Analisi economica del bondage pubblico
Economia

Analisi economica del bondage pubblico

L’assessore di Milano alle Politiche sociali e culturali Pierfrancesco Majorino, ha autorizzato una lezione gratuita di “bondage, disciplina dominazione, sadismo e masochismo” in un palazzo pubblico di Milano, la “Casa dei diritti”. Non mi interessa dibattere sull’opportunità o sulla moralità …Leggi tutto

L’assessore di Milano alle Politiche sociali e culturali Pierfrancesco Majorino, ha autorizzato una lezione gratuita di “bondage, disciplina dominazione, sadismo e masochismo” in un palazzo pubblico di Milano, la “Casa dei diritti”. Non mi interessa dibattere sull’opportunità o sulla moralità di questa scelta, mi interessa analizzare il fatto da un punto di vista strettamente economico. Con la sua decisione, infatti, Pierfrancesco Majorino ha messo in concorrenza il Comune con moltissimi imprenditori privati che svolgono la stessa attività i quali ora si potrebbero trovare a fronteggiare un concorrente in più: l’assessore Pierfrancesco Majorino. Il fatto è che Comune di Milano non ha alcun diritto di intromettersi in un settore economico, le lezioni di sadomasochismo, che è già occupato da soggetti privati, perché gli fa concorrenza sleale, dato che la lezione era gratis.

L’unico motivo per il quale è ammissibile che il pubblico offra un servizio è quando quel servizio è ritenuto un elemento essenziale per lo sviluppo del Paese e/o quando tale servizio non è svolto da privati o, infine, quando i privati non riescono a soddisfare l’enorme domanda proveniente dal mercato. Mi sembra di poter dire, con un certo grado di certezza, che il sadomasochismo non sia essenziale per lo sviluppo economico del Paese e, d’altra parte, sono abbastanza sicuro che la domanda di corsi di sadomasochismo è largamente inferiore all’offerta. Perciò in un settore economico che già soffre di un eccesso di produzione, il Comune dovrebbe stimolare (pardon) la domanda attraverso, che so?, la proiezione di film a sfondo sessuale, il sussidio pubblico all’acquisto dei frustini in pelle, la distribuzione gratuita di manette sui tram. Invece si mette anche lui a produrre lo stesso bene gonfiando ancora di più l’offerta. Economicamente è una scelta suicida.

C’è un solo motivo per il quale i corsi di sadomasochismo possono, in linea teorica, essere forniti dal comune: ed è quando si stabilisce che sono un diritto allo stesso livello della scuola, dell’assistenza sanitaria e delle pensioni sociali. Il fatto che la lezione sia stata offerta nella “casa dei diritti”, in effetti, potrebbe suggerire che è proprio quello che pensa Pierfrancesco Majorino, eppure sono propenso a dubitare che perfino un talebano dei diritti come Stefano Rodotà inserirebbe tra i diritti fondamentali dell’uomo quello di frequentare corsi di sadomasochismo. Stabilito, quindi, che i corsi di sadomasochismo e di bondage non sono un bene che soffre di difetto di offerta e che non è un diritto, bisogna chiedersi come mai l’assessore Pierfrancesco Majorino ha deciso di offrirli gratis.

C’è solo un motivo: la ricerca del consenso. Pierfrancesco Majorino si propone all’opinione pubblica, cioè agli elettori, come un politico del tutto nuovo rispetto al passato: innovativo, sbarazzino, libertario (non liberale, non facciamo confusione) e quale migliore strumento di marketing politico di una bella lezione di bondage gratis? E’ la stessa logica che portò il governo Rumor, nel 1973, a introdurre in Italia l’abominio delle “baby pensioni” (con 15 anni, 6 mesi e 1 giorno di lavoro le donne con figli che lavoravano nella pubblica amministrazione potevano incassare un assegno di quiescenza per tutta la vita). Anche quella fu un’operazione ideologica-elettorale, messa in atto con i soldi pubblici da parte di politici in cerca di visibilità e voti.

Per questo Pierfrancesco Majorino è come Mariano Rumor. Non è il nuovo che avanza, è il vecchio che si ricicla e che non cambia mai. Purtroppo non è nemmeno molto innovativo. Se il giovane assessore Pierfrancesco Majorino avesse fatto più attenzione al settore strategico della ricerca e sviluppo si sarebbe accorto che in questo settore l’innovazione ha fatto passi da gigante e mentre lui offre lezioni di bondage, i privati sono già al barefoot, al tickling e al twerking. Ma, si sa, ai politici la ricerca e l’innovazione interessano poco. A loro interessano solo i voti.

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Marco Cobianchi

Sono nato, del tutto casualmente, a Milano, ma a 3 anni sono tornato a casa, tra Rimini e Forlì e a 6 avevo già deciso che avrei fatto il giornalista. Ho scritto un po' di libri di economia tra i quali Bluff (Orme, 2009),  Mani Bucate (Chiarelettere 2011), Nati corrotti (Chiarelettere, 2012) e, l'ultimo, American Dream-Così Marchionne ha salvato la Chrysler e ucciso la Fiat (Chiarelettere, 2014), un'inchiesta sugli ultimi 10 anni della casa torinese. Nel 2012 ho ideato e condotto su Rai2 Num3r1, la prima trasmissione tv basata sul data journalism applicato ai temi di economia. Penso che nei testi dei Nomadi, di Guccini e di Bennato ci sia la summa filosofico-esistenziale dell'homo erectus. Leggo solo saggi perché i romanzi sono frutto della fantasia e la poesia, tranne quella immortale di Leopardi, mi annoia da morire. Sono sposato e, grazie alla fattiva collaborazione di mia moglie, sono papà di Valeria e Nicolò secondo i quali, a 47 anni, uno è già old economy.

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