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Economia

Perché le politiche di Trump non riusciranno a fare grandi gli Stati Uniti

Il presidente sottovaluta l’impatto della tecnologia e le conseguenze a lungo termine

In una recente intervista con The Economist, Donald Trump ha spiegato che il suo obiettivo è fare in modo che gli americani guadagnino di più grazie a un aumento del tasso di crescita del paese. I suoi consiglieri ipotizzano un incremento del Pil del 3%, un punto percentuale in più rispetto a quanto la maggior parte degli economisti considera sostenibile ed è per questo che il settimanale inglese passa la teoria sotto la lente di ingrandimento.

Commercio, tasse e regolamenti

Secondo Donald Trump, il modo migliore per raggiungere questi traguardi occupazionali è attraverso accordi commerciali più equi che implicano incentivi per le aziende che investono in patria e “punizioni” per quelle che scelgono l’estero. Per incoraggiare gli investimenti nel paese e stimolare l’economia, il presidente intende far leva su tagli alle tasse e deregolamentazione. L'obiettivo sono una crescita più veloce, un aumento di posti di lavoro e delle retribuzioni. 

La lista dei desideri

A differenza di Reagan, a cui il presidente si ispira, il nuovo inquilino della Casa Bianca non possiede una dottrina economica: gli economisti nella sua cerchia sono rari. Piuttosto, avanza proposte suggerite dagli imprenditori che, infatti, assomigliano a una “lista dei desideri” che non tiene conto della redistribuzione delle risorse, della povertà, dell’indisciplina fiscale e dei rischi di cronismo. E’ vero che nel breve termine le cose potrebbero anche funzionare: gli Stati Uniti potrebbero riuscire a spingere il Canada e il Messico a rinegoziare gli accordi del Nafta e i tagli potrebbero accelerare la crescita.

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Se l’inflazione dovesse rimanere al livello attuale, è possibile che la Federal Reserve non debba intervenire aumentando i tassi di interesse e indebolendo la crescita. Ma resta il fatto che queste ipotesi economiche sono inconsistenti, in quanto basate su una vecchia immagine economica degli Stati Uniti.

Le conseguenze

Così come è successo negli anni Ottanta, gli economisti prevedono che l’obiettivo di aumentare gli investimenti interni determinerà un deficit commerciale ancora più ampio. Se così fosse, a Trump non rimarrà che abbandonare le sue misure per un commercio equo e cercare di ridurre il disavanzo utilizzando il protezionismo, ma si tratta di una mossa che danneggerà la crescita e farà lievitare la sfiducia degli altri paesi verso gli Stati Uniti. Al di là di questo scenario, c’è un problema ancora più grave: la politica economica di Trump, infatti, nasce da una prospettiva miope dell’economia americana. Trump e i suoi consiglieri, infatti, si focalizzano sull’impatto della globalizzazione sull’industria manifatturiera che, in realtà, dà lavoro solo all’8,5% degli americani e rappresenta il 12% del Pil. Nel conto, dunque, non entra la turbolenza creata dalle nuove tecnologie che sono la variabile che, più di tutte, sta cambiando lo scenario economico e del lavoro.

Le prospettive a lungo termine

Il nazionalismo economico accelererà le cose. Le imprese incapaci di esternalizzare i posti di lavoro in Messico, infatti, punteranno sulle macchine per sostenere la propria competitività e saranno i lavoratori meno qualificati a pagarne il prezzo. Infine, se anche la teoria di Trump dovesse riuscire a generare un’esplosione di crescita, resta una ricetta che non garantisce una prosperità di lungo termine. Gli Stati Uniti usciranno da questa amministrazione più indebitati e iniqui, perché non stanno risolvendo il problema dell’occupazione di lavoratori resi obsoleti dalla tecnologia e dalle macchine.

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Stefania Medetti

Sociologa e giornalista, ho barattato la quotidianità di Milano per il frenetico divenire dell'Asia. Mi piace conoscere il dietro le quinte, individuare relazioni, interpretare i segnali, captare fenomeni nascenti. È per tutte queste ragioni che oggi faccio quello che molte persone faranno in futuro, cioè usare la tecnologia per lavorare e vivere in qualsiasi angolo del villaggio globale. Immersa in un'estate perenne, mi occupo di economia, tecnologia, bellezza e società. And the world is my home.

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