Le restrizioni economiche alla Russia e l'impatto sull'Italia
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Economia

Le restrizioni economiche alla Russia e l'impatto sull'Italia

L'Ice di Mosca ha calcolato che, nei prossimi sei mesi, l'export italiano dovrebbe perdere circa 100 milioni di euro

Con il Decreto Presidenziale numero 560 di inizio agosto la Russia ha approvato una serie di misure restrittive relative all'importazione di alcune categorie di prodotti agroalimentari che danneggiano anche l'Italia. Con l'aiuto dell'Ambasciata d'Italia in Russia e della sede di Mosca dell'Istituto per il Commercio Estero, abbiamo provato a quantificare quale potrebbe essere l'impatto sull'Italia dell'ennesima misura con cui Vladimir Putin ha scelto di rispondere alle sanzioni occidentali con cui Washington e Bruxell stanno tentando di convincerlo a lasciare in pace l'Ucraina. 

COSA È SUCCESSO
Con il Decreto "sull'applicazione di singole misure economiche speciali atte a garantire la sicurezza della Federazione Russa" del 6 agosto, Mosca ha bloccato una serie di importazioni per prodotti provenienti da Stati Uniti d'America, Unione Europa, Canada, Australia e Norvegia per un periodo che non potrà superare i dodici mesi. Tra gli alimenti coinvolti ci sono carni bovine e suine, pollame, pesce, formaggi e latticini e prodotti ortofrutticoli. Fortunatamente, dalla nuova legge sono esclusi vini, bevande, prodotti per l'infanzia e da forno. Dettaglio che permette a un paese come l'Italia di conservare una grossa fetta dell'attuale interscambio con la Russia. 

COSA CAMBIERA' PER L'ITALIA
Dagli uffici dell'Istituto per il Commercio Estero di Mosca il Dott. Giosafat Riganò fa sapere che, prendendo come riferimento un arco temporale di sei mesi, l'impatto sull'export del Bel Paese dovrebbe assestarsi su un valore indicativo di circa 100 milioni di Euro. Un valore significativo che, tuttavia, non riuscirà ad azzerare l'interscambio in un settore, quello dell'agroalimentare, che per l'Italia è molto redditizio. Come spiegano gli esperti dell'Ice, secondo i dati di Dogane Russe, nel 2013 Mosca ha importato generi alimentari dall'Italia per un totale di 1 miliardo di Euro. La fetta di prodotti ora soggette a misure restrittive ammonta (in riferimento ai dati del 2013) a un 20% del totale, quindi a circa 200 milioni di euro.  

Per identificare con precisione quali categorie merceologiche sono state bandite dalla Russia fino a (massimo) luglio 2015, è necessario fare riferimento ai codici doganali riportati nella traduzione del decreto ufficiale: Mosca ha infatti precisato che, in caso di discrepanza, ogni decisione verrà presa in base al codice di riferimento. 

In Italia si è parlato tanto di come le nuove misure restrittive volute da Putin avrebbero potuto frenare altri settori oltre a quello alimentare, come moda e turismo, e invece il nuovo decreto non ha modificato nulla da questo punto di vista. A dire il vero, l'ufficio Ice di Mosca ci tiene a sottolineare che, purtroppo, l'interscambio tra Russia e Italia è già stato fortemente penalizzato da una congiuntura internazionale sfavorevole che ha fatto registrare, nel primo quadrimestre del 2014, una riduzione del 10,7% nelle transazioni bilaterali. Un risultato che ha relegato la Russia in undicesima posizione nella classifica dei principali mercati di destinazione dell'Italia. Tuttavia, mentre moda, accessori e prodotti minerali sono calati, la meccanica si è confermata come settore di punta dell'export nazionale e anche l'interscambio di semilavorati è cresciuto.  

QUALI PROSPETTIVE PER L'INTERSCAMBIO ITALO-RUSSO
Eppure, come spiega il Consigliere Leonardo Bencini dall'Ambasciata di Mosca, per quanto crisi ucraina e sanzioni abbiano creato un clima di grande incertezza, servono i dati per capire se, e fino a che punto, gli equilibri commerciali che si sono consolidati tra Roma e Mosca siano destinati a cambiare. "Il quadro è in evoluzione e va attentamente monitorato", spiega Bencini, ma non si può sottovalutare il fatto che quello russo sia per noi un mercato molto importante, "maggiore di quello cinese (11 miliardi contro 10), e soprattutto complementare al nostro", quindi ancora più conveniente. Quasi il 70% dell'export italiano consiste in beni strumentali (macchine, macchinari, componenti e semilavorati). La Russia non compra da noi solo il made in Italy (le tre A: abbigliamento, alimentare, arredamento) ma anche la tecnologia necessaria allo sviluppo della propria industria. La Russia inoltre è destinata a divenire il primo mercato di consumatori in Europa”.

Questo paese offre tantissime opportunità per l'Italia. Le nostre imprese lo sanno e sono più che determinate a coglierle, senza lasciarsi scoraggiare dall'approvazione di quelle che tutti speriamo si confermino come decreti restrittivi temporanei. Capire se Putin deciderà o meno di interrompere l'embargo dell'agroalimentare è impossibile, così come non possiamo sapere se Mosca deciderà nel prossimo futuro di approvare decreti simili relativi ad altri settori. Abbiamo già scritto che l'unica vera conseguenza di questa escalation di tensioni e sanzioni è una situazione di semi-guerra commerciale che non conviene a nessuno, ma è anche vero che quando, tra un paio di mesi, analizzeremo i nuovi dati sull'interscambio, prima di interpretarli sarà bene ricordare di tenere distinti i settori colpiti dal decreto di agosto e quelli in frenata a causa della contrazione della domanda interna.

 

 

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Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

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