Ho lavorato per un periodo anche in azienda, in Enel. Il mio blog "San Francisco chiama Italia" racconta di una città che estende ogni giorno la frontiera del possibile; che disegna il modo di vivere globale con le sue battaglie di libertà e con l’innovazione tecnologica. La città e il nostro Paese hanno un rapporto che risale alla corsa all’oro di metà Ottocento. Oggi è quanto mai importante per il nostro futuro.

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